Nella Tirante in scena con Fuori
Il lockdown, l’essere donna, madre, compagna, ed altro ancora all’interno dello spettacolo Fuori
Al Teatro Tordinona di Roma dall’8 al 12 dicembre lo spettacolo Fuori scritto, diretto e interpretato da Nella Tirante, già vincitore del Premio Sipario al Concorso Autori Italiani 2020 e al Premio Tragos 2021, concorso europeo per il teatro e la drammaturgia.
Un testo che parla di lockdown e di donne, portando in scena la sua esperienza. Cosa è accaduto nel periodo di chiusura, quando, in particolare, le grandi città si sono fermate ed è sceso il silenzio lungo le strade? Nella Tirante ci racconta dello spettacolo rispondendo alle domande rivoltele e ci fa immergere in Fuori.
Do quindi il benvenuto alla drammaturga, regista, attrice Nella Tirante sulle pagine di CulturSocialArt.
Stiamo uscendo, forse, a fatica, da questo lock down che ci ha visti restare rinchiusi in casa, come lo ha vissuto lei?
Stiamo uscendo?
Questa è la domanda che in questi giorni mi faccio. Per rispondere alla sua domanda invece, ho vissuto il lockdown come tutti, impauriti e poi adeguati ad un evento straordinario e terribile.
E il teatro, come ne sta uscendo?
Il teatro ne ha pagato moltissimo sin dall’inizio, e non è ancora finita, non si riesce a riempire la sala come prima, c’è sempre paura e perplessità soprattutto con le notizie degli ultimi giorni di aumento di contagi. Io penso che tenendo i teatri aperti e tornando a fare spettacolo diamo un apporto di positività, acquistiamo un minimo di normalità, e poi il teatro è necessario e lo si è sentito tale quando è venuto a mancare, per troppo tempo e per tutto il tempo i teatri sono rimasti chiusi. Il teatro è un rito collettivo e esorcizzante e questo lo è sempre stato come sappiamo.
Porterà in scena Fuori, uno spettacolo che parla del lockdown e che lei stessa lo ha descritto come qualcosa che ha vissuto da “donna, madre, compagna, attrice”: qual è stato il ruolo peggiore e quello più semplice?
Il mio è un lock down interiore, è stata difficile per tutti una reclusione forzata, io ho usato la mia esperienza per raccontare ciò che abbiamo provato tutti, ma il mio spettacolo non è realistico ci porta in altre dimensioni di cui abbiamo bisogno. Essere donna attrice e madre è una miscela esplosiva che mi ha portato a riflettere certo, e soprattutto a parlare di categorie molto spesso ancora svantaggiate nella nostra società.
Il mio è anche uno spettacolo omaggio agli attori in un certo senso.
Una frase che mi ha colpito è “Il silenzio è esploso improvvisamente”, vero, ma fino a quel momento dove lo avevamo relegato?
Il silenzio lo abbiamo sentito forte nelle grandi città: a Roma era come esploso, il caos del traffico cittadino era come svanito, ed il silenzio necessario, che fa paura all’inizio è servito per guardare dentro se stessi, e scoprire anche cose positive e nuove risorse, oppure riflettere su ciò che forse ci perdiamo in una “super vita piena di impegni e moltitudini”.
Il titolo dello spettacolo può essere interpretato in tanti modi, fuori dal caos, fuori dal silenzio, fuori dalle nostre certezze, ecc… qual è stata, secondo lei, la parte più difficile per tutti, del venire “fuori”? E per lei in particolare?
Affrontare delle questioni del presente e del passato, superare la paura e decidere di tornare a vivere e dunque per me tornare a teatro!
La libertà è uno degli ideali più rincorsi e desiderati dagli esseri umani: cos’è per lei e cosa rappresenta?
Sembrerò ripetitiva ma il teatro è libertà, a teatro tutto può accadere, il mio percorso umano mi ha portato a scegliere questo lavoro proprio per questo motivo.
Quali sono le riflessioni alle quali non vorrebbe mai rinunciare?
Bisogna sempre tenere a mente il proprio passato e il presente per proiettarsi nel futuro. Non bisogna mai dimenticare da dove veniamo, e la sofferenza non è mai vana, ci invita a riflettere sulle cose importanti e ad essere solidali e tolleranti.
Nelle note di regia descrivendo lo spettacolo lo indica come “il mio imprevedibile clown-donna”, perché?
Questo lo vedrete in scena dall’8 dicembre. Vi aspetto.
Grazie per essere stata con noi!
Grazie a voi!
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