Castiglioni Film Festival: terza serata
Dialogo con Fabrizio Bentivoglio, interprete di Settembre
Settembre, si sente dire in giro, ma non è il mese arrivato troppo presto o tardi, bensì il titolo del film protagonista della serata. A parlarcene un maestro del cinema italiano, Fabrizio Bentivoglio, protagonista della pellicola del 2022, opera prima di Giulia Steigerwait.
Il maestro ha attirato al Castiglioni Film Festival una moltitudine di spettatori in un sabato che ha animato il borgo sempre pieno di turisti nonostante le avvisaglie di nuvoloni e brutto tempo che, invece, per questi ultimi giorni, si è rilegato nell’interno o comunque, lontano da qui.
Sul palco presentati da Piero Torricelli, l’attore italiano dialoga con il giornalista Alessandro Boschi. Si parla e racconta di Settembre, opera prima della giovane regista italo-americana, la Steigerwait, lavoro che lo ha visto coinvolto con la stessa tenacia di sempre.
Il maestro Bentivoglio, con alle spalle anni di esperienza, riporta anche alcune sue vicissitudini sui set cinematografici. Lui che è un attore nato a teatro racconta al pubblico il suo modo di prepararsi alla recitazione cinematografica, che lo vede impegnato in primis con la lettura del testo, dove decide ogni singolo termine, ma anche ogni virgola. Amante dei sinonimi al punto da considerarsi maniacale. Poi, solo dopo aver scelto le dinamiche delle parole, fa partire il corpo. Sarà per questo attento lavoro che negli anni ci ha regalato interpretazioni straordinarie.
Tanti film, tante regie alla ricerca della poesia, ma instancabile perfezionista, mai realmente soddisfatto del suo lavoro. Un lavoro, ha tenuto a sottolineare, da personalizzare, perché ogni attore deve ricercare il proprio modo di recitare. E poi l’ansia, quella sensazione così comune ai giovani debuttanti, che lui, invece, vive come momento di eccitazione, stimolo. Una lezione di cinema visto attraverso la poesia, di storia, di amore per un mestiere che, in ogni modo, gli ha dato molte soddisfazioni e che, con il suo modo di porsi con il pubblico, lo fanno apprezzare ancor di più.
Il Film proiettato: Settembre
Settembre è diretto da Giulia Steigerwait premiata come Miglior Regista Esordiente ai Nastri d’Argento del 2022. È un film drammatico ma nel quale si riscontra tanta poesia, un po’ quella francese, che in questi anni ha visto il proliferarsi di ottime registe, e un po’ in stile indie americano, che scaturisce molto probabilmente, dalle origini stesse della regista. È un film corale che vede la presenza, oltre a quella di Fabrizio Bentivoglio, anche di Barbara Ronchi, Thony, Andrea Sartoretti, Tesa Litvan, Margherita Rebeggiani, Luca Nozzoli, ed Enrico Borello e Arianna Ascoli.
Il film che si svolge nel mese di settembre, parla d’amore e relazioni e tutte queste storie sono collegate tra loro attraverso Francesca (Barbara Ronchi). La donna non prova più gli stessi sentimenti per il marito e si sente trascurata da lui che le preferisce le partite di poker. Per questo si confida con un’amica, Debora, che vive lo stesso dilemma sentendosi attratta dalla sintonia che si è sviluppata tra loro. Sergio, il figlio di Francesca, decide di dare lezioni di sesso a Maria, una sua amica inesperta e quindi piena di dubbi e paure. Poi c’è Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio), il ginecologo di Francesca, uomo solo che si consola con una giovane prostituta, la quale, però, è innamorata di un panettiere.
Le situazioni che si vengono a creare, rispecchiano quelle attuali, ma vengono affrontate con un dialogo e una fotografia delicata nella quale scaturisce quella poesia di cui si accennava prima. Anche nelle scene più difficili, quando per esempio Francesca dice al marito che vuole lasciarlo perché non lo ama più, lo fa attraverso un dialogo nel quale si evince la consapevolezza della sua scelta e con una certa ponderatezza. E la reazione dell’uomo, anche se stereotipata perché si altera, mai eccessivamente, pensando ad una relazione con un altro uomo e si tranquillizza quando scopre che è con una donna, rimane fissata in un dialogo tranquillo. La stessa pacatezza che arriva da Bentivoglio che attraverso il suo personaggio ripropone la figura del vecchio signore consapevole della sua età ed esperienza e quindi votato alla soluzione di problemi e non alla creazione di disagi.
La freschezza del film, oltre ad essere data dallo sguardo della giovane regista, arriva anche dalla storia dei due giovani protagonisti che, attraverso le loro inesperienze sessuali, i loro tentativi e le paure, raccontano di una scoperta sincera di un qualcosa che tutti abbiamo provato e che forse dimentichiamo che i giovani devono affrontare.
Oltre a tutti questi temi, risalta la consapevolezza che gli stereotipi femminili restano una certezza del mondo dello spettacolo e del mondo sociale che ci circonda. La coerenza del rapporto tra uomo e donna è ben lungi dall’essere paritaria e il film ci fa capire che è possibile affrontarla con la serenità dell’anima arrivando a soluzioni.
Particolare attenzione ha la colonna sonora del film, capace di conciliare i generi musicali e spaziare da grandi successi e interpreti, come I Want You di Bob Dylan, a brani più moderni come quelli di Thony autrice di due dei brani e interprete del classico Everyday di Elvis Costello. Un film che si allontana in maniera egregia dai classici italiani moderni, riuscendo ad essere drammatico, divertente e riflessivo.
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