Sandro Cappelletto racconta La Banca Universale
Le speculazioni bancarie e finanziarie raccontate sulle assi del teatro
Il 22 febbraio al Teatro Palladium di Roma un evento in unica data, La Banca Universale, liberamente tratto da L’Argent di Émile Zola e raccontato da Sandro Cappelletto, voce narrante dello spettacolo, accompagnato sul palco da Fabrizio De Rossi Re per la parte musicale e Stefano Lepri che introduce i temi trattati nell’opera.
Attraverso il linguaggio teatrale si affronteranno i temi legati alla speculazione, alla brama di potere finanziario e alla crisi economica, in un racconto di musica e parole. Per conoscere di più su questo spettacolo, ho rivolto alcune domande a Sandro Cappelletto, scrittore, storico della musica, giornalista professionista, nonché autore di programmi radiofonici e televisivi.
Salve, lei porterà in scena al Teatro Palladium La Banca Universale, liberamente tratto da L’Argent di Émile Zola. Si parla di finanza, cos’è cambiato nella finanza tra ieri ed oggi?
Quella contemporanea è globale e ha nuovi strumenti, più spregiudicati, di intervento, di controllo e di manipolazione dei dati.
Il libro di Zola si ispirava ad una speculazione bancaria dell’Ottocento, lei ha preso ispirazione da qualche speculazione moderna? Se sì quale?
C’è l’imbarazzo della scelta, in Italia, in Europa, negli USA. Ognuno avrà i propri riferimenti. “La speculazione è una porcheria? No, la vita è una porcheria”, dice Aristide Saccard, il protagonista del romanzo di Zola. Il suo codice etico è a livello zero.
Lo spettacolo presenta l’introduzione di Stefano Lepri, le musiche di Fabrizio De Rossi Re, e la sua voce narrante. Qual è il messaggio che vi siete posti di far arrivare con maggior forza al pubblico?
Semplicemente la potenza del testo di Zola. L’arguzia della musica di Fabrizio ha creato un tessuto sonoro allusivo, incalzante, seducente. Stefano Lepri avrà il compito di annunciare quelle che lui, da grande esperto delle dinamiche finanziarie internazionali, ritiene saranno le prossime più clamorose manovre speculative della finanza.
Debuttate all’interno del teatro dell’Università di Roma, ci saranno molti giovani. Quali sono i pensieri e le conoscenze dei giovani sulle banche, sulle speculazioni, sulle truffe?
Mi auguro che siano superiori a quelle della mia generazione. Ero appena un ragazzo quando, cinquant’anni fa, il Veneto venne travolto da una colossale truffa che coinvolse molte famiglie, imprenditori, banche, il Patriarcato di Venezia. Un agente di Borsa, Attilio Marzollo, coi suoi modi suadenti e coinvolgenti, simili a quelli di Saccard, fece sparire miliardi di lire e se la cavò con una pena piuttosto lieve. Il denaro non venne più ritrovato. Più recente il crac della Banca Popolare di Vicenza, per la responsabilità del suo presidente Gianni Zonin, un imprenditore verso il quale si nutriva una totale fiducia. Evidentemente il virus della speculazione non ha ancora trovato il proprio vaccino”.
Che posto occupa il denaro nella vita della nostra società? È diverso da quello che occupava al tempo di Zola?
Al tempo di Zola non c’ero, ma a leggere i suoi romanzi si ha la sensazione precisa che il denaro sia il perno attorno al quale ruota ogni cosa, anche il sesso. Oggi è molto difficile sottrarsi all’esibizione della ricchezza come status identitario. Le sue sirene cantano rapinose.
Oggi abbiamo la consapevolezza, la coscienza di ciò che può accadere all’interno del sistema economico o lasciamo andare le cose e perché?
Avete mai letto il questionario che, periodicamente e obbligatoriamente, le banche inviano ai propri clienti per tracciare il loro profilo finanziario? Soltanto i professionisti sono in grado di rispondere in maniera congrua alla maggior parte delle domande che riguardano regole della borsa, meccanismi di investimento, conoscenza dei rischi, strumenti speculativi. La complessità che ha raggiunto il gioco della finanza è senz’altro superiore alla consapevolezza che ne ha la maggior parte degli utenti.
Ci può indicare una cosa positiva della finanza e una negativa?
La finanza etica (che esiste), la finanza ignara dell’etica, maggioritaria.
Come si immagina il futuro della società, in riferimento alla finanza, al mondo economico?
Come dice Jago nell’ Otello di Verdi, “non sono che un critico”. Ma al tempo dell’Università ha letto Immanuel Kant, la sua ostinata ricerca di una legge morale universale è superiore ad ogni altro interesse.
Grazie e in bocca al lupo!