Parte la prima stagione del teatro Vignoli
È stata presentata ieri sera la prima stagione del teatro Sala Vignoli, in via Prenestina, 104 a Roma.
Fortemente voluto dal direttore artistico Eugenio Dura, artista, regista, coreografo che vive per il teatro un amore incondizionato, carico di energia positiva, fa il suo ingresso nell’Olimpo dei teatri con posti a sedere di rilievo, il teatro Sala Vignoli che ha carattere parrocchiale e di quartiere ed è stato pensato proprio per le persone che abitano, vivono e si rilassano nel quartiere Pigneto. Ma non solo il Pigneto infatti l’invito a partecipare agli spettacoli non si ferma solo allo storico quartiere di Roma, ma si allarga al Preneste e a Centocelle, periferie dove l’aumento della popolazione ha reso necessario non solo l’inserimento dei servizi, ma anche quello del divertimento. Se poi l’interesse si allarga anche a quello di cittadini che risiedono in altre zone, sarebbe rilevante.
Il successo del teatro sta (e starà anche in futuro) nel cartellone che Eugenio Dura ha presentato. Spettacoli di vario genere, da commedie a tragedie, ma anche spettacoli con una particolare impronta sociale. Spettacoli che fanno ridere e riflettere, ma anche seri e sensibili.
Compagnie giovani, non sempre romane, ma formate da artisti che amano il teatro, come gli artisti di spessore che da anni lavorano nell’ambiente e che regaleranno al pubblico delle serate sicuramente meravigliose. Ogni spettacolo sarà in scena in un solo week end per un totale di 20 serate e 10 spettacoli.
Aprirà la stagione lo spettacolo “Trilogia della Villeggiatura” di Tato Russo da Carlo Goldoni, per la regia di Carmen Pommella con la compagnia T.T.R Il Teatro di Tato Russo, una commedia musicale ambientata nell’Italia degli anni ’50 con particolare attenzione all’essere piuttosto che allo stare. Le loro date sono il 26 e 27 novembre 2016.
Quindi sarà la volta di “Le Rane – Malicommedia sull’orlo del mondo da Aristofane” regia e drammaturgia di Cinzia Maccagnano, una parodia della decadenza politica e culturale dell’Atene del 405 a.C., ma che resta fortemente attuale al nostro periodo storico-culturale. Sarà portata in scena dalla Compagnia Bottega del Pane il 17 e 18 dicembre.
Il nuovo anno inizierà con “Gli spettri” di Henrik Ibsen della compagnia MediArte per la regia dello stesso Eugenio Dura, in scena il 21 e 22 gennaio. Lo spettacolo narra il dramma di una donna che fin da piccola non ha mai saputo ribellarsi alla menzogna.
“Li nipoti de lu sinneco” commedia di Eduardo Scarpetta, è una produzione del Teatro Bellini di Napoli e sarà in scena il 28 e 29 gennaio, per la regia di Pino Carbone. In scena Rino Di Martino e Antonella Morea che da adulti interpretano i bambini che si travestono e giocano a interpretare, loro stessi, i nipoti del sindaco.
Il 18 e 19 febbraio, in tema con il periodo, sarà in scena “Il Viaggio – Uno spettacolo sulla Shoah” regia e drammaturgia di Giuseppe Argirò. Narra di una compagnia di attori ebrei intenta a mettere in scena una tragedia ma si ritrovano essi stessi protagonisti di un viaggio senza ritorno verso Auschwitz.
Ma febbraio è anche il mese dell’amore e quindi non poteva non essere presente uno spettacolo che dell’amore ne è la tragica passione “Romeo e Giulietta “ di William Shakespeare, per la regia di Carmen Pommella con la Compagnia Le Pecore Nere che debutterà per la prima volta a Roma, in scena il 25 e 26. Nello spettacolo c’è tutta la drammaturgia di Shakespeare, ma l’ambientazione è spostata alla fine di una guerra, non citata, il testo resta divertente fino alla morte di Mercuzio e poi diventa dramma. Le musiche per la colonna sonora sono di ispirazione rock moderno che legano la poetica del testo con il linguaggio giovanile.
“Little Women – Piccole donne” della compagnia KinesisArt per la regia di Selene Gandini, sarà in scena il 4 e 5 marzo. Ispirato a famoso libro della scrittrice americana Alcott, narra la storia delle quattro sorelle March, messe a dura prova dalla guerra di Secessione. È una commedia musicale che rispetta l’epoca in cui è stato scritto, con le sue regole e la sua società, ma si immerge nella contemporaneità del mondo femminile sempre attuale.
L’unico monologo della stagione è “Io, Betty e il Liverpool” di Giuseppe Manfridi, diretto e interpretato da Paolo Triestino in scena il 18 e 19 marzo. Racconta la sfrenata passione di un giovane per una donne e per la sua squadra del cuore. Sullo sfondo della Roma degli anni ’80 un monologo da vedere tutto d’un fiato.
L’8 e 9 aprile, invece, l’argomento diventa uno dei più scottanti della storia italiana contemporanea, “Toghe Rosso Sangue – La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia” di Giacomo Carbone, per la regia di Francesco Marino. Lo spettacolo, nato da un libro che raccoglie le storie dei magistrati italiani uccisi da mafia, ‘ndrangheta, terroristi rossi e neri, ne fa un tragico bilancio: dal 1969 al 1994, in venticinque anni di storia, ne sono morti 27. Uno spettacolo di riflessione che ricorda anche i nomi di quelli meno noti e conosciuti, che spesso la storia, le cronache e la giustizia dimenticano di menzionare. Più che uno spettacolo vuole essere un risveglio della coscienza e del senso di giustizia dei cittadini verso una della pagine più nere della storia italiana.
Chiuderà la stagione il 22 e23 aprile “Topolini, mici e pinguini innamorati – Cronache del meraviglioso zoo dello swing italiano” di Giorgio Umberto Bozzo con Le Sorelle Marinetti e il M° Christian Schmitz. Il racconto di un’epoca, di una società dove la censura regnava sovrana, con musica leggera, orecchiabile e l’avvento della radio. Lo spettacolo ha come scopo quello di trattare l’invenzione e l’avvento della radio nelle case degli italiani, l’arrivo in Europa dello swing e del jazz nuove melodie americane, la storia di alcuni dei più prolifici autori italiani del tempo, la storia degli artisti più amati.
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