Don Chisciotte al Teatro Testaccio di Roma

Dal 6 all’ 8 aprile 2018

alle ore 21.00, domenica alle ore 18.00

Una produzione La Bottega dei Comici

al Teatro Testaccio


Don Chisciotte

Con Gabriele Guarino, Lorenza Sacchetto, Luca Gabos e Micaela Bonito

Regia di Gabriele Guarino

La Bottega dei Comici torna in scena al Teatro Testaccio per lavorare stavolta su uno dei testi più importanti della letteratura spagnola e mondiale: Don Chisciotte.

L’opera risale agli inizi del primo Seicento, proprio lo stesso periodo dello sviluppo della Commedia dell’Arte, che adesso la accoglie attraverso il lavoro della compagnia.

Il regista Gabriele Guarino spiega che è stata scelta perché si fa metafora della condizione di chi fa teatro, che lotta contro sfide apparentemente impossibili, da far sembrare i propri obiettivi utopie. Così come Don Chisciotte “siamo etichettati come pazzi, idealisti, privi di qualsiasi cognizione della realtà. DonChisciotte insegna invece che la sua scelta è profondamente razionale in quanto sceglie di vedere e cogliere nella realtà delle immagini e delle storie che altri non vedono, presi della frenesia del quotidiano, dai condizionamenti culturali, dalle logiche di mercato, dalla pigrizia creativa e immaginifica ormai preponderante. Tornare alla nobiltà e alla bellezza dei temi cavallereschi è al contrario un sacrosanto e legittimo diritto di restituire alla propria esistenza il culto del bello, della poesia, del potere salvifico dell’immaginazione”.

La Bottega dei Comici incontra il Don Chisciotte e ne racconta l’effetto reale nella loro vita da commedianti, vuole raccontare al pubblico la propria condizione nella realtà di oggi.

Così nasce il metateatro, che questa opera sembri stimolare: si pensi al racconto di Borges “Pierre Menard (autore del Don Quijote de la Mancha)” o a “Fiori Blu” di  Raymond Queneau (tradotto nella versione italiana da Calvino).

“Ecco perché quattro attori, quattro comici, quattro compagni d’avventura, – dice Guarino – apparentemente scalcagnati e precari insistono nel potare avanti il loro spettacolo, trainati dalla spinta creativa di uno di loro che, credendosi Don Chisciotte, permette agli altri tre di immergersi completamente nel tema dell’utopia ergendosi a paladini di una vita possibile, rinnovata, tra le macerie e gli stracci delle ansie del quotidiano”.

Questo progetto si inserisce nel percorso stagionale dedicato alla Commedia dell’Arte al Teatro Testaccio, dove la compagnia presenta mensilmente una diversa opera che svela un segreto diverso dello spettacolo in maschera.

“La Bottega, continua il suo percorso sul tema della liberazione della vera natura, per cui se ne La Mandragola le maschere sono la rappresentazione degli archetipi classici, per cui i personaggi in maschera rappresentano i valori della natura e quelli senza maschera i condizionamenti della cultura, ne La Locandiera mascherarsi dichiara l’ambiguità su ciò che si crede cultura e ciò che invece è natura; Empanada invece racconta la maschera come strumento di rivelazione della vera natura fino alla negazione della maschera stessa. Qui Don Chisciotte, senza maschera, incarna la possibilità di una natura che al suo interno accolga e comprenda i meccanismi culturali di un’educazione e uno stile di vita, in questo caso quello legato al codice cavalleresco, in maniera talmente profonda da diventare parte integrante della natura stessa. Perché la maschera non sia mai vista come un marchio ma solo come uno strumento di passaggio di un percorso dell’uomo alla scoperta di se stesso”.

 

Ufficio stampa

     FEDERICA GUZZON

 

prenotazioni Teatro Testaccio: 06 5755482 · 393 2634269 

 
 
 

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Sissi Corrado

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