Roma Fringe Festival 2017 seconda settimana
ROMA FRINGE FESTIVAL 2017
VI Edizione
PROGRAMMA
26 agosto – 17 settembre
Villa Mercede, Via Tiburtina 113 – 115. Dalle 19.30 a mezzanotte
SECONDA SETTIMANA: 3 SETTEMBRE – 8 SETTEMBRE
Real Lear
IF Prana (Viareggio – Lucca)
di Caterina Simonelli
regia di Marta Richeldi
Teatro Classico / Riscrittura
Palco A: 19.30 domenica 3 settembre, Palco A: 22.30 lunedì 4 settembre, Palco A: 19.30 martedì 5 settembre
Allora è successo davvero? Perché per me è successo non era una leggenda Lear!Voglio dire, lì si racconta tutto per filo e per segno!
È così che è andata, anche per noi, no? Nonno. Real Lear è una riscrittura che attraversa, in maniera piccola e grande, la storia del Lear di Shakespeare creando nuove leggende, tutte personali e in cui prepotente appare la Realtà. C’è un re, c’è un vecchio e ci sono le figlie di questo re, di questo vecchio. Poi ci siamo noi, gli eredi bastardi. Ci sono parole che volano fra padri e figli, fratture mai più conciliate… e ancora noi che di tutte queste storie, queste leggende, chissà se riusciremo mai a farne qualcosa di buono. Noi i figli di un tempo che non è capace di parlare come sente. We should speak what we feel, not what we ought to say. Un monologo ricco di personaggi. Personaggi reali, personaggi del Bardo e leggende… è una tragedia! Per questo si ride, perché lo aveva già detto Shakespeare, ma tu non puoi proprio farci niente.
Edizione straordinaria
Chiara Catalano (Roma)
di Pier Paolo Fiorini
regia di Francesca Staasch
Monologo Comico
Palco B: 21.00 domenica 3 settembre, 21.00 lunedì 4 settembre, 21.00 martedì 5 settembre
Edizione straordinaria è un monologo – esilarante e drammatico allo stesso tempo – dove la protagonista – Marina Maniscalchi – esplode nelle diverse voci di se stessa, lanciando, un vero e proprio telegiornale dell’interiorità – un telegiornale privato ed intimo che espone, con il sensazionalismo tipico delle edizioni straordinarie, notizie dal suo interno: stralci della coscienza, deviazioni della psiche, piccole esperienze quotidiane, preoccupazioni, desideri, lutti, ricordi, manie di grandezza, momenti di sconforto, conflitti tra l’io, l’es e il super-io, in una sequenza adrenalinica di capriole e giravolte.
La protagonista Marina Maniscalchi lancia il suo telegiornale per tentare di dare importanza ai miseri fatti della sua vita quotidiana, di riflettere sulle proprie contraddizioni, di venire a capo della improvvisa crisi di identità che l’attanaglia.
Nel far questo, travestita da conduttrice snocciola notizie su se stessa, manipola le opinioni, chiama la propria coscienza come esperta in studio a dire la sua, si collega con la parte più esposta di sé inviata sul fronte di guerra, lancia rubriche dello sport, della cultura, della scienza e della moda, cerca appiglio nella sua parte salutista, tenta di mettere ordine al proprio partito interiore così diviso e litigioso, si sforza di immaginarsi aldilà delle proprie ristrettezze, in modo iperbolico, sconfinando in un narcisismo senza vie d’uscita. Vi è sì, implicita nel progetto, una satira sui social network, dove ognuno tenta di dare importanza – a volte con esiti grotteschi – ai fatti della propria intimità e, al contempo, una satira sui telegiornali, che mescolano, in modo bipolare, il frivolo e il drammatico fino a farli annullare tra di loro. Vi è ancor di più, soprattutto, l’idea di mettere in scena il parallelismo comico-tragico tra l’estrema interiorità della coscienza e l’esteriorità del mondo, quasi si articolassero allo stesso modo, con schemi e metodi affini, lì dove il conflitto psichico del personaggio sembra solo un derivato della schizofrenia dell’Occidente.
InFiamma
Compagnia Il Girasole (Nettuno)
di Simone Castano
Dramma
Palco A: 22.30 domenica 3 settembre, Palco A: 19.30 lunedì 4 settembre, Palco A: 22.30 martedì 5 settembre
Una scrittura scenica collettiva nata dall’incontro di tre testi: il “Don Giovanni” di Molière, il “Caligola” di Camus” e l’ “Amleto” di Shakespeare.
InFiamma: la storia di un’umanità, di uomini, alla continua ricerca della propria fiamma, fiamma intesa come libertà. Una serie di personaggi tra i più disparati, un boss, due sorelle, un servitore, un mendicante, che sotto abiti socialmente puliti, mascherano le proprie immoralità; ed un padre che non accetta la condotta morale del proprio figlio, quando in realtà quest’ultimo è l’unico a non lasciarsi sopraffare e a trarre vantaggio dalle paure e dalle debolezze d’una società corrotta. Un figlio che viene salvato dall’immensità; ma era forse meglio l’immenso mare piuttosto che una terra inghiottita dal credo e dalle convinzioni che determinano i limiti e le paure d’ogni uomo?
Qual’è il momento in cui l’uomo viene privato della libertà e quanto si è disposti a lottare, a rinunciare e a pagare, per questa fiamma?
AUDIZIONE
Le Ore Piccole (Roma)
di Chiara Arrigoni
regia di Francesco Toto
Dramma
Palco B: 19.30 domenica 3 settembre, Palco A: 21.00 lunedì 4 settembre, Palco B: 19.30 martedì 5 settembre
In uno scantinato si sta svolgendo un’audizione per un incarico di una sola sera pagato 100.000 euro. Il requisito fondamentale dei partecipanti è uno: essere sieropositivi. Tra i due contendenti, Sarah e Miguel, solo il più motivato – o disperato? – riuscirà a conquistare il posto, dimostrando all’esaminatore che può superare ogni senso di colpa. A poco a poco si svela qual è il misterioso compito: partecipare a un’orgia per ricchi annoiati che vogliono provare qualcosa di forte per sentirsi vivi.
IL CIRCO CAPOVOLTO
Teatro delle Temperie (Bologna)
di Andrea Lupo
regia di Andrea Paolucci
Monologo Civile
Palco A: 21.00 domenica 3 settembre, Palco B: 19.30 lunedì 4 settembre, Palco A: 21.00 martedì 5 settembre
Un vortice in cui memoria, appartenenza, famiglia e sangue si mescolano a guerra, deportazioni, tradimenti, fughe e vendette. Un circo costretto in dieci scatoloni in attesa di liberare tutto il suo carico di storie di umanità, di gioia e leggerezza.
Club 27-a song for no one-
I Cani Sciolti Compagnia Teatrale Artigianale (Roma)
di Luca Pastore
regia di Luca Pastore
Dramma
Palco C: 19.30 domenica 3 settembre, 22.30 lunedì 4 settembre, 19.30 martedì 5 settembre
IL CLUB come un limbo in un tempo sospeso che racchiude le maggiori e influenti personalità dell’ultimo secolo d’arte, delimitato dallo spazio bianco, dalla totale mancanza di confini ai quali gli artisti sono tanto legati e sui quali hanno costruito il loro essere “artista” il DOLORE È BIANCO.
Romeo era grasso e pelato
Titania Teatro (Napoli)
di Davide Sacco
regia di Daniela Cenciotti
Teatro di prosa / Classico
Palco C: 21.00 domenica 3 settembre, Palco B: 21.00 lunedì 4 settembre, Palco C: 21.00 martedì 5 settembre
Due personaggi presi a pretesto dal fantasmagorico mondo shakespeariano, Lady Macbeth e Giulietta messe insieme in un luogo non luogo con una domanda: come è il vostro uomo? Un’ironica indagine su tutte le “idolizzazioni” che le donne spesso fanno degli uomini che gli stanno accanto, tutti belli, tutti forti e sempre eroi, ma ogni tanto capita che non sia così… Spesso… Sempre. Un incontro tra due generazioni di donne che rispolverando il mondo shakespeariano e lo riguardano in ottica ironica e cinica lasciandosi indagare e dandoci una visione probabile o quantomeno plausibile dei comici limiti di questi personaggi in un gioco di porte dell’anima che aprendosi e chiudendosi lasciano entrare tutte quelle contraddizioni che da Shakespeare ad oggi hanno caratterizzato la vita delle donne.
OcchioPin
Rueda Teatro (Pescara)
di Laura Nardinocchi
Dramma
Palco A: 21.00 mercoledì 6 settembre, Palco B: 19.30 giovedì 7 settembre, Palco A: 21.00 venerdì 8 settembre
Una città di provincia. Una società come tante altre.
Tutti credono nei medesimi ideali.
Tutti vivono in case uguali fra loro.
Tutti si vestono, si salutano e camminano allo stesso modo.
Nessuno vuole differenziarsi. È troppo rischioso.
Ma un giovane adolescente decide di provarci.
Riuscirà in questo suo intento?
Lui, ha solo una certezza.
È pronto a combattere.
È pronto a dire la sua.
È pronto ad esprimersi.
È pronto a ribellarsi.
Agendo, forse, qualcosa potrà cambiare. Forse
METAMORFOSYS
TLAB (Roma)
di Vittoria Faro
Performance art
Palco C: 21.00 mercoledì 6 settembre, Palco B: 21.00 giovedì 7 settembre, Palco C: 21.00 venerdì 8 settembre
METAMORFOSYS ripercorre il mito ovidiano in una mutata forma, in una riscrittura scenica performativa, raccontando una nuova genesi dell’umanità proiettata in una delle possibili dimensione del futuro prossimo, quello in cui la realtà fenomenica soccombe alla sua immagine virtuale affidata alla Rete.
Cosa accadrebbe se il mondo per come lo conosciamo dovesse finire? Cosa resterebbe di noi? Che forma assumerebbe la nuova umanità? Che ruolo avrebbe la tecnologia? L’evoluzione tecnologica nella post modernità ha portato l’Uomo ad affidare alla Rete non solo informazioni, dati statistici e numerici, ma l’intero Sapere comune. E sempre più pensieri, ricordi, segreti, relazioni e sentimenti che in rete scambiamo o custodiamo.
“Memoria” è nell’ipotetico futuro prossimo l’unità centrale che conserva i nostri dati, ciò che siamo e la Storia che abbiamo costruito in immateriali e adimensionali impulsi di energia. “Memoria” è summa delle emozioni, dei ricordi, dei pensieri e dei sentimenti che gli esseri umani le hanno affidato nel tempo e che ora trasmette alle nuove creature, prodotti dall’evoluzione umana.
Antiempatici, i nuovi esseri sono schiavi della connessione, attraverso la quale ricercano un’identità e un senso all’esistenza. Memoria è nell’ipotetico futuro la loro divinità, che li ricomprende, li nutre attraverso la connessione del Sapere che fu dell’umanità come l’Albero della Conoscenza che nel mito antico ha condannato l’archetipo umano alla ribellione e alla perdizione.
Gli ovidiani Deucalione e Pirra, primi esseri umani nel mito ovidiano, rinascono in una nuova forma per confrontarsi ancora con il loro creatore nella disperata ricerca di una coscienza di sé e del mondo, per dare finalmente ragione e senso all’essere. Attraverso la costante connessione al dio-macchina sperimentano i nostri pensieri, le nostre emozioni e quanto di noi Memoria conserva: ma non hanno sentimenti per sentire.
In questo la tragicità del loro destino, diversamente da noi esseri mortali angosciati dalla limitatezza temporale, i nuovi esseri sono indifferenti al fluire degli anni, ma condannati ad un’eternità priva di sensazioni e quindi di vita vera. Solo un contatto diretto con la realta’ li portera’ a sentire.
Memoria, come nelle Metamorfosi ovidiane divinità capricciosa e indifferente alle sofferenze che infligge, è nella rappresentazione l’Io narrante che, fuori scena, guarda con occhio distaccato e quasi divertito l’agire delle sue creature. Sara’ attraverso il bestialismo e il ritorno alle origini che la nuova umanita’ ritrovera’ se stessa per scoprire solo alla fine che dietro quella macchina, dietro quella divinita’ non vi era nessun altro se non un uomo anche esso con le sue debolezze.
Regine sorelle
Teatro dell’Osso (Napoli)
di Mirko Di Martino
regia di Mirko Di Martino
Monologo storico
Palco B: 19.30 mercoledì 6 settembre, 21.00 giovedì 7 settembre, 19.30 venerdì 8 settembre
Maria Antonietta e Maria Carolina: figlie di Maria Teresa d’Austria e spose di Luigi XVI e Ferdinando di Borbone. Due regine, due figlie, ma forse, soprattutto, due sorelle. Da piccole, Antonietta e Carolina erano fortemente legate l’una all’altra, ma vennero ben presto divise dal corso della storia.
La favola di psiche
MAG-movimento artistico giovanile (Roma)
di Flavio Marigliani
regia di Flavio Marigliani
Monologo
Palco C: 19.30 mercoledì 6 settembre, Palco A: 22.30 giovedì 7 settembre, Palco A: 19.30 venerdì 8 settembre
Dopo una lunga serie di peripezie per trovare marito, Psiche e le sue sorelle si sposano. Psiche è la fortunata scelta direttamente da Amore, il “Signore di tutti”, onnipotente e bellissimo dio, che però mette una condizione molto particolare al suo matrimonio. Psiche non dovrà mai vedere il suo aspetto. Infatti Amore non si mostra mai a nessuno, tantomeno alla moglie, nemmeno nei momenti di maggiore intimità. La curiosità di Psiche di vedere quale sia il vero aspetto di suo marito cresce fino al punto che una notte, approfittando del sonno di Amore, la donna accende la luce e infrange il divieto. Psiche scoprirà così il vero aspetto dell’Amore…
Maria Padilha rainha do cabaret
La compagnie de l’hydre (Bruxelles)
di Federica Castellano
regia di Federica Castellano
Performance art
Palco C: 19.30 mercoledì 6 settembre, Palco C: 22.30 giovedì 7 settembre, Palco C: 19.30 venerdì 8 settembre
“Vero o falso, sono io!”, Maria Padilha avvolta da un tessuto rosso, danzando e volteggiando, danza attraverso i suoi ricordi ricostruendo quello che era il suo cabaret, di cui era la regina. Vestita di rosso e di nero, seduta alla tavola di un bar beveva e cantava e viveva di allegria, donna incantevole e signora della magia. E’ nel cabaret che Maria Padilha conquista la sua libertà. Maria Padilha non è di nessuno, appartiene a se stessa.
Oscar W.
Virgolatreperiodico (Roma)
di Andrea Onori, Mariagrazia Torbidoni
regia di Andrea Onori
Monologo letterario
Palco C: 22.30 mercoledì 6 settembre, Palco C: 19.30 giovedì 7 settembre, Palco C: 22.30 venerdì 8 settembre
Partire da Wilde per mettere in scena Wilde, il tutto nelle mani di una sola attrice che, in un susseguirsi di scambi tra persona e personaggio, dà vita a una scena spesso fatta di ribaltamenti e trasformazioni, dove anche il tempo e lo spazio non seguono necessariamente le regole della logica, affidandosi piuttosto al fascino dell’immaginazione e del gioco teatrale.
Le Notti Bianche
ARTre Produzioni (Roma)
di Gabriele Granito
Teatro Classico
Palco A: 22.30 mercoledì 6 settembre, Palco A: 19.30 giovedì 7 settembre, Palco C: 22.30 venerdì 8 settembre
Tratto dal celebre romanzo di Fëdor Dostoevskij, lo spettacolo racconta le quattro notti di due giovani pietroburghesi incontratisi, per caso, in una magica notte assolata dell’estate russa. Lui è un folle sognatore che vive alla ricerca di un amore non onirico, lei è una ragazza che spera che il suo fidanzato torni per sposarla. Entrambi hanno l’urgenza di raccontarsi per combattere le proprie paure. Finiranno per innamorarsi, fino al ritorno del ragazzo di lei. Il curioso caso di un corteggiamento/innamoramento inaspettato e spiazzante, così elegante ma allo stesso tempo viscerale.
Il Laboratorio della Vagina
ovvero LOTTO per lei
Liberamente ispirato a “I monologhi della vagina” di Eve Ensler
Drammaturgia e regia di Patrizia Schiavo
collaborazione artistica Silvia Grassi e Riccardo Liberati
Palco B: 21.00 mercoledì 6 settembre, Palco C: 21.00 giovedì 7 settembre, Palco B: 21.00 venerdì 8 settembre
Commedia
Prima di poter parlare di noi dobbiamo poter parlare del nostro organo sessuale. Come lo chiamiamo innanzitutto. Quante di voi la chiamano, vagina? C’è ancora qualcuno che la chiama: “boschetto”, “patata”, “patacca”, “patonza”… ? Storie ironiche, incredibili, fantasiose o drammatiche. Da chi ha perso il punto G e va a cercarlo in un laboratorio di sessualità a chi crede che le mestruazioni siano un segno del demonio. Parole che in toni e colori diversi vogliono restituire sacralità al corpo della donna, parole per festeggiarci, parole per sdrammatizzare, ridere, parole per non dimenticare…non dimenticare di essere donna…energia essenziale della vita.
I Roma Fringe Festival è curato da Fringe Italia e si svolge con la collaborazione artistica di Teatro Trastevere, Teatro Studio Uno, Teatro Brancaccino, Teatro Porta Portese, Teatro Le Sedie, i festival Inventaria, Do It e Artenova Festival.
L’arena cinematografica estiva è in a cura di Arene di Roma.
Appuntamento con il Roma Fringe Festival dal 26 agosto al 17 settembre a Villa Mercede, Via Tiburtina 113 – 115 (Zona San Lorenzo). Ingr. gratuito, spettacoli 6 euro.
Media Partner: Periodico Italiano Magazine, Gufetto, Saltinaria, Media e Sipario, Persinsala, Recensito, Paper Street, La Platea, Roma Tre Radio – Radio ufficiale dell’Università degli Studi di Roma Tre”.
Per info, prevendite e programma: www.romafringefestival.it
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt