Nuova stagione per Fortezza Est
Eleonora Turco e Alessandro Di Somma presentano Moto Perpetuo – Maree teatrali la stagione di Fortezza Est 2023/2024
Eleonora Turco ed Alessandro Di Somma sono i direttori artistici di Fortezza Est più che un teatro, all’interno di Tor Pignattara, in via Francesco Laparelli, 62 a Roma. La nuova stagione 2023/2024 si chiama Moto Perpetuo – Maree teatrali, un viaggio nel teatro Off di Roma. Ma è anche un messaggio importante della cultura all’interno delle periferie romane che questa giovane coppia continua a portare avanti ormai da 15 anni.
Nel cartellone sono presenti 25 spettacoli che animeranno le serate da ottobre a maggio, tra lavori inediti, debutti assoluti, ritorni di spettacoli a Roma ed eventi speciali, grazie alla presenza di compagnie o singoli artisti. Il tutto avvolto nel calore di Fortezza Est che è un luogo di incontro, scambio, tra arte ed artisti, capace di stringere legami e collaborazioni che prendono forma. Della nuova stagione ne ho parlato con i due direttori artistici che ringrazio per la loro disponibilità.
La nuova stagione di Fortezza Est è Moto Perpetuo – maree teatrali, che rappresenta le tante correnti del Teatro Off, quanto è importante oggi dare spazio alle sperimentazioni?
Eleonora Turco: la sperimentazione è la base di questo mestiere, anche quando si parte dal più classico dei testi, sperimentare per noi vuol dire ricercare nuove strade per comunicare un’idea, un concetto, rendere una storia che si conosce sempre nuova e sorprendente, scoprendo punti di vista unici e mai esplorati. Non ci interessa la sperimentazione che si contorce su se stessa, parlandosi addosso, ma una ricerca che rimanga sempre in contatto con il pubblico che dovrà riceverla. Questo è quello che cerchiamo, che ci piace vedere e che proponiamo al nostro pubblico.
Alessandro Di Somma: Sperimentare per le giovani compagnie e per gli spazi off credo sia indispensabile ma spesso un lusso che non ci si può permettere, non esistono grandi iniziative a sostegno della sperimentazione e spesso gli spazi e gli artisti preferiscono lavorare su tematiche e linguaggi già visti e sicuri. Sicuramente bisogna anche capire cosa significhi questo termine e cosa divide la sperimentazione dall’elucubrazione mentale.
Il vostro spazio è diventato nel tempo un punto di riferimento per i giovani artisti, uno spazio dove debuttano spettacoli. Come vivete voi tutto questo? E come vi ponete, ogni volta dinanzi ad un nuovo spettacolo, una sperimentazione, un lavoro che vi viene proposto?
Eleonora: Il nostro obbiettivo da sempre è quello di dare un’opportunità ai progetti embrionali di compagnie giovani e di nuova formazione, che difficilmente trovano spazio in circuiti istituzionali. Siamo una realtà privata non finanziata che da anni con le proprie forze sostiene il lavoro di artisti emergenti mettendo a disposizione il proprio spazio attraverso residenze artistiche gratuite.
Le compagnie, che selezioniamo in base al progetto presentato, hanno la possibilità di provare, di sperimentare, anche di sbagliare, in un ambiente protetto e vedere il frutto del lavoro inserito nella nostra stagione teatrale. Il nostro approccio non è mai invasivo, ci piace essere una tela bianca dove scatenare la creatività in completa libertà.
Alessandro: Ci poniamo con grande umiltà e ascolto, preferiamo lasciare agli artisti la piena libertà di espressione, dopo la visione ci teniamo a fornire un feedback più sincero possibile per aiutare le compagnie a migliorare il proprio lavoro o a porlo sotto una diversa lente
In stagione oltre 25 spettacoli, cosa li caratterizza maggiormente? Come li avete selezionati?
Eleonora: Selezioniamo ormai da anni attraverso Pillole #tuttoin12minuti, una rassegna estiva dove visioniamo le proposte più interessanti sul palco attraverso 12 minuti di performance. Prediligendo nuove drammaturgie e progetti in divenire, per noi è fondamentale non fermarci alla proposta scritta di uno spettacolo che ancora non ha visto la luce. Per questo motivo vedere in scena la presentazione del progetto ci permette di entrare subito in contatto con il lavoro che gli artisti ci propongono, conoscerli da vicino e soprattutto capire se la proposta è adatta il nostro spazio. E alla stagione che vogliamo comporre.
Alessandro: Ogni anno diventa sempre più difficile selezionare le compagnie e gli spettacoli da Pillole, valutiamo con attenzione i feedback che gli spettatori e gli addetti ai lavori ci forniscono e cerchiamo di formare una stagione varia, eterogenea che parli al quartiere e alle nuove generazioni, sia nelle tematiche che nella realizzazione.
Quali sono le novità che offrite in questa stagione? Quali i punti fermi che vi portate dietro da anni?
Alessandro: Novità assoluta è stata la sezione drammaturgie, stiamo selezionando il testo vincitore che porteremo in scena a inizio stagione 2024/25 con un’anteprima a Pillole 2024, i punti fermi alcune compagnie che cerchiamo di programmare ogni stagione, in particolare i TRE BARBA, che rappresentano il teatro che ci piace guardare.
Eleonora: Sicuramente uno dei punti fermi del nostro lavoro è la dimensione familiare con cui accogliamo pubblico e artisti. Il nostro percorso nato 15 anni fa con il Teatro Studio Uno divenuto negli anni la “casa romana del Teatro indipendente” prosegue con Fortezza Est, costruendo giorno per giorno, uno spazio di crescita, un luogo aperto, libero ed accogliente dove incontrarsi attraverso l’arte.
La vostra location è la periferia di Roma, siete a Tor Pignattara. Com’è lavorare all’interno della periferia romana? Com’è il clima, cosa e come rispondono le persone?
Alessandro: Tor Pignattara è una piccola grande metropoli, che racchiude in se meraviglie e contraddizioni dei nostri tempi. Lavorare qui per noi è sempre stato uno stimolo perché è un quartiere dove non ti annoi mai, c’è sempre qualcosa da fare ed è sempre in continua evoluzione e movimento.
Eleonora: L’offerta culturale di Fortezza est si inserisce in questo melting pot ed è pensata per coinvolgere ogni giorno persone di tutte le età con attività differenti ed eterogenee tra cui laboratori, workshop, letture in libreria. Il riscontro è decisamente positivo ma il lavoro è lungo e deve essere costante per riuscire creare sempre più interesse e curiosità verso lo spettacolo dal vivo e la stagione teatrale che proponiamo.
Cosa, secondo voi, manca alla periferia, ai teatri Off di periferia? E perché tanti attori, registi, che hanno raggiunto una certa fama, hanno difficoltà ad esibirsi in questi luoghi?
Alessandro: Ci manca un’adeguata copertura mediatica e un’attenzione particolare da parte delle istituzioni e sicuramente una forza economica per portare artisti affermati.
Eleonora: Chi ha raggiunto una certa fama non si muove senza adeguati cachet. La maggior parte dei teatri off non dispongono di economie per accogliere artisti già affermati. In generale mancano dei finanziamenti accessibili, i bandi esistenti hanno dei parametri insostenibili per le piccole sale.
Cosa vi aspettate dalla stagione? E dal vostro pubblico?
Eleonora: Ci aspettiamo di essere sorpresi da ogni lavoro, e di sorprendere e coinvolgere un pubblico sempre più vasto e desideroso conoscere e scoprire nuove storie in grado di raccontare il mondo.
Alessandro: Speriamo di abbracciare un pubblico sempre più curioso che diventi spettatore partecipe non solo di Fortezza ma della vita culturale della città.
Grazie per essere stati con noi!
Eleonora e Alessandro: Grazie a voi e a tutti i lettori di CulturSocialArt!
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