Le scarpe del Flâneur, la raccolta di poesie di Jonathan Rizzo
La poesia, il modo per osservare il mondo intorno a noi
Jonathan Rizzo è il poeta che ha pubblicato “Le scarpe del Flâneur” una raccolta di poesie edita da Edizioni Ensemble. A lui abbiamo rivolto alcune domande sulla sua opera e sulla poesia, che, in questo periodo, potrebbe dare una visione attenta dell’animo umano. Ringraziando Jonathan Rizzo per il tempo dedicato a CulturSocialArt, comincio con l’intervista.
Jonathan lei è l’autore di “Le scarpe del Flâneur”. Qual è il filo conduttore della raccolta?
La voglia di vedere il mondo nella sua complessità illuminata. La ricerca sulla strada dell’umanità lì dove si manifesta veramente ed unicamente possa essere e farsi trovare.
Baudelaire diceva che le Flâneur era un gentiluomo che girovagava oziosamente per le vie della città. Cosa sottolinea lei con questo titolo?
Che ho camminato molto insieme a Baudelaire a Parigi. Sui boulevards e con diverse soste nei bistrots.
Quali sono le emozioni che sono scaturite con maggior forza da questi suoi versi?
Forse la libertà non è tecnicamente un’emozione, ma è porta per tutte quelle che si trovano e ritrovano tra le mie parole. Lei e sua sorella la solitudine.
Uno scrittore è spesso un grande osservatore. Lei che tipo di osservatore è?
Io sono prima un osservatore e solo dopo posso permettermi di tramutarmi in poeta.
Lei è anche conduttore radiofonico. Come vede la poesia e la radio? Quali connubi sono possibili e immaginabili tra i due?
La radio è un mezzo di comunicazione talmente aperto e possibilista che attraverso la voce le parole prendono corpo, calore e contorno.
I poeti del passato spesso componevano nei vecchi bar, prendevano ispirazione da ciò che girava attorno alla propria realtà. Oggi dove compongono i loro versi?
Io sono un vecchio poeta e tu parli di grandi penne tutte straniere. I piccoli poeti fotocopia italiani di oggi scrivono solo nei salottini letterari o nelle loro camerette masturbatorie asettiche così da non sporcarsi le mani e le scarpe.
Cos’è cambiato nella scrittura della poesia da le Flâneur ad oggi?
Baudelaire viene considerato il padre della poesia moderna per la rivoluzione di contenuto nei suoi versi e per averci liberato dalle idiote costrizioni della metrica. Questo in tutto il pianeta a parte l’Italia dove l’accademia o “palazzo” sono fermi immobili a due secoli fa insegnando ai pronipoti di scrivere identicamente ai bisnonni. Non mi definirei un poeta italiota.
Cosa augura alla poesia di oggi e a quella di domani?
Auguri una cosa sola ad ogni persona che incontro per la strada, l’intelligenza della libertà.
Grazie per essere stato con noi!
Grazie a voi per la disponibilità, è stato un piacere.
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