Asian Festival al Teatro Trastevere

Foto Vania Lai

Il teatro che non ti aspetti ma di cui tutti dovremmo aver bisogno

Il teatro non si sceglie. Il teatro Ti sceglie. È un po’ come quando si entra in una libreria senza sapere di preciso cosa si stia cercando. Eppure, se ti affidi semplicemente alla situazione, tornerai a casa esattamente con il libro del quale avevi bisogno. A me con il teatro capita spesso la stessa cosa: se lascio scorrere il flusso delle emozioni, la connessione che si genera fra spettacolo e spettatore diventa uno scambio reciproco di informazioni che si appartengono e dalle quali trarre riflessioni e considerazioni importanti.

In un venerdì pomeriggio di fine luglio, il 25 per l’esattezza, ho partecipato (quasi del tutto all’oscuro di ciò che avrei visto) ad uno dei quattro spettacoli della rassegna Asian Festival in Teatro Trastevere.  Il mini festival si è composto di 4 performance: A funeral for my friend who is still alive, Good morning and goodbye, Sole to Soul, Sang Tsau.

Io ho assistito a Good morning and goodbye, una performance solista creata da Yu Pi Chen ed eseguita da Lala Sue.

Ogni mattina, dopo essersi svegliata, ella condivide un piccolo momento di intimità con sé stessa. Spera di trovare il mondo come lo vuole, ma raramente è così. Per un momento, anche se è in pace prima dell’inizio della giornata, deve prepararsi ad affrontare la realtà e la dura realtà. Tutto accade per una ragione e modella anche noi e la nostra vita”.

Good morning and goodbye è 30 minuti di azione scenica perfetta fra danza e silenziosa interpretazione drammaturgica. 30 minuti per ammirare l’esercizio artistico della sottrazione in grado di pulire dalla performance tutto ciò che poteva risultare superfluo portando lo spettacolo ad un livello di meta comunicazione esemplare.

Cosa accade quando ogni mattina ci svegliamo? Siamo noi, realmente, a decidere delle emozioni della giornata o ci lasciamo continuamente condizionare da qualcosa o qualcuno che reputiamo più importante dei nostri bisogni emotivi? Forse è un po’ come la domanda delle domande eppure, questo spettacolo, ci consente di riflettere sul quanto sia meno fondamentale cercarne la risposta di quanto possiamo pensare.

Foto Vania Lai

La cosa veramente essenziale è cercare e non perdere la connessione con sé stessi anche nel mezzo del conflitto più doloroso. La nostra protagonista lo fa attraverso gesti di quotidiana semplicità: avere cura del proprio risveglio energetico, ringraziare per la natura e i piccoli gesti dei quali siamo composti (come assaporare un buon caffè) e saper dire Buongiorno e Arrivederci nel momento giusto e nel posto giusto.

La filosofia della mindfulness ci chiede di essere radicati nel qui ed ora per evitare che il tempo corroda la nostra bellezza interiore. Good morning and goodbye ce lo spiega in teatro e ci fa commuovere ma anche sentire rigenerati. La via della semplicità è la via della serenità.

Lala Sue è fantastica nella sua interpretazione e le siamo grati per questo dono.

L’Old Boy Theatre è stato fondato a Kaohsiung, Taiwan. Il nucleo delle sue opere si basa sul consueto, sul quotidiano e sull’impermanenza. Il contenuto deriva principalmente dall’osservazione sociale, dalla rappresentazione della vita, ecc., rispondendo alle questioni che il mondo ci ha dato in modo satirico e umoristico e mostrando la corrispondenza tra le persone e la vita.

Un ringraziamento speciale va al Teatro Trastevere, a Raffaele Balzano per aver avuto la vision artistica e la sensibilità per condividere questa rassegna, a Vania Lai e Marco Zordan instancabili cercatori di teatro di qualità.

Raffaella Ceres

Pedagogista, Dottore in Scienze dell’Educazione con Perfezionamento in Pedagogia Interculturale presso L’Università degli Studi Roma Tre. Socia del Coordinamento Nazionale Pedagogisti e Educatori (Co.N.P.Ed) è anche formatrice per i docenti presso il Centro Phronesis, ente accreditato al MIUR. Redattrice e collaboratrice in diverse webzine nazionali e ragionali, unisce la sua formazione umanistica ad un costante lavoro di ricerca e di approfondimento attraverso le forme d’arte teatrale, musicale e museale di matrice sperimentale. Ha conseguito nel 2019 il certificato 101 Analisi Transazionale. Nel 2020 ha terminato il percorso di formazione come Mentore presso IKairos e ha conseguito il Master in Didattiche e Strumenti innovativi – Dinamiche relazionali e Gestione del Burnout, presso Università degli Studi Niccolò Cusano. Ha seguito i laboratori e i percorsi di studio ufficiali sul Metodo Bruno Munari presso ABM (Associazione Bruno Munari). È socia del Circolo Legambiente e ha svolto attività in outdoor con lo stesso come supervisore e formatore. Pedagogista per il Sistema Giocalcio ideato e registrato da Gianluca Ripani. Supervisore familiare e tutor dell’apprendimento è ideatrice di un progetto laboratoriale e creativo originale: IL LABORATORiO DELLE iPOTESi ®.

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