Isabella Giannone protagonista dello spettacolo Le unghie
Nuovo spettacolo per l’attrice Isabella Giannone che debutta al Teatro Trastevere con Le unghie
Debutterà il 18 settembre al Teatro Trastevere di Roma lo spettacolo diretto da Francesco Branchetti “Le unghie” scritto da Valentina Fratini e interpretato da Isabella Giannone. Un testo al femminile che racconta gioie e dolori di Anna, una donna dal passato tumultuoso. Ne abbiamo parlato con l’attrice protagonista Giannone.
“Le unghie” è uno spettacolo che parla di donne e lo fa rappresentando Anna una donna con un lungo passato alle spalle. Chi è Anna?
Anna è una donna, che da ragazzina problematica vittima di maltrattamenti in famiglia riesce a diventare la prostituta più ricercata di una prestigiosa casa di tolleranza e poi il baratro la avvolge. La protagonista racconta gli eventi drammatici della sua esistenza mettendoli in parallelo con la maniera in cui, fase dopo fase, si curava le unghie. Un testo molto forte quanto originale.
All’inizio dello spettacolo Anna si ritrova rinchiusa in carcere a scontare una pena. Come vive il suo essere in prigione e la mancanza di libertà?
Lo strazio e la sofferenza sono evidenti da ogni gesto, da ogni parola e Anna rivive tutta la sua vita piena di tormento e dolore in una situazione di reclusione, ma devo dire che forse la mancanza di libertà in un certo senso è stata una costante nella sua vita.
La vita di Anna comincia ad essere dura fin da piccola. Lei cresce negli anni ’50. Cos’è cambiato da allora nel mondo delle giovani?
È cambiato davvero tutto nell’educazione, nel mondo che ci circonda, nei valori anche se alle volte certe insicurezze e certi traumi possono essere comuni a quell’epoca come alla nostra.
Come hai costruito il tuo personaggio?
Seguendo attentamente le indicazioni e gli appunti che mi ha dato senza sosta Francesco Branchetti regista dello spettacolo tesi a ricostruire un profilo psicologico chiaro, definito ma altrettanto straziato e pieno di sfumature tenebrose.
Uno dei gesti che rappresenta l’umore della vita di Anna, è quello di “mangiarsi le unghie”, che cosa rappresentano?
Una fuga dalla realtà attraverso il dolore che la donna si procura, attraverso quel dolore Anna riesce a distrarsi da dolori ancora più grandi che caratterizzano la sua vita.
Questo è anche un gesto che accompagna la vita di molte persone, uomini e donne, quanta ansia, tensione, c’è in questo gesto?
Molta ansia e molta tensione e devo dire che in parte questo gesto ha fatto parte della mia vita .
C’è qualcosa che hai amato di questo personaggio?
Un candore che comunque accompagna la sua vita solitaria ma sempre alla ricerca di una via d’uscita dal dolore attraverso il sogno, la fantasia. Un personaggio davvero molto struggente che non si può non amare.
La follia può essere un atteggiamento positivo o negativo, quanto valore può avere nella vita di una persona?
A mio avviso, anche se talvolta le colpe sono di altri, può avere solo un valore negativo e distruttivo nei confronti della persona stessa che la possiede e di chi la circonda.
In questo periodo le donne sono oggetto di attenzione perché impegnate a lottare per una parità di diritti che ancora non arriva, in che modo il teatro può aiutare in questa lotta?
Il teatro può aiutare perché spinge l’essere umano a riflettere autonomamente; attraverso il meccanismo dell’empatia e dell’immedesimazione lo “costringe” a guardare dentro di se e quindi a fare riflessioni uniche e personali e a non adagiarsi su riflessioni comode, prese in prestito. Il teatro è oggi necessario più che mai in una società dove per ogni argomento e questione c’è una risposta preconfezionata. Secondo me mai come oggi tutte le libertà per cui hanno lottato migliaia di esseri umani e quindi anche la lotta per l’emancipazione femminile, rischiano di rimanere schiacciate sotto questa “pigrizia” del pensiero, sotto questa subdola “comodità” che uccide la nostra libertà. Penso che bisogna rispettare il privilegio che abbiamo e rimanere vigili perché così distratti rischiamo di perdere forse la più grande conquista dell’umanità.
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