In partenza la VI edizione di Integr’Azione
L’arte è luogo sociale
La Mostra Integraz’Azione, giunta alla VI edizione, sarà visitabile dal 23 al 27 marzo, dalle 10 alle 16 presso l’Istituto Leonarda Vaccari, in Viale Angelico 22 a Roma. Parteciperanno artisti emergenti e ragazzi dell’Istituto Leonarda Vaccari, del Centro Don Orione, dell’Opera Don Calabria, del Don Guanella, del Sant’Egidio e della Fondazione Don Carlo Gnocchi. Abbiamo contattato Fulvia Minetti, Critico e ArteTerapeuta, Presidente Fondatrice dell’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea di Roma, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
Benvenuta su CulturSocialArt. Noi amiamo parlare di arte in generale e devo dire che iniziative come questa, che coinvolgono una serie di scuole, centri, fondazioni, sono un toccasana per l’arte stessa. Lo stesso nome dell’evento è d’ispirazione: Mostra Integr’Azione: Vita d’Arte e Arte di Vita. L’arte itinerante che celebra la vita. Perchè la mostra si chiama Integr’Azione, qual è il suo scopo?
L’Integr’Azione non chiude nel cerchio elettivo della norma pregiudiziale di un modello identitario; è “l’unità dell’essersi”: un atto etico di solidarietà è il luogo umano della solidità, che vincola l’io all’altro per l’intero del se stesso. L’altro è la condizione di senso e di verità. La sostanza dell’identità è una relazione: di sé è sempre all’altro e l’emarginazione nega, con l’esistere dell’altro, l’essere stesso del negante.
Il tema celebra la differenza; da cosa è nata l’esigenza di portare in evidenza questo argomento?
Nessuno fra due orizzonti di sguardo possiede la verità: la verità è fra di essi, al luogo di eccedenza, che si trova andando, un poco, al di là di se stessi. La celebrazione della differenza, come ricchezza dell’identità e sua relazione dialettica, è arte di prevenzione di ogni forma di violenza.
Come si sono posti gli artisti di fronte a questo tema?
Essendo artisti diversamente abili si sono posti di fronte al tema che più sentitamente riguarda il modo di essere visti dall’altro, a monito di un sostrato di universalità che tutti ci accomuna e a disvelamento dell’ulteriorità che si cela dietro l’apparenza pregiudiziale.
Come vivono i giovani il momento di creazione?
La creazione è istante di libera configurazione immaginativa per la rifigurazione protagonistica di sé e della propria vita.
Quali sono stati i parametri di scelta del lavoro svolto?
L’arte è luogo etico: partecipa ad un sostrato di universalità espressiva, valore e senso comune all’essere umano, che apre ad una comunicazione sempre possibile, oltre le individualità, le differenze, le culture.
L’arte è luogo maieutico: grembo per la nascita protagonistica dei potenziali espressivi latenti della persona, alla coscienza e alla collettività.
L’arte è luogo semiologico: occasione di senso per una semiotica estetica psicofisiologica dai contenuti preconsci dei simboli artistici, che segue il movimento semantico ed emotivo della creazione artistica, che fonda e rifonda gli assetti dell’uomo e delle cose.
L’arte è luogo gnoseologico: è opera di conoscenza, oltre l’abitudine pregiudiziale, dell’attingimento ad un codice archetipico universale all’uomo e di riconoscimento mutuale dell’identità dagli incontri espressivi e prospettici con la differenza.
L’arte è luogo individuativo: è configurazione inconscia, possibilità infinitamente aperta di rifigurazione cosciente di sé, della propria vita e del mondo, in divenire dall’universale collettivo condiviso, che dona il senso dell’essere.
L’arte è luogo sociale: è integrazione, dal principio di piacere al principio di realtà, del ritrovarsi nella differenza e del progetto di futuro.
L’arte è luogo paradigmatico: oltre i processi di deduzione e d’induzione, è sviluppo della neocorteccia nel processo inferenziale di abduzione, ove l’ipotesi creativa dell’arte è primo paradigma del rapporto uomo-mondo.
L’arte è luogo dialettico-veritativo: è dialogo esistenziale fra necessità e libertà, fra essere ed esistere, fra inconscio e coscienza, fra identità e differenza, nel divenire aperto dei significati della vita, luoghi del transito della verità.
Siamo alla VI edizione, come è cresciuta la Mostra negli anni?
La mostra ha acquisito un carattere itinerante per raccogliere l’attestazione d’esistenza lungo la fenomenologia degli incontri.
Quali sono le prospettive per il futuro?
L’etica rinascita ciclica dell’identità dal grembo dell’arte e della differenza.
Ringraziamo sentitamente per la pregevole cura la Direzione di CulturSocialArt.
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