Nulla si crea

Gabrielle Coco Chanel nei primi anni del ‘900, fu la prima in assoluto a modificare capi di abbigliamento per renderli innovativi: certo parlare di lei inerentemente a  modifiche sartoriali,  è come citare Van Gogh, se si parla di semina di girasoli, ma mi permette di introdurre  appieno un altro modo di “fare moda”. 
È vero che già da qualche decennio le mamme, le nonne per risparmiare, rattoppavano pantaloni strappati, tagliavano le maniche delle camicie invernali per poterle indossare quando faceva caldo, addirittura rigiravano i cappotti, vale a dire che, diventando liso il tessuto esterno del capo, invertivano il soprabito, facendo in modo che la parte interna del tessuto diventasse esterna. 
Necessità quindi di sistemare, trasformare i capi, senza certo pensare di apparire, una volta indossati,  eleganti. 
Quindi Coco odiava tutto ciò che era la moda del suo tempo: crinoline, pizzi, corpetti che ti fracassavano la gabbia toracica, piume, lunghezze eccessive di abiti fatti con materiali goffi: tutto le appariva volgare. Le donne andavano a cavallo sedute su un fianco, impiegavano ore a prepararsi, insomma non poteva sopportare di vedere ciò sulle altre donne figurarsi su se stessa. 
Prese allora la camicia del suo amante, la infilò dentro i pantaloni, con tasche, che solo gli uomini potevano indossare, tagliò  una cravatta per farla diventare nastro da annodare a fiocco sotto il collo delle camicia, e il panciotto perfettamente a misura del suo uomo, indossato da lei, donna minuta, diventò un gilet morbido, completando cosi un outfit innovativo e sicuramente pratico: la rivoluzione al mondo della moda la fece così, trasformando ciò che già esisteva nell’abbigliamento, ma dando una nuova personalità. 
Modificare un capo di abbigliamento oggi significa riprendere un oggetto di qualche anno fa, ancora in buone condizioni e trasformarlo con professionalità sartoriale in abito contemporaneo, se si vuole strizzare l’occhio al concetto della tendenza, ma adatto alla persona che lo vuole indossare.
Nella mia officina arrivano ventenni che trovano nell’armadio completi del nonno, donne  ‘anta’ ormai non più silhouette che vorrebbero ancora indossare l’abito della laurea. 
O clienti che portano un cappotto e un giubbotto ritenendo uno troppo poco protettivo dal freddo, l’altro eccessivamente caldo per l’inverno. 
E cosi utilizzando l’esperienza sartoriale acquisita nel tempo, avvalendomi di macchinari e strumenti innovativi, rispettando la personalità e il carattere del mio cliente. Il completo del nonno lo destrutturo da spalline ed eccessi di forme e lo disegno morbidamente sul corpo del ventenne, il ricordo di laurea rivive dopo aver inserito tasselli di materiali abbinabili collocati laddove c’è da nascondere qualche chilo in più,  e magicamente il giubbotto avrà le maniche del cappotto, e sarà diventato più lungo aggiungendo parti finali del soprabito. 
Lontana da me la presunzione di paragonarmi a Chanel, ma necessario l’abbinamento a lei per far capire, che si può creare trasformando ciò che già si possiede, ma tenendo conto dell’utilità del capo, indossabilità, funzionalità… 
L’ eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo” Coco Chanel 

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Arianna Alaimo

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