Un matrimonio che nuoce alla salute
Il teatro Marconi ospita in questi giorni lo spettacolo “Il matrimonio nuoce gravemente alla salute” di Pierre Leandri e Eloide Wallace, nell’adattamento italiano di David Conati, con Fabio Ferrari, Silvia Delfino, Pia Engleberth, Maurizio D’Agostino, per la regia di Massimo Natale, in scena fino al 7 febbraio a Roma.
Il palco del teatro offre l’immediata immagine della scenografia, preparata per lo spettacolo, in cui si evidenzia, non a caso, una casa ben tenuta, un nido d’amore che vede le amorevoli cure, a volte troppo amorevoli, della persona che se ne occupa.
Inizia lo spettacolo e vengono fuori gli attori in movimenti a ralenty, mentre si rincorrono per la stanza e già in queste prime scene si comprende l’ilarità della commedia.
Lo spettacolo prevede anche la caduta della quarta parete. Ebbene si, dopo i primi minuti si apre la fatidica quarta parete e l’attore si incontra direttamente con il pubblico. Questa è una delle particolarità dello spettacolo, un incontro diretto tra pubblico e attore.
La storia narrata è quella di Romeo, nel giorno del suo quarantesimo compleanno. Lui, cresciuto con una mamma Michelina, particolarmente chioccia, vive con la sua compagna Sofia, una relazione soddisfacente. Lei, ha un lavoro impegnativo, di responsabilità, in un’agenzia pubblicitaria, lui si occupa della casa. Questo scambio di ruoli, celato alla madre di Romeo, è causa di numerosi equivoci, soprattutto quando la madre si autoinvita a casa del figlio per il compleanno e per conoscere, per la prima volta Sofia.
Romeo, legato alla madre da un amore viscerale, ma anche da quella idea che lo pone nei suoi confronti sempre come un bambino, non riesce a porsi sotto forma di uomo alla sua presenza. Così, per amor suo s’inventa un altro Romeo. In questa commedia coinvolge anche Sofia, che lui ama ma che rifiuta categoricamente il matrimonio. Tutto si complica con l’arrivo a casa del datore di lavoro di Sofia.
Una commedia ilare, dove, realmente di matrimonio non si parla, ma si parla di rapporto di coppia al contrario, di scambio dei ruoli di quello che tradizionalmente ci offre la nostra società. Sul palco non viene risparmiata nemmeno una piccola frecciatina al mondo politico italiano, che si annota in una delle battute: “Far cucinare un uomo in Italia è come far lavorare un politico, non è produttivo“, mentre gli equivoci e gag sono causa di ilarità tra il pubblico. Bella la prova di tutti e quattro attori, accompagnati da una buona scelta musicale, mentre sulla scena si ride anche per l’abbigliamento di D’Agostino.
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