Bufaloni scrittore senza fortuna
Un corto che vuol parlare del mondo della scrittura e degli scrittori
Venerdì 19 aprile, al festival InCorti da Artemia diretto da Maria Paola Canepa, andrà in scena Bufaloni, scritto da Federico Mattioli, diretto da Archita Giuseppe Russo e interpretato dallo stesso Russo insieme a Andrea Persichella, Giovanni Delrio, Silvia Attimonelli. Il testo racconta di uno scrittore dai gusti raffinati che, non riuscendo a trovare editori, è costretto a fare un altro lavoro. A parlare del corto Archita Giuseppe Russo.
Salve. Perché vi siete iscritti a InCorti da Artemia?
Edilizie Teatrali è una compagnia giovane, e come ogni gioventù è pregna di entusiasmo. Scalpitando, abbracciamo la novità, la novità di portare in scena un nostro lavoro, originale. Non si son nascosti i dubbi, le incertezze ma anche l’orgoglio ed il coraggio durante la messa in cantiere. InCorti da Artemia è il risultato della nostra forte volontà di andare in scena, questo è il motivo dell’iscrizione.
Cosa vi aspettate dal festival?
Ci aspettiamo di danzare sulle punte tra la prima e la seconda fila e dalla quinta di destra a quella di sinistra, vorremmo iniziare col buio e finire con altrettanto buio il grande e lucente spettacolo di curiosità nell’osservare l’arte teatrale altrui. Quindi ci aspettiamo commenti, discussioni, scoperte, critiche, tutte per noi e tutte per gli altri.
Vogliamo imparare e disimparare, comprendere maggiormente il teatro dimenticandoci delle nostre piccole battaglie interiori ed orgogliose. Vogliamo stringere personalmente la mano gentile della Direttrice Canepa e ci auguriamo di vincere almeno un premio per urlare nella tavolata post drammatica: “ce l’abbiamo fatta!”
Parliamo del corto. Chi è Bufaloni? Cosa o chi rappresenta?
Bufaloni è un giovane uomo con una visione alta e scaltra del procedere artisticamente l’esistenza. Porta con orgoglio il vessillo della sua Scrittura, forse un piccolo salvavita, un piccolo schermo per un individuo che si sente troppo normale in una società tutta mondiale e sdivinizzata dalla semplicità.
Bufaloni rappresenta il fallimento dell’uomo aldilà dell’arte e della letteratura, il fallimento della relazione con l’altro, della relazione con sé stessi, della relazione con una vita essenziale. Il romanzo de-genere del Bufaloni è tuttavia vincente, perché è la sua espressione di coraggio quindi di affermazione. Non c’è mai conclusione ai grandi ghirigori esistenziali, un grande nulla eppur bello, lo spettacolo Bufaloni vuol rappresentare sol bellezza.
Si parla di scrittura, come viene descritta all’interno del corto e com’è percepita a livello sociale oggi?
La scrittura, per il protagonista Bufaloni è uno spazio identificativo, un foedus, un atteggiamento bucolico di riflessione interiore. Esemplifica la realtà del Bufaloni, una realtà senza genere, non catalogata in qualsivoglia quisquiglie quotidiane, probabilmente quindi una realtà “troppo normale” ma autentica. Pertanto all’interno del corto la scrittura ha un ruolo predominante ed allo stesso tempo di cortesia, di pretesto per rappresentare l’esistenza del protagonista.
Oggigiorno, fortunato chi scrive, fortunato chi legge. Se va bene, paradossalmente, si scrive male e si legge male. Esiste poca letteratura contemporanea d’evidenza, o meglio non è valorizzata, predominante è un luogo comune negativo sulla letteratura classica. Si preferisce il simulacro della scrittura alla scrittura stessa, il film al libro. Versificate liberi signore e signori!
Bufaloni incontra nella sua vita, molti personaggi, come li affronta? Cosa apprende da loro?
Il corto teatrale mettere in scena la parabola di vita del Bufaloni (Giovanni Delrio). È un percorso di conoscenza che culmina nella consapevolezza di sé. I personaggi Narratore, Immunologo e Passante sono netti e caratterizzati, quasi macchiettistici, rappresentano parti di coscienza del Bufaloni che pian piano comprenderà sé stesso e ciò che lo circonda.
Il Narratore (Andrea Persichella) è il personaggio più interno al protagonista, la voce della coscienza. L’Immunologo ed il Passante (Archita Giuseppe Russo) sono due personaggi comici, surreali, rispettivamente dittatura scientifica e senso comune. Silvia (Silvia Attimonelli) è invece un personaggio differente dagli altri.
L’ultima è Silvia, che cosa rappresenta?
Silvia è un personaggio che aiuta il protagonista Bufaloni ad accettarsi ed a valorizzare sé stesso e la sua visione della vita, un’esistenza costituita da semplicità. Silvia è un’anima pura, ingenuamente vera con una sensibilità sincera nei confronti del protagonista, gli regalerà uno spiraglio di luce. Il Bufaloni conoscerà la relazione con l’altro ed il coraggio di esser autentico.
Grazie e in bocca al lupo!
Viva il lupo, crepi il lupo, grazie molte e tante. Soprattutto grazie a voi e al Centro Culturale Artemia.
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