Il dolore raccontato nello spettacolo di John al Teatro dell’Orologio di Roma
Al Teatro dell’Orologio di Roma, in via Filippini, va in scena “John”, tratto dal testo di Wajdi Mouawad, per la regia di Giuseppe Roselli che è possibile ammirare dal 10 al 21 aprile, da martedì a sabato alle 21.30 e la domenica alle 18.30.
Uno spettacolo emozionante nel quale si racconta del suicidio di John, un ragazzo di sedici anni che pieno di rabbia decide di uccidersi. Parla anche del dolore, quello che colpisce Jeanne, sua sorella, che non si spiega il gesto del fratello e la sua non richiesta di aiuto.
Lo spettacolo comincia con Jeanne all’esterno del teatro, che cerca di coinvolgere direttamente gli spettatori, venuti lì per ascoltare di John, per capire, forse comprendere. Lei li invita a entrare nella vita del fratello, portandoli, per mano in quella che era la sua disperazione, visionata nella stanza di John e poi sulla scena, quando compaiono le immagini registrate di quello che è il racconto del giovane.
La scena si anima grazie ai due attori Barbara Mazzi e Marco Lorenzi che riescono a creare un’empatia con il pubblico, coinvolgendolo nelle loro emozioni e nelle sensazioni. Si nota anche la sinergia che appare tra i due sulla scena. E poi ci sono quegli incredibili silenzi che rimbombano sulla scena, portati dalla Mazzi, all’esasperazione quando fa cadere inesorabilmente gli oggetti mentre gli spettatori restano rapiti dalla sua bravura di tenere la scena da sola.
Non è da meno Marco Lorenzi che incanta con la sua passione e la determinazione, mentre prepara la corda chiedendo alla sorella, accasciata in una parte della sala, di non abbandonarlo e lei continua la sua tiritera, prima arrabbiata, poi, piano piano, con accettazione della morte. E Jeanne, sfila la corda intessuta dal fratello, con dei gesti dolcissimi.
Che cosa aggiungere? Barbara Mazzi e Marco Lorenzi si dividono e condividono la scena in modo strepitoso, guidati da una regia, quella di Giuseppe Roselli, che ha saputo insistere attorno ad una tragedia, regalando si la rabbia, la frustrazione, ma anche la speranza. Si esce da teatro non con dolore, ma con ferma convinzione che alla fine tutto passa. Uno spettacolo coinvolgente ed emozionante che rende giustizia al lavoro di questa squadra che lo spettatore apprezza e condivide, una perdita enorme per chi perde l’opportunità di lasciarsi coinvolgere dall’emozionante storia di John.
Ascolta la nostra intervista a Barbara Mazzi e Giuseppe Roselli.
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt