Incontro a Roma con Cabral Libii, candidato alle presidenziali del Camerun
Si parla di Africa, di immigrazione, di competenze di aiuti, dell’Europa che deve prendersi cura degli immigrati, per la maggior parte proveniente da paesi africani, ma poco, si parla dell’essere umano africano. Non dico di colore, perché se noi siamo bianchi a causa della nostra carnagione, loro sono neri, per lo stesso identico motivo, ma entrambi siamo essere umani, che lottano per migliorarsi, per vivere meglio, per vivere degnamente nel mondo (appositamente tralascio chi invece delinque, sottolineando che “ogni mondo è paese” e non lo dico io!).
Venerdì 7 settembre, a Roma, presso il Teatro Flavio, alle ore 14.00, ci sarà l’incontro di un’Africa che vuole cambiare, che vuole far crescere il suo popolo, che vuole evitare di emigrare, che vuole vivere. Un giovane uomo Cabral Libii, parlerà della sua candidatura alle elezioni presidenziali del Camerun che si svolgeranno il 7 ottobre e che si spera, portino una ventata di cambiamenti all’interno del paese.
Questa è, infatti, la ricerca di un cambiamento vero, forte, che il popolo vede in un uomo, laureato in giurisprudenza, giornalista e docente universitario e ora politico. Cabral Libii ha deciso di correre alle presidenziali appoggiato dal suo Movimento 11 milioni di cittadini che esiste da un anno, appoggiato dalla gioventù camerunense, che rappresenta il 65% della popolazione.
Una sfida davvero impegnativa, quella che pone Libii contro il leader uscente Paul Biya al potere da 26 anni, ma che ha aumentato la voglia di trasformazione che nasce dall’esigenza del popolo camerunense. Un sentimento rafforzato dai tanti sbarchi finiti in tragedia, ma anche dalla voglia di restare con la propria famiglia di tanti giovani, costretti ad abbandonare il proprio paese per sopravvivere.
La sfida si basa sulla scelta del cambiamento di rotta, soprattutto economico del paese. Libii, infatti, ha puntato molto sull’agricoltura industriale. Il suo scopo è quello di incentivare questo settore, portando ad incrementare il lavoro. Le cifre offerte dal candidato, parlano di circa un milione di posti di lavoro in più, nel settore per i giovani. In questo modo, il giovane candidato, punta ad eliminare le morti, soprattutto di giovani, nel Mediterraneo, evitando che questi si imbarchino per un viaggio che spesso li fa finire nelle mani di organizzazioni che speculano sulla loro vita, o che finiscano clandestini in un paese straniero, o che finiscano nei fondali del mare.
L’obiettivo è quello di offrire lavoro, dignità, una vita nel proprio paese, sfruttando le risorse dello stesso e puntando all’indipendenza economica dell’Africa, cruccio del continente, che da anni cerca di uscire da una disastrosa crisi.
La visione di Libii è quella di un’Africa panafricanista, un’unione che permetta la crescita economica dell’intero continente e che metta l’Africa nella condizione di indipendenza economica. Un sogno inseguito da molti africani non solo residenti nel proprio continente, ma anche in giro per il mondo.
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