Premio Caesar alla carriera 2021 a San Vito Romano
Una domenica dedicata al Premio Caesar alla Carriera e all’omaggio a Milva
Domenica pomeriggio nel bel Teatro comunale Caesar di San Vito Romano, una cittadina di circa 3.300 abitanti in provincia di Roma, sono stati consegnati dal direttore artistico Ulisse Marco Patrignani e dal sindaco Maurizio Pasquali i “Premi alla carriera Caesar 2021”. Erano presenti a ritirare il premio Massimo Wertmuller e Giampiero Ingrassia, assenti, per motivi di lavoro, Matilde Brandi e Milena Miconi.
Un premio alla carriera “postumo” è stato dedicato a Milva, a cui Giovanna, ha poi dedicato un concerto, cantando le più belle canzoni tratte dal vasto repertorio della “rossa”. E’ stato per il numeroso pubblico presente un momento di grande emozione. Giovanna Nocetti, in arte Giovanna, è sulle scene italiane dal 1969 quando partecipa al gioco televisivo Settevoci e l’anno successivo al Cantagiro. Giovanna ha attraversato cinquant’anni di musica italiana e ha partecipato ha importanti trasmissioni televisive.
Amica di Milva, scomparsa il 23 aprile 2021, Giovanna ora è in tour con uno spettacolo in cui omaggia “la rossa” interpretando molte delle sue canzoni, anche quelle meno note, accompagnata dal maestro Walter Bagnato al pianoforte e alla fisarmonica e la regia di Dario Gay.
Ad ascoltare le canzoni di Milva, un pubblico decisamente “agée” che sicuramente su quelle note ha rivissuto molti momenti della propria vita. Milva è stata, insieme a Mina, una delle nostre più importanti cantanti che ha attraversato la storia musicale e civile del nostro paese. L’omaggio a Milva non poteva non iniziare da un’altra donna: Alda Merini che in una sua poesia negli occhi di Milva vede la sua felicità:
Non occorre che io mi sieda sul letto a rivedere i sogni perduti,
basta guardare gli occhi di Milva e vedo la mia felicità.
Coloro che pensano che la poesia sia disperazione
non sanno che la poesia è una donna superba
e ha la chioma rossa.
Io ho ammazzato tutti i miei amanti
perché volevano vedermi piangere
ed ero soltanto felice
Giovanna nel suo recital è riuscita a restituirci non solo la Milva delle “canzonette” come quella della Filanda, che poi tali non erano, basti pensare che “La filanda” fu la versione italiana di un successo della celebre cantante portoghese Amália Rodrigues, ma anche quel mondo musicale che ha incrociato il grande teatro, Milva la musa di Giorgio Strehler, con le sue interpretazioni brechtiane “la cantata di Mackie Messer”, tratta dall’Opera di tre soldi con il suo potente attacco “Quanti denti ha il pescecane/ e a ciascun li fa veder,/ e Macheath lui ci ha un coltello/ ma chi mai lo può saper?”, che Giovanna ci ha restituito nella sua interpretazione, facendoci rivivere tutta l’emozione della canzone politica di Brecht.
Ma Milva, la Rossa, e non solo per il colore dei suoi capelli, è stata anche donna di impegno civile portando a Canzonissima nel 1971 “Bella Ciao” e di lei diceva “«Sai, io ho un debole per i canti della libertà» e Giovanna nel farle omaggio l’ha unita ad un’altra canzone “Hasta Siempre Comandante Che Guevara”, l’uomo che fu simbolo di libertà e testimone per tutti gli oppressi del mondo. È stato un momento particolarmente emozionante che ha coinvolto il pubblico presente.
Ma la canzone che sicuramente ha racchiuso il senso di tutta la serata è stata Artisti quelli che “Hanno sguardi d’argento e cuori da bambino”. Una canzone che ha voluto rendere omaggio ai tanti “artisti” che in questi ultimi due anni ci hanno lasciato e che Ulisse Marco Patrignani ha voluto ricordare a inizio serata facendo scorrere i volti delle tante donne e uomini che hanno calcato le tavole del palcoscenico, che ci hanno emozionato, divertito, fatto piangere.
Uno in particolare, Gigi Proietti, è nel ricordo dei due attori presenti e premiati. Sia Wertmuller che Ingrassia hanno mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo proprio con Gigi Proietti, che nei loro ricordi rimane il “Maestro” e a cui riconoscono tutta la grandezza di un attore che si è dato al suo pubblico senza risparmiarsi e a cui il suo pubblico ha restituito l’affetto popolare che si deve ad un grande uomo di spettacolo.
Tutti hanno poi riconosciuto che questi ultimi due anni per il mondo dello spettacolo, e del teatro in particolare, sono stati anni pesanti. I teatri chiusi a causa della pandemia, gli attori che hanno cercato di sopravvivere, ricordiamoci che non ci sono solo i grandi attori, ma i tanti che fanno teatro per passione e “pochi spiccioli”, hanno restituito una immagine della nostra società dove la cultura è considerata la cenerentola nel grande circo mediatico, dimostrando ancora una volta che è il “denaro” che muove il mondo e la cultura un orpello di cui magari fregiarsi. Così non è per il Sindaco di San Vito Romano che nonostante le tante difficoltà finanziarie del Comune e il mancato sostegno, quest’anno, da parte della Regione “si preferisce finanziare la sagra piuttosto che una sala teatrale”, ha confermato il suo appoggio convinto alla programmazione teatrale voluta da Patrignani. Programmazione varia che può interessare un pubblico vasto e diversificato nei gusti dalla commedia di Pirandello alla musica napoletana, dall’omaggio a Dalla alla commedia leggera e divertente.
Insomma possiamo dire con le parole della regista Emma Dante:
Non si può vivere senza, l’umanità non può vivere senza il Teatro. Forse un giorno si potrà vivere senza il cinema, ma senza il Teatro è impossibile. Almeno finché esiste l’uomo, finché esiste lo specchio, il riflesso di noi stessi che respira, vivo come noi. L’uomo ha bisogno dell’uomo, di essere riconosciuto, di vedersi di fronte e farsi delle domande, per cui non penso che il Teatro morirà mai”.
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