“VORREI DIRE AI GIOVANI…” Gina Borellini, un’eredità di tutti

 

Martedì 27 Febbraio è stato presentato alla Casa del Cinema di Roma il docufilm su Gina Borellini, figura femminile che molto ha contribuito alla storia italiana.

A settanta anni dal primo parlamento italiano, questa produzione racconta la storia di una mondina modenese che insieme al marito prende parte alla resistenza partigiana, divenendo dopo la Liberazione, presidente dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, e ottenendo una medaglia al valore militare. Diviene inoltre deputata al parlamento tra le file del partito comunista, dove resta per tre legislature, portando avanti interventi sempre e solo per la causa democratica e la libertà di pensiero; lo stesso obiettivo durante tutta la sua vita le ha fatto condurre una lotta continua e non priva di sofferenze, la perdita del marito fucilato dai fascisti che avevano arrestato anche lei stessa risparmiandola al plotone, e la perdita di una gamba a causa delle ferite riportate durante uno degli scontri avvenuto nelle campagne modenesi dove si trovava con un gruppo di resistenza.

Ad incarnare questa donna forte e mite, mai votata al rancore, è l’attrice Claudia Campagnola, che legge durante il docufilm lettere e discorsi scritti da Gina Borellini, reinterpretando anche momenti vissuti dalla stessa partigiana, con una comparsa anche dell’attrice Laura Trimarchi nelle vesti di amica e compagna.

La voce di Elena Polic Greco ci accompagna nell’intero documentario tra le testimonianze lasciate da chi l’ha conosciuta, raccontandoci dal matrimonio a 16 anni di Gina Borellini fino al suo essere fra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane, alla cui sede di Modena lascia i suoi scritti e appunti relativi all’ambito politico, associazionistico e della resistenza, e dove sono giunti dopo la morte nel 2007 della deputata partigiana anche i suoi scritti personali, fotografie e materiale stampa.

Con questo docufilm prodotto da Francesco Zarzana, direttore artistico di Modena Buk Festival, l’omaggio a Gina Borellini e della forza che ha segnato tutta la vita senza cedere mai di fronte a dure difficoltà, si fa messaggio degli stessi valori di tolleranza e libertà, invitando direttamente nel discorso presente sia inapertura che in chiusura della proiezione  alla salvaguardia del rispetto, di come non si abbia bisogno di armi ma di valori in cui credere come lealtà e libertà per raggiungere un’armoniosa convivenza civile, ancora oggi frenata e contestata da fondamentalismi e ideologie frutto di una crisi umana oltre che economica.

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Carolina Taverna

Diplomata al liceo artistico e laureata in studi storico artistici con tesi in arte contemporanea.

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