Change perde nel riprodursi
La storia del rivivere la stessa situazione in modi differenti
La possibilità di cambiare, modificare una scelta fatta, in particolare con il fatidico “senno di poi”, è una possibilità che vorremmo tutti, che spinge spesso a recriminare sulle scelte che, forse, non ottengono il risultato sperato, andando a modificare, spesso, anche i rapporti personali.
Come ci saremmo comportati se avessimo saputo quali conseguenze queste avrebbero comportato? In che modo ci saremmo posti? Mille domande sorgono nella mente a conclusione di un evento, di una situazione e in particolare, se questo non spinge nella direzione che avremmo voluto.
In questo universo di ma e di se, che ha come principali attori i componenti, in questo caso, della famiglia, si è introdotto Marco Zordan, attore e regista teatrale e in questo caso anche autore del testo, dedicato alla possibilità di cambiare le situazioni. Che cosa accadrebbe se, invece di quella parola, di quel gesto, di quella dichiarazione ce ne fosse stato un altro?
Per spiegare tutto ciò, all’interno dello spettacolo Change vengono presentati tre quadri che prendono spunto da tre svolgimenti diversi di una stessa situazione, dove un giovane scrittore spera di pubblicare il suo libro con l’aiuto di un amico che ha invitato a casa insieme alla moglie. Con lui la moglie, donna molto impegnata nel suo lavoro. Ma per una fatalità…
Questo è Change con la regia di Leonardo Buttaroni e le interpretazioni di Alessia De Bortoli, Desirée Tortorici, Christian Galizia e Marco Zordan, andato in scena al Teatro Trastevere di Roma.
Lo spettacolo di per se, dovrebbe essere divertente e ricco di gag che evidenziano, ironicamente le diverse situazioni, esasperate dai personaggi, e dalle situazioni che si vanno a creare: dalla difficoltà di mettere a letto il figlio che non ne vuole proprio sapere di dormire, al rapporto psicologico tra i protagonisti.
Questo, anche se presenta una buona idea di base, quella delle relazioni che cambiano al mutare delle prospettive e delle attitudini dei personaggi, resta uno spettacolo che manca di una sua personalità, di una reale regia, capace di amalgamare l’attività dei personaggi sul palco, che sembrano spaesati. Tra gli interpreti si evidenzia la buona interpretazione di Marco Zordan, non supportata dai suoi compagni. Mancano i momenti divertenti che si perdono nel caos della scena. Come dicevo, idea interessante ma da rivedere in molte sue parti.
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