Ex voto a Roma: la tradizione della “grazia ricevuta”
Immagini sacre oggetto di devozione personale, alle quali dedicare offerte in cambio della preghiera esaudita
Roma nata pagana, è da sempre la città simbolo della cristianità, papalina e devota al culto e alla tradizione religiosa, perdura nei secoli una ritualità ufficiale o popolare quanto mai viva fatta di abitudini ed usanze caratteristiche. Ne sono un esempio l’attribuzione di qualità specifiche ad immagini sacre, come ad esempio il crocifisso custodito nella chiesa di San Marcello al corso, dove si recò anche il Papa lo scorso anno per pregare contro la pandemia: lo stesso miracoloso crocifisso, portato in processione per ben 16 giorni lungo i quartieri e rioni romani, fermò la peste nel 1600.
Oltre alla tradizionale venerazione di reliquie da contatto, usanza comune di attribuzione di valore sacro ad oggetti, l’esempio più classico del culto popolare restano però gli ex voto: le strade di Roma pullulano di immagini sacre che diventano oggetto di devozione personale, alle quali dedicare offerte in cambio della preghiera esaudita. Nascono così le innumerevoli targhe che circondando il simulacro divino, ricoprono i muri. Le targhe in metallo o in marmo sembrano attestare l’icona come salvifica, vero aiuto al fedele, sostegno nel momento del bisogno a cui aggrapparsi con fervore credente in un culto autenticamente personale.
L’ex voto, cioè l’oggetto dato in voto ad una divinità, è completa è ex voto suscettibile cioè preghiera manifestata ed ascoltata, è frequente in tutti quartieri di Roma, anche al di fuori del centro storico se si pensa al muro di ex voto attorno alla Madonna del perpetuo soccorso a Portonaccio. L’offerta per ingraziarsi o ringraziare il divino ovviamente non nasce in età cristiana: ha una storia rituale molto antica, concatenata spesso alla creazione di opere d’arte che variano da statuette, dipinti e manufatti di ogni epoca, fino a grandi architetture erette in favore del santo venerato (si pensi alla committenza di chiese e cappelle da parte di papi e importanti personaggi).
Su viale Trastevere un esempio è la Madonna degli Orfani che con facilità attira l’occhio di chi passa: inserita in un’edicola sul muro di recinzione dell’ex casa della Gioventù italiana del littorio, è proprio di fronte al ministero della Pubblica istruzione. L’edicola è stata realizzata nel 1944 insieme alla creazione di un timpano al di sopra della stessa, che crea un effetto di monumentalità, ed è dedicata alla madonna protettrice degli orfani del Don Orione, ente che ne gestisce la raccolta di offerte.
L’immagine in terracotta è circondata per vari metri in ogni direzione delle targhe e delle scritte votive che ringraziano la Madonna e la divinità in genere, rappresentando una parte tradizionale di Roma legata al passato, ma ancora viva nel presente: ne sono simbolo le date più recenti poste sulle targhe e la decisione di prendersene cura da parte dell’amministrazione capitolina che ha realizzato sulla stessa un restauro nel 2010.
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