Quasi niente al Teatro delle Passioni di Modena
Teatro delle Passioni
Viale Carlo Sigonio 382, Modena
Stagione 2018/2019
27, 28, 29, 30 novembre ore 21.00
1 dicembre ore 20.00
2 dicembre ore 17.00
QUASI NIENTE
un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
liberamente ispirato al film Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni
collaborazione alla drammaturgia e aiuto regia Francesco Alberici
con Francesca Cuttica, Daria Deflorian, Monica Piseddu, Benno Steinegger, Antonio Tagliarini
collaborazione al progetto Francesca Cuttica, Monica Piseddu, Benno Steinegger
consulenza artistica Attilio Scarpellini
il testo “Buono a nulla” è di Mark Fisher
luce e spazio Gianni Staropoli
suono Leonardo Cabiddu
musiche dal vivo Domani di Franco Fanigliulo, Niente di speciale e Come la notte di Leonardo Cabiddu e Francesca Cuttica eseguite dalla band Wow
il brano Il surf della luna è di Giovanni Fusco
costumi Metella Raboni
traduzione e sovrattitoli in francese Federica Martucci
direzione tecnica Giulia Pastore
organizzazione Anna Damiani
accompagnamento e distribuzione internazionale Francesca Corona / L’Officina
una produzione A.D. / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Teatro Metastasio di Prato /Emilia Romagna Teatro Fondazione
in coproduzione con théâtre Garonne, scène européenne Toulouse / Romaeuropa Festival / Festival d’Automne à Paris / Théâtre de la Bastille – Paris / LuganoInscena LAC / Théâtre de Grütli – Genève / La Filature, Scène nationale – Mulhouse
con il sostegno di Istituto Italiano di Cultura di Parigi, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, FIT Festival – Lugano
Durata 1 ora e 40 minuti
Dal 27 novembre al 2 dicembre il palco del Teatro delle Passioni di Modena ospita Quasi niente, l’ultimo lavoro di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, coprodotto da A.D., Teatro di Roma, Teatro Metastasio di Prato e Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Attraverso spettacoli come Reality, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni e Il cielo non è un fondale, da qualche anno il duo Deflorian-Tagliarini sta indagando il nostro stare al mondo, le nostre solitudini, il rapporto che abbiamo con la realtà e l’emarginazione sociale. In quest’ultimo lavoro oggetto di partenza è Il deserto rosso, prima opera a colori del 1964 di Michelangelo Antonioni che vede in scena una straordinaria Monica Vitti nei panni di Giuliana, moglie e madre.
«La nostra scelta – affermano Daria Deflorian e Antonio Tagliarini – è quella di essere in cinque in scena, tre donne e due uomini. Prima di tutto per evitare il triangolo borghese, moglie-marito-amante, per avere la possibilità di lavorare liberamente attorno alla figura di Giuliana e infine per rispondere alla tensione anti-realistica del film. Infatti, se questa opera ci ha colpito è anche perché il film non è la sua trama, e questo ci corrisponde. Da sempre, nei nostri lavori, siamo attratti da figure marginali, dimesse (quelle lucciole fisiche e di pensiero così ben descritte da Georges Didi-Huberman), da sempre ci descriviamo nelle loro cadute e fallimenti. Figure apparentemente lontane dal cinema di Antonioni e dalle sue ambientazioni medio borghesi. In realtà, Giuliana fa pienamente parte di questa galleria di persone storte, riuscite a metà. È una “selvatica vestita elegante”, a suo modo una Kaspar Hauser. C’è qualcosa in lei che ci parla di una ricerca di verità che spesso, nella nostra sempre “maggiore” capacità di stare al mondo, abbiamo perso. Ci siamo adattati. Accomodati, abbiamo azzittito domande come quelle che lei si pone: “Ma cosa vogliono che faccia con i miei occhi? Cosa devo guardare?”. Il nostro vuole essere un lavoro non solo sul disagio, la fragilità, sulle crepe, ma anche sulla fanciullezza di una donna che il mondo non sembra più interessato ad ascoltare».
Nel dopoguerra, in quel particolare periodo storico in cui si crede ciecamente nel progresso tecnologico e scientifico, Giuliana si interroga in maniera personalissima su questo cambiamento epocale: “C’è qualcosa di terribile nella realtà, e io non so cosa sia. E nessuno me lo dice”, afferma Giuliana. «Più che essere ammalati in quanto individui – prosegue il duo Deflorian-Tagliarini – lo siamo come società e senza quel margine di immaginazione (“dietro al nostro fantasticare c’è il mondo intero” poteva scrivere Antonioni a Mark Rothko in una lettera) che rende Giuliana la figura più vera, più singolare, più viva del film. Ora siamo in un mondo che sembra aver perfettamente compiuto quella parabola di disagio, rendendola addirittura positiva e insuperabile. Il mondo che un giovane teorico della cultura, Mark Fisher, ha definito del “realismo capitalista”. Un realismo che non è come gli altri: è un realismo integrale, senza porte e senza finestre, che ha preventivamente escluso ogni altra visione del mondo, sussunto ogni passato, ipotecato ogni futuro. Ma è proprio questa la scommessa marginale del teatro: continuare a far intravedere il “mondo intero” dietro un imponente fantasticare e i limiti di “questo mondo” dietro la potenza con cui schiaccia i singoli».
Conversando di teatro: sabato 1 dicembre al termine dello spettacolo presso il Teatro delle Passioni, la compagnia incontra il pubblico.
Ingresso libero. In collaborazione con Amici dei Teatri Modenesi.
Informazioni e prenotazioni:
Prezzi dei biglietti € 12 / 6
Biglietteria Teatro Storchi – Largo Garibaldi 15, Modena
Orari apertura al pubblico: martedì, venerdì e sabato ore 10 – 13 e dalle 16.30 -19 – mercoledì e giovedì ore 10-14
Biglietteria Teatro delle Passioni – Viale Carlo Sigonio 382, Modena
Aperta solo in concomitanza degli spettacoli programmati, da un’ora e mezza prima della rappresentazione.
Biglietteria telefonica – tel. 059 2136021
Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13
biglietteria@emiliaromagnateatro.com | modena.emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.it
Debora Pietrobono – Responsabile Ufficio Stampa Emilia Romagna Teatro Fondazione
c/o Arena del Sole Via San Giuseppe, 8 – 40121 Bologna
Sara Guerra – Ufficio Stampa Teatro Storchi e Teatro delle Passioni
Viale Carlo Sigonio, 50/4 – 41124 Modena
tel. 059 2136042
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