“Master Shakespeare” al Teatro Kopò
“Sono stato l’idolo di dodici continenti e di otto emisferi.” Un anziano attore ricorda a voce alta i momenti più belli della sua lunga carriera: le interpretazioni dei grandi personaggi shakespeariani, nei teatri di città come nei cinema di provincia, gli applausi fragorosi, l’affetto degli ammiratori, e insieme gli inciampi, gli incidenti, le rivalità, i fischi, le fughe, le figuracce, le bettole, gli impresari sul lastrico, le liti di compagnia… C’è un piccolo problema, però: l’attore ha sì e no quarant’anni. Quei ricordi infatti non appartengono a lui, ma a un attore irlandese: Anew McMaster (1894-1962), l’ultimo dei grandi capocomici britannici non ancora immischiati nel cinema e nella televisione – come dice Harold Pinter, che a McMaster ha dedicato un breve racconto-saggio.
Il giovane attore si è quindi volontariamente introdotto nella carcassa del vecchio attore, e da lì prende il coraggio, quasi la spinta per affrontare – tra una reminiscenza e l’altra – alcuni brani del repertorio shakespeariano. Ma mentre imposta la sua performance protetto dal guscio dell’affettuosa caricatura, la grazia del testo, la purezza di ciò che va declamando lo contagiano, fino al punto di fargli dimenticare che non Shakespeare sta recitando, bensì un vecchio attore che recitando Shakespeare da tutta una vita riesce a raccontare di sé solo attraverso le sue parole, senza soluzione di continuità.
CAST
Master Shakespeare è interpretato da Giulio Federico Janni, attore di lungo corso che negli ultimi dieci anni è stato diretto diverse volte da Alessandro Gassmann. La rievocazione dell’attore irlandese, buffa, grottesca, divertita, esalta le sue qualità di comico naturale, perfettamente a suo agio nella maschera che si è scelto, ma capace anche di rendere conto di una nostalgia: l’ambigua nostalgia per quel mondo in cui lo stare in scena di fronte a un pubblico era l’unica forma di spettacolo.
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