Radici, di e con Antonio Anzilotti De Nitto
Radici è un viaggio nella memoria
Per il terzo appuntamento della Rassegna Phobos curata da Danilo De Summa, venerdì 21 Febbraio, al Teatro dei 25 è andato in scena Radici di e con Antonio Anzilotti De Nitto.
Radici racconta la storia degli eccidi dimenticati, la paura della diversità che il nazismo marchiò, discriminando, ghettizzando e deportando.
Con tre monologhi intensi, sofferti e liberatori, il performer ci rivela la storia di tre uomini, un omosessuale, uno zingaro ed un malato di mente, dando così voce e volto ai dannati tra i dannati, a quelle vite che furono considerate non degne della vita.
Uno spettacolo carico di emozioni che affronta il tema dell’annullamento dell’essere umano e della paura di rivelarsi nella pienezza della dignità, il tema di appartenere ad una diversa etnia e infine il tema delle patologie mentali che secondo l’ideologia nazista rendevano l’uomo “improduttivo”, incapace di migliorare la specie e di dare un contributo genetico di valore per la nazione. Tre storie che, narrate con un linguaggio carico di sfumature come la dolcezza, la timidezza e l’angoscia, la rabbia e la frustrazione, il candore e l’ingenuità, spingono lo spettatore a riflettere sulla convenzione della morale e sul concetto di diversità.
Radici è un viaggio della memoria che da personale diventa collettivo, una memoria che diventa racconto, a testimoniare che la violazione dei diritti umani che ci appare tanto inaccettabile possa essere ancora qui.
Foto GiDi – Gabriele Demitri
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