Il contest EDM Factory: le autrici dei trailer
Roberta Pinto e Lucrezia Calzoni raccontano la loro avventura dietro la macchina da presa
Due domande per conoscere il lavoro svolto per la realizzazione dei trailer per gli spettacoli in scena, oggetto di votazione all’interno del Contest.
Nel contest organizzato dalla vostra accademia, importanza ha il trailer dell’opera. Come hai immaginato e poi portato in scena quelle delle opere a cui hai lavorato?
Roberta Pinto: Ho immaginato un quadro, animando l’essenza del messaggio. La scelta delle riprese, in modalità differenti per i due trailer da me curati, e musica, sono state studiate apposta, usando immagini metaforiche, per indurre lo spettatore a chiedersi “perché?”. Ho lavorato e pensato da regista, e essendo parte del cast, la figura del personaggio stesso, ormai intriso in me, è stata preziosa per dare carattere a questo quadro animato. È stato uno scambio reciproco tra regista e personaggio, ho cercato di scindere le figure presenti in me, creando una squadra affiatata: io, io attrice e io regista.
Lucrezia Calzoni: Ogni trailer che ho diretto è passato sotto un procedimento creativo differente. C’è stata l’idea lampante; il cosiddetto “blocco creativo” che ha richiesto maggiore impegno; e l’idea base con tanto di fase stallo e successiva svolta. Insomma, ogni storia ha toccato determinate mie corde, stimolandomi con modi e tempi totalmente diversi.
Ho voluto giocare sulla differenziazione degli stili, sottolineando i punti forti di ogni spettacolo, puntando all’essenza del messaggio, all’ambiguità dell’individuo e raccontando anche antefatti di ciò che sarà in scena, volendo provocare quella curiosità tipica in ogni Trailer. Non vi resta allora che vedere tutta la storia!
Quali sono state le difficoltà?
R.P.: Di difficoltà, si, ce ne sono state, differenti per entrambi i trailer. In “Disegni (più o meno) divini”, ho imparato a gestire e sfruttare al meglio le risorse e gli strumenti a disposizione, per ottenere lo stesso prodotto visualizzato nella mia mente. In “All you can (IT)” invece, nel montaggio in post produzione, per la scelta dei frame da inserire, rientrando nel minutaggio a disposizione. Quindi in entrambi i casi, queste difficoltà, hanno fatto sì che il mio bagaglio culturale, si riempisse di nuove esperienze da essenzializzare per il futuro.
Grazie per aver partecipato!
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