Intervista a Emilia Miscio per “Villaggio Jamaica”
A Teatro San Genesio di Roma fino al 15 aprile è andato in scena il nuovo spettacolo di Emilia Miscio “Villaggio Jamaica” del quale è regista e autrice, insieme a Simone Giulietti. Una commedia divertente che ha ottenuto il favore del pubblico e della critica. Abbiamo raggiunto la regista per rivolgere a lei alcune domande.
Cosa racconta questa commedia?
La commedia è scritta a quattro mani da me e Simone Giulietti che è anche attore in questa commedia. Narra le vicende di una coppia di fidanzati che decidono di sposarsi in un villaggio turistico gestito da italiani in Jamaica, per coronare il loro sogno d’amore. Tutto sembra procedere per il meglio fin quando arriveranno una serie di personaggi buffi, bizzarri, davvero molto particolari, che in qualche maniera stravolgeranno un po’ la vita di questa coppietta in Jamaica e quindi anche il loro matrimonio.
Il vostro è anche un omaggio a Bob Marley e alla commedia italiana degli anni ’70, cosa ti ha attratta di questi due temi inseriti all’interno della commedia?
Il primo omaggio è un omaggio, come hai detto, a Bob Marley. Un omaggio che io in particolare faccio a questo grande artista che mi ha sempre accompagnata fin da bambina. Devo dire che in casa, mio padre aveva dei suoi vinili comprati a Londra, quindi a casa mia c’era sempre la sua musica. Chiaramente nel momento in cui abbiamo ambientato questo spettacolo in Jamaica era quasi necessario mettere la sua musica e quindi lei accompagna in sottofondo tutto lo spettacolo. Più chiaramente accompagna alcuni momenti, diciamo, particolarmente esilaranti e buffi. E poi anche un omaggio agli anni settanta. Ovviamente Bob Marley era degli anni settanta, quindi lo spettacolo è ambientato in quegli anni, quindi vedrete appunto costumi, ambientazioni tipiche di quel periodo. Un omaggio anche alla commedia italiana. In particolare ricordo un film che tra l’altro non è degli anni settanta ma degli anni ottanta, “Il casotto” che forse in pochi ricordano, del regista Sergio Citti, che era praticamente ambientato, all’interno di una cabina di uno stabilimento balneare e tutto si svolgeva all’interno di questo casotto. È ciò che accade un po’ per Villaggio Jamaica, dove tutta la vicenda si svolge all’interno di questo bungalow. Ma è anche un omaggio a quella commedia italiana ambientata un po’ al mare, negli stabilimenti, tipici appunto di quel periodo.
I protagonisti sono un giovane musicista e una giovane scrittrice: quanto c’è degli autori in tutto questo?
Nulla. Nel senso che di mestiere appunto facciamo altro, facciamo teatro, quindi non c’è nulla. Semplicemente abbiamo voluto dare un tocco di romanticismo a lei. Questa scrittrice di romanzi rosa, è molto romantica e sogna un matrimonio davvero da sogno, in questa terra caraibica. Lui, invece, è un musicista hippie, il tipico musicista dell’epoca. Pensiamo per esempio a tutti i concerti che si facevano all’epoca, come quello di Woodstock. È tipico anche nell’abbigliamento. Suona la chitarra e scrive delle canzoni dedicate appunto a lei e in particolare, nel caso di questa loro vacanza, scriverà una canzone proprio con una base raggea.
Chi tra i personaggi descritti l’ha divertita maggiormente
Il personaggio che mi ha divertita di più sia nel dirigerlo che durante la scrittura con Simone, è stato sicuramente il personaggio di zia Rita, che è appunta la zia di Rita, la fidanzata del protagonista. È un personaggio molto particolare perché in realtà racchiude in se un po’ tutti i vizi dell’umanità. È un personaggio caratterizzato in maniera buffa perché è interpretato da un uomo, seduto su una carrozzella ed è un personaggio che, come ho detto, racchiude un po’ tutti i vizi, perché non è la classica zia buona di questa ragazza fortemente romantica, ma al contrario un maschiaccio. Ha un linguaggio fortemente colorito, quindi ogni tanto nel suo modo di parlare inserisce delle parolacce quasi come se fosse un camionista, per questo è stato un personaggio molto, molto carino da scrivere e poi da dirigere. È divertente anche perché, chiaramente, è stato interpretato da un uomo. Quello di far interpretare un personaggio femminile ad un uomo è un espediente che inserisco spesso nei miei spettacoli e devo dire che il risultato è molto particolare e soddisfacente.
Come hai gestito la regia di questo spettacolo
La regia è stata gestita in maniera molto serrata. Cioè abbiamo fatto delle prove che in tutto sono durate quasi un mese con un gruppo fortemente affiatato ed è stato dato un tocco molto particolare perché oltre, diciamo, a quello che il pubblico vede nello spazio scenico, quindi la recitazione che avviene sul palco, avremo anche una recitazione che va oltre lo spazio scenico e va nel dietro le quinte. Al di là di una porta finestra, le persone sedute appunto in platea, vedranno un altro tipo di recitazione, cioè tutte le persone del villaggio che entreranno e usciranno nel bungalow e avranno quindi a che vedere con la coppia o che saranno occupate in tutta una serie di attività all’interno del villaggio, quindi, chi giocherà a pallone, chi giocherà con l’arco, semplicemente persone che passano e bevono un drink, proprio per andare al di là dello spazio scenico, al di là del bungalow e creare praticamente la vita del villaggio, per quello che chiaramente consente il teatro.
Una mia curiosità, come si dirige uno spettacolo che si è scritto, ci sono differenze, ci sono immagini che hai visto prima e poi hai ricambiato quando sei andata sul palco…
No, no, assolutamente. Per me è stata la stessa cosa perché più di una volta per esempio, ho anche tradotto dei testi inglesi, commedie brillanti o anche gialli, che praticamente da noi in Italia non erano mai arrivati. Anche in quel caso senti il testo molto tuo, perché comunque nella traduzione metti anche un adattamento ai dialoghi in italiano e quindi senti questi testi molto tuoi, non cambia assolutamente nulla, non vedi assolutamente nulla, come dicevi tu, ai quali puoi ispirarti, lavori semplicemente sul testo, sull’immaginazione e fantasia e dobbiamo averne tanta perché è sempre un rinnovamento. Si lavora sul testo e poi il testo, con tanta fantasia e tante idee, si mette poi in scena.
Ci avviciniamo alla seconda settimana di rappresentazione, come sta andando e quali sono i complimenti che ti hanno fatto particolarmente piacere?
Sì, comincia la seconda settimana. Io personalmente come anche tutti gli attori, siamo molto soddisfatti, perché, chiaramente ogni volta è un portare qualcosa e capire quanto il pubblico possa apprezzare, anche perché il pubblico è vario, c’è chi apprezza un genere, chi un altro. Devo dire però che lo spettacolo è stato presentato come una commedia divertente, una commedia dove ti siedi e ridi per un’ora e mezza, quindi, senza nessuna aspettativa, di altro genere. È stato uno spettacolo apprezzato da tutte le età, ci sono stati anche dei bambini che hanno riso, quindi che hanno interagito durante lo spettacolo e poi ci sono stati anche dei giornalisti che hanno scritto positivamente. Quindi anche da un punto di vista della critica è stato uno spettacolo che è piaciuto, siamo molto soddisfatti e in attesa di cominciare questa seconda settimana.
Ricordiamo chi va in scena in questo Villaggio Jamaica?
In questo Villaggio Jamaica vanno in scena dieci personaggi più una serie di comparse occupate, come dicevo prima, in quella che è la vita al di fuori del bungalow. Quindi abbiamo Simone Giulietti, Ambra Lucchetti, Leonardo D’Angelo, Claudio Carnevali, Claudio Bianchini, Ivano Cavaliere, Giovanna Tino, Fiammetta Blasucci, Lorenzo Girolami, Daniele Di Martino. Oltre agli attori ci sono, come dicevamo, una serie di comparse, Alessandro, Emanuele e Lorenzo. In particolare un ringraziamento va alle persone che sono dietro le quinte e sono un po’ il mio braccio destro. Lo spettacolo viene preparato chiaramente da me, ma dietro le quinte ci sono dei tecnici che sono appunto lì per far entrare e uscire gli attori per creare quelle che sono le scene al di fuori del campo scenico e quindi ringraziamo Simona Borrazzo che è il direttore di scena e la sua assistente Letizia Floreani che hanno veramente fatto in questi giorni un lavoro notevole, perché sono dietro le quinte e costantemente dietro agli attori per coordinare tutte le entrate e uscite, tutti gli oggetti che sono veramente tantissimi.
Noi ti ringraziamo tantissimo e chiaramente ti auguriamo ancora un in bocca al lupo per questo spettacolo
Grazie, grazie a voi!
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