Disney, l’arte di raccontare storie senza tempo

Foto @ChiaraSpatti

Un viaggio alla scoperta dello straordinario mondo narrativo Disney

Ancora pochi giorni per visitare al Mudec, Museo delle Culture di Milano, la mostra dal titolo “Disney, l’arte di raccontare storie senza tempo”.  Curata dalla Walt Disney Animation Research Library, la mostra si presenta come un percorso alla scoperta dei processi di ideazione e produzione artistica di alcune dei più famosi capolavori disneyani.

I film animati raccolti per generi narrativi – Miti, Favole, Leggende e Fiabe – vengono raccontati attraverso schizzi, disegni, dipinti, modelli e video. Il processo di creazione dei cartoon Disney è lento, continuativo e molto meticoloso; richiede mesi, e a volte anni, di lavoro. In questa mostra è presentata una selezione molto ricercata e limitata dei materiali prodotti.

Dai primi cortometraggi della serie Silly Symphony (Sinfonie allegre) – piccoli musical senza personaggi fissi in cui ritroviamo tra gli altri anche Topolino e Paperinoai più famosi lungometraggi – dal primo “Biancaneve e i sette nani” fino a “Frozen” – viene svelato un po’ del dietro le quinte di questi grandi film di animazione.

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E così si scopre che Rosaspina della “Bella Addormentata nel bosco” del 1959 è la rielaborazione del personaggio della Dea della Primavera del cortometraggio “The Goddes of Spring” del 1934, che Biancaneve inizialmente era stata creata con i capelli rossi, mentre la sirenetta Ariel aveva i capelli neri.

Nel 1928 Walt Disney dà vita a Topolino, il suo iconico personaggio, che debutta nel primo cartone animato al mondo realizzato con il sonoro sincronizzato. Da allora è un susseguirsi di sperimentazioni e di continue innovazioni che portano alla tipizzazione dello storytelling disneyano. L’azienda cresce e vengono istituiti dipartimenti dedicati alla costruzione delle storie (Story Department) e alla progettazione dei personaggi ( Character model department).  Ruolo chiave in questo successo l’ha avuto il lavoro fantastico di Albert Hunter, visual development artist che porta nello studio la cultura dell’illustrazione europea ed un’ondata di inventiva.  Suoi diversi schizzi e character study esposti, da quelli di Persefone di “The Goddes of Spring” a quelli di “Biancaneve e i sette nani” e quelli de “I tre porcellini”.

Meravigliosi i diversi Concept Art esposti, tra cui quelli di Marc Davis che nel ’50 ritrae “Cenerentola” e nel ’59 dà vita a “Malefica e Rosaspina” o quello di James Bodrero che ritrae “Bacco e Jacchus” in “Fantasia” nel ’40. Colpisce, ed è davvero un capolavoro, quello di Gustaf Tenggren che con china, tempera ed acquarello dipinge il “Paesino di Geppetto” durante lo studio di “Pinocchio”: come una gigantesca miniatura medioevale il paesaggio appare ripreso dall’alto, ma se ci si avvicina si nota Pinocchio che saltella tra il Gatto e la Volpe in una sequenza di tre atti.

La mostra è stata ideata per un pubblico eterogeneo e non manca un percorso dedicato ai visitatori più piccoli. Postazioni interattive disposte nelle diverse sale permettono di sperimentare gli elementi strutturali fondamentali della creazione di una storia e di immedesimarsi nel lavoro di un’artista dell’animazione attraverso le stesse tecniche dei Disney Studios.

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Spiace che non si sia pensato di arricchire la mostra con foto e video testimonianze dei processi creativi che hanno dato vita agli schizzi e concept art esposti. Altra piccola pecca è la mancanza di un ordine cronologico anche all’interno delle sale tematiche, scelta forse voluta ma che disorienta comunque il visitatore.

Nel complesso una mostra di grande successo che attira centinaia di visitatori disposti a pazientare anche ore di attesa in coda all’ingresso. Forse il successo è dato dalla notorietà delle animazioni Disney, forse dalla voglia di staccare per un paio d’ore dalla realtà ed immergersi nel mondo ottimistico e fiabesco del “… e vissero tutti felici e contenti”, o forse dal desiderio di carpire i segreti del successo di questo artista-imprenditore eroe del ventesimo secolo che è riuscito a fare del suo sogno una bellissima realtà. Forse semplice curiosità o voglia di leggerezza. Ad ogni modo se ancora non l’avete vista e avete un paio di ore libere non fatevela scappare: la mostra sarà visitabile al Mudec fino a domenica 13 febbraio.

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Chiara Spatti

Marketing & Communication Manager specializzata nel settore spettacolo. Da sempre appassionata d’arte in tutte le sue forme. Mamma di tre splendidi ragazzi. Amo viaggiare, la cucina giapponese, il profumo dei libri ed i colori dell’autunno.

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