Francesco Branchetti ci parla de L’onorevole, il poeta e la signora
Uno spettacolo che vede protagonisti Francesco Branchetti, Lorenzo Flaherty e Isabella Giannone
Il 14 e 15 aprile sarà in scena al Teatro Parioli Costanzo il testo di Aldo De Benedetti, L’onorevole, il poeta e la signora con Francesco Branchetti, Lorenzo Flaherty e Isabella Giannone, regia di Francesco Branchetti. Un testo drammaturgico che parla di equivoci, di giochi d’identità, uno sguardo sulla società che si rivela essere sempre la stessa, anche con il passare del tempo. Ne parlo insieme a Francesco Branchetti che qui compare nelle vesti di regista e attore.
Bentornato. Lo spettacolo che ti vede protagonista è L’onorevole, il poeta e la signora, di Aldo De Benedetti. Qual è la forza del testo?
La forza del testo è essenzialmente nel suo meccanismo drammaturgicamente perfetto in chiave comica ma anche in una chiave più intima poetica e profonda che arriva a scavare in fondo ai personaggi raccontandoci una società che tanto ci fa pensare a quella che ci circonda.
Il testo, una commedia degli equivoci, del gioco dell’identità, è una scrittura attenta di una società che ci rispecchia. Come lo hai costruito registicamente?
Registicamente ho tentato di coniugare le caratteristiche della commedia piena di colpi di scena e quindi di un ritmo forsennato caratterizzato da battute divertentissime, colpi di scena e appunto scambi di identità, con una scrittura piena di profondità e di capacità di indagare i personaggi fino nelle più intime pieghe del loro animo… La mia è una regia che guarda da un lato alla commedia classica ma dall’altro ad un’introspezione psicologica a mio avviso più adatta al pubblico contemporaneo.
In scena sei accompagnato da Lorenzo Flaherty e Isabella Giannone. Cosa hai consigliato loro per i personaggi?
Beh con entrambi ho fatto un lavoro molto approfondito sui personaggi lavorando sempre col mio metodo che prevede una lenta costruzione a tavolino delle caratteristiche che dovrà poi avere il personaggio per poi passare al lato mimico, comportamentale e gestuale. Poi si va alle prove in piedi ed allora iniziano le vere e proprie prove. Devo dire che è stato un lavoro molto avvincente sia con Isabella che con Lorenzo.
Nel testo viene utilizzata molto l’intelligenza dei personaggi. Che peso ha questa nella nostra società?
Beh si l’intelligenza dei personaggi è importante e credo che nella nostra società sia molto importante, ma che se ne parli troppo e la si usi troppo poco.
Quanta importanza hanno le musiche all’interno dello spettacolo?
Le musiche hanno un’importanza straordinaria all’interno di questo spettacolo perché non sono solo un commento musicale alle scene che si susseguono ma rappresentano un vero e proprio contrappunto musicale ai sentimenti dei nostri protagonisti. La musica li racconta interiormente.
La vostra tournée è cominciata a febbraio e vi ha visti girare per i teatri italiani: quali sono stati i commenti che vi hanno più colpito?
Beh, i commenti che mi hanno colpito di più sono stati senz’altro quelli relativi all’attualità della commedia soprattutto in tema di meritocrazia. I personaggi sono estremamente attuali nei loro pregi e nei loro difetti e il pubblico lo vede subito dalle prime scene e si diverte con loro ma facendo anche molte riflessioni sul nostro presente attraverso la grande penna di De Benedetti .
Perché venire a vedervi al Teatro Parioli Costanzo?
Credo essenzialmente che il motivo più valido per venire a vederci al teatro Parioli Costanzo è la clamorosa perfezione della commedia nei suoi tempi comici nella descrizione dei personaggi e nella clamorosa attualità degli argomenti trattati e credo che il nostro sia un allestimento di grande fascino e modernità.
Grazie e on bocca al lupo!