Castiglioni Film Festival: seconda serata
Giorgio Montanini discute su I predatori
La seconda serata del Castiglioni Film Festival è dedicata al film diretto dal giovane Pietro Castellitto, figlio d’arte, I predatori, vincitore del premio come Miglior Sceneggiatura al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti e del premio cine Miglior regista esordiente ai David di Donatello del 2021. A parlare del film Giorgio Montanini, considerato il maggior stand-up comedian italiano, qui in veste di attore, tra i protagonisti dello stesso. L’attore era stato ringraziato sul palco dal regista Castellitto al momento della premiazione. A dialogare con lui il giornalista Rai Alessandro Boschi.
Montanini, con la sua verve e la sua satira, ha conquistato immediatamente il pubblico che ha ascoltato con interesse le sue parole e suscitato, in chi non lo conosceva, la curiosità sul proprio lavoro. Un lavoro che lo ha visto più volte “cacciato” e non “censurato” come ha precisato con decisione dal palco, dalle tv italiane a causa della sua satira. Troppo complesso il mondo dello spettacolo, in particolare quello italiano che viene gestito da un sistema “parentale” e “amicale” piuttosto che da quello “meritocratico”.
I Predatori racconta la storia di due famiglie, una altoborghese e radical chic, l’altra di ceto medio basso e legata a frange neofasciste, nostalgicamente mussoliniana. Lo stile del film è comico-grottesco simile a quello che ha reso celebri molte pellicole della commedia all’italiana. La città che accoglie le due famiglie è Roma che fa da sfondo ad una serie di eventi che coinvolgono i componenti delle stesse, a volte predatori e a volte prede di chi, il predatore lo sa fare e continua a farlo con determinazione.
Le vicissitudini delle famiglie si incontrano quando Ines (Marzia Ubaldi), la povera e vecchietta madre di Claudio (Giorgio Montanini) viene truffata da un giovane (Vinicio Marchioni) che nel film non ha nome, che si presenta alla sua porta come amico del figlio che gli deve dei soldi, per un affare che portano avanti da tanto tempo. La donna, anziana, alla fine ci casca e, poiché Claudio, lavora con uno zio in periferia dedito anche ad espedienti, non si rivolge alla polizia. La donna, frastornata ha un incidente per strada e viene aiutata e medicata da un dottore, Pierpaolo (Massimo Popolizio), sposato con una regista Ludovica (Manuela Mandracchia). I due hanno un figlio Federico (Pietro Castellitto) che ha contrasti con il suo professore universitario. Claudio decide di ringraziare personalmente il dottore offrendogli un’arma dall’armeria di famiglia, anche senza serie. L’uomo rifiuta tutto, tranne un caffè, ma il figlio Federico, ascolta tutto. Sarà lui ad approfittare dell’offerta a discapito dello stesso padre e di Claudio.

La visione dei predatori che vivono accanto a noi, a volte senza che ce ne accorgiamo oppure a cui non possiamo o riusciamo ad opporci, mette tutti sullo stesso piano. Non che in passato, figure del genere non esistessero, siamo certi che eventi, anche se in modi diversi, siano accaduti, ma perché in questa storia ci sono capovolgimenti e molti da prede diventano predatori e viceversa. È un assaggio di come la nostra vita cambi secondo alcune situazioni, mietendo vittime e fabbricando carnefici.
Il film restituisce una società disposta a sacrificare gli affetti più cari per scopi e interessi personali, una società fallimentare, dedita alla droga, al successo personale e sul lavoro, all’attacco degli altri. Poco importa il rispetto per le persone, le quali contano niente. Nessuno si salva in questo tipo di rapporti generalizzato, nemmeno il più giovane componente della famiglia che imparerà prestissimo e a sue spese, ad accaparrarsi il diritto e il potere di un predatore.
Peccato che il film si perda un po’ nelle maglie del racconto apparendo, in alcune parti, in particolare dalla seconda parte in poi, lento e non semplice da seguire con alcuni dialoghi che si perdono nel vuoto o poco legati con la storia narrata.

Fondamentali e intense le interpretazioni di Massimo Popolizio, artista ben noto nel mondo del cinema e del teatro, che sa catturare l’attenzione restituendo personaggi sempre molto reali e intensi. Prova superba per Giorgio Montanini che, chiamato sul set dal regista Pietro Castellitto, lascia per breve tempo le tavole dei teatri dove porta in scena i suoi monologhi di stand-up comedy per mettersi dinanzi ad una cinepresa e raccontare con particolare maestria un mondo lontano dal suo pensiero, ma immergendosi completamente, regalando una bellissima prova d’attore navigato, quasi a chiedersi dove fosse stato nascosto per tutti questi anni.
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