Intervista al regista de “La Tarantina”, Fortunato Calvino
In scena all’Off/Off Theatre “La Tarantina (Carmelo Cosma)” in prima nazionale con Carmela Cosma, Luigi Credendino, Roberto Maiello e Antonio Clemente, per la regia di Fortunato Calvino, andata in scena dal 27 al 31 marzo. Abbiamo posto alcune domande al regista dello spettacolo Fortunato Calvino.
Lo spettacolo prende vita dal Film-Documentario, presentato a molti festival, cosa l’ha spinta a portarlo anche a teatro?
Portare su un palcoscenico la Tarantina e’ stata un’esperienza unica…girando il Film-Documento ho capito che sarebbe stato interessante e unico averla live su un palco a raccontare la sua vita senza freni e limiti al suo essere sempre se stessa anche davanti a un pubblico.
Cosa racconta la pièce?
Essendo anche un drammaturgo ho costruito un percorso preciso per lei, lavorando su due livelli: quello della costruzione di uno spettacolo che avesse come centro lei con le sue storie, insieme a tre attori (che interpretano delle sue amiche), che la sostengono nei ricordi del suo passato. E il simbolo che e’ anche rappresentazione di un mondo e’ proprio la tombola di Femminielli, usando i numeri che lei estrae dal “Panaro” per legare il significato del numero a una sua storia inserendo all’interno dei personaggi che lei evoca tra cui anche una sua cara amica “Pelle di seta”, che frequentava la stazione centrale di Napoli.
La vita della protagonista è un insieme di eventi e incontri non solo con la vita più dura, ma anche con personaggi che hanno caratterizzato la vita mondana e culturale del nostro paese: come ha affrontato questo argomento?
Ho voluto che lei raccontasse in scena gli episodi più importanti e significativi e soprattutto la sua particolare “dolce vita” romana dove inconsapevole essendo appena un ragazzino ha frequentato personaggi come Fellini, Pasolini, Parisi che hanno dato un contributo di rinnovamento alla cultura mondiale.
Cosa vorrebbe arrivasse al pubblico che viene ad assistere alla pièce?
La grande forza della Tarantina e la determinazione a confrontarsi per la prima volta con un pubblico teatrale. Lei non si sottratta mai alle estenuanti prove dove abbiamo costruito un solido canovaccio. E quello che e’ arrivato al pubblico in queste sere al teatro Off Off di Roma e’ la sua vita, il suo passato spesso spietato riuscendo alla fine dei suoi racconti a lasciare un sorriso e un momento di riflessione al pubblico.
In scena oltre al protagonista, tre attori, come ha vissuto il rapporto con loro?
Portare in scena un vero femminiello credo che sia un fatto eccezionale unico e irripetibile con altri femminielli anche perchè e’ una generazione in estinzione…la Tarantina e’ l’ultimo testimone di un passato storico dimenticato, sparito e sia Luigi Credendino, che Antonio Clemente e Roberto Maiello hanno saputo calarsi e adattarsi bene ai ritmi della protagonista.
Invece com’è il rapporto con il protagonista?
Con la Tarantina il rapporto e’ stato sempre diretto e devo dire che e’ stata di una professionalità unica…sempre la prima ad arrivare in teatro: abbiamo anche discusso molto ma poi abbiamo sempre trovato un punto d’incontro.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Oltre ai protagonisti uno spettacolo e’ fatto di tante collaborazioni e in particolare vorrei citare Renato Esposito per il disegno luci. Prossimi progetti sono il Master di Scrittura Teatrale che
che faccio all’Università Federico II di Napoli e a giugno sarò al Napoli Teatro Festival Italia con un mio testo che debutterà in prima nazionale e dedicato al mondo del teatro dal titolo: FUORISCENA
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