Corsi e ricorsi

Oggi vi voglio raccontare, come tutto ciò che già è in nostro possesso, parlo di capi di abbigliamento, possono essere trasformati da capi demodè a capi di tendenza.

Ognuno di noi ha conservato, conserva il cappotto acquistato per la propria laurea, un ricordo,un investimento fatto senza badare a spesa, un abito  da cerimonia indossato negli anni ’70 da vostra madre che, sposandosi la sorella più grande, dopo sa che tocca a lei, ergo deve essere la ‘zitella’, in cerca di marito elegantissima.

E ancora, vostra mamma  conserva il montone del marito (ah!) acquistato trent’anni fa e non riesce a buttarlo perché le ricorda il periodo apice della sua (del marito dico) vigorosità.

E potrei continuare con un ricco elenco di cose con l’unico comune denominatore: le cose di una volta erano di qualità!

C’è molta verità in ciò, ma c’è anche da aggiungere che davvero, con i corsi e ricorsi della moda, le mode ritornano, si ripetono, ma l’olimpo degli stilisti non può ripetere in forma identità un outfit andato di moda negli anni 80, deve cambiare qualcosa, deve fare in modo che la clientela possa acquistare il nuovo.

Quindi con regolarità e scadenza triennale il fashion designer ripropone il maculato, ma stavolta usa colori diversi o materiali nuovi, riprende lo stile anni ’60,  ma ne cambia i colori e ancora ripropone lo stile Chanel, ma ne cambia le proporzioni.

Ecco quindi i miei consigli, certo chi di voi è esperto può provvedere a modificare il ‘vecchio’ capo di abbigliamento da solo, o dare indicazioni alla propria mamma che sa cucire o affidarsi a strutture professionali.

Intanto prendete i pantaloni, dico alle donne, quelli dritti ‘senza  fame e senza gloria” che portavate con giacche, tipo tailleur e fateli corti a metà polpaccio.

O lo stesso pantalone accorciatelo alla caviglia ma stringetelo ad accompagnare la gamba, non stretto, ma presso alla forma dell’arto.

Riprendere dall’armadio i cappotti larghi, con maniche raglan con spalle pronunciate, quelli di colore beige/nocciola: ristrutturateli togliendo le spalline e mettete una cinta ad avvolgervi il punto vita. La cinta deve essere di materiale contrastante  tessuto del capo spalla.

Altrettanto fate con le giacche dei vostri papà: saranno lunghe e larghe per voi, ma lavorando sulla spalline che può essere tolta o, in contrasto, esasperata, potrà diventare un mini abito da portare con stivali alti di gambale.

Azzardate con gli abbinamenti: la visione del colore è cambiata: mi spiego meglio. Il rosso si va bene abbinato al nero, ma provate ad abbinarlo al fuxsia, al viola, al marrone. Non stonerà, state tranquilli. E se portate un pantalone in principe di Galles, non dovete indossare in forma accademica un colore che richiama il motivo, ma piuttosto mettete su una camicia fantasia che richiami le tinte tessuto maschile.

Vi ho lanciato l’incipit, lo schema, ma potete applicare queste indicazioni sui capi ‘cadaveri’’ del vostro armadio. Sono sicura  che farete un ottimo lavoro.

 ‘Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare’. (Eraclito)

 

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Arianna Alaimo

Leggi anche