Manuel Paruccini presenta la nuova stagione
Al Teatro Lo Spazio tanti spettacoli, rassegne e qualche novità
Sono 44 gli spettacoli che andranno in scena nella stagione 2023/2024 al Teatro Lo Spazio di Roma. È l’annuncio che ha fatto il direttore artistico Manuel Paruccini durante la conferenza stampa per la presentazione della stagione del teatro che gestisce nel cuore del quartiere San Giovanni, a due passi dalla fermata della metro, ma anche a due passi dalle bellezze architettoniche del luogo.
Una sfida perché, come ha sottolineato Paruccini, il Teatro Lo Spazio si propone come il nuovo tempio del teatro OFF romano, lasciandosi trasportare da un teatro innovativo, moderno, giovane, attento alle novità a 360°, senza abbandonare i capisaldi della drammaturgia.
Nuova stagione per il Teatro Lo Spazio. L’ha programmata come l’aveva ideata?
Si, la stagione è esattamente come l’avevo pensata e segue un po’ la nostra filosofia, quella di uno spazio creativo aperto alle sperimentazioni, sempre attivo e vivo, un palcoscenico sensibile alla nuova drammaturgia contemporanea e sempre attento alla qualità.
Cosa l’ha spinta a scegliere gli spettacoli in cartellone?
Il teatro ha uno spazio scenico molto particolare, unico su Roma, quindi la scelta spesso è basata anche su questo, gli spettacoli devono calzare bene in quella cornice. Quando scelgo penso sempre a come risulterebbero in questo luogo così poco convenzionale.
Chiaramente poi c’è anche un ragionamento sulla qualità e sulle idee che vengono proposte. Molti artisti tornato con nuovi progetti proprio pensati per questo spazio.
Il Teatro Lo Spazio organizza anche una serie di rassegne durante l’anno. Saranno tutte presenti? Ha in mente qualche novità?
Tutte le rassegne sono state confermate e questo per noi è motivo di vanto perché significa che gli artisti trovano nel teatro il luogo ideale per promuovere i loro lavori. In particolare ringrazio il Laboratorio di Arti sceniche di Massimiliano Bruno che per il terzo anno trova nel Teatro Lo spazio la casa ideale per la sua rassegna di monologhisti chiamata Grande Slam.
La novità di quest’anno è l’appuntamento mensile con i Radio Drammi. Serate con sapore vintage in cui il teatro si trasforma in una sala radiofonica degli anni 30/40 dove si assisterà live, alla registrazione di un radio dramma con il pubblico che parteciperà alla creazione di suoni e rumori grazie all’utilizzo di cartelli e segnali.
Cosa si aspetta da questa stagione? E dal pubblico?
Spero che la stagione possa incuriosire ed avvicinare sempre di più il pubblico al teatro, vivendolo in tutte le sue forme. La stagione è molto varia e dinamica proprio per permettere a tutti di costruirla secondo le proprie esigenze.
Il primo spettacolo è sempre importante, come lo è l’ultimo, come li ha distribuiti?
Gli spettacoli in cartellone per me hanno tutti lo stesso valore, la distribuzione all’interno della stagione si basa molto sulla disponibilità delle compagnie, certo come primo spettacolo scelgo sempre un’opera prima o un debutto nazionale.
Lo Spazio è un teatro autofinanziato, al centro di Roma, cosa manca, secondo lei, alla città di Roma per apprezzare ancor di più spazi culturali?
Questa domanda è la più difficile. Mancano tante cose. In primis un’educazione al teatro spesso visto come luogo obsoleto e vecchio. Già dalle scuole bisognerebbe partire, ma questo è un discorso fatto già mille volte e niente è mai cambiato. Servirebbero dei progetti pensati esclusivamente per i teatri privati privi di FUS, aiuti economici veri, perché spesso le realtà private sono strozzate da spese di affitto locali molto esosi.
Molti bandi chiedo prima di produrre opere o di rendicontare i progetti, e poi, se hai i requisiti, ti danno un aiuto. Ma chi con il guadagno che fa copre le spese di mantenimento del teatro (spese vive, luce, affitto, personale) dove trova i soldi per produrre e far partire i progetti? Si parla molto ma non succede mai nulla. La realtà dei teatri off è completamente scollata dal panorama teatrale pubblico e ancor di più da quello privato dei grandi teatri.
Cosa potremmo fare per catturare l’attenzione dei giovani e portarli in spazi come il suo?
Il nostro teatro ha fatto un progetto completamente autofinanziato di alternanza scuola lavoro proprio per avvicinare i giovani al nostro spazio culturale, in collaborazione con il liceo linguistico Pirelli di Roma. La nostra PCTO è stata scelta come progetto agli esami di stato. Progetti come questo andrebbero sostenuti ma invece nulla, sempre tutto da soli.
Cosa augura al suo teatro per quest’anno?
Auguro al mio teatro e a tutti quelli che, come me credono in questo lavoro, di resistere.
Grazie per essere stato con noi!
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