Confidential n.1 il racconto di sei personaggi

gli attori hanno dato prova di un lavoro ben sviluppato e concreto

Il palco utilizzato come lettino dello psicologo, dove, poter raccontare, ma soprattutto per confessarsi. Questo è Confidential n. 1 andato in scena al Teatro delle Muse il 30 aprile, in data unica. Nato da un’idea di Mimmo Strati e Elena Rossetto, scritto da Mimmo Strati, Elena Rossetto, Francesco Trifilo e Alexandra Filotei, interpretato da Alexandra Filotei, Elena Fiorenza, Robert Madison, Elena Rossetto, Mimmo Strati e Francesco Trifilo.

Sei personaggi si confessano sul palco, o meglio, confessano vittorie e sconfitte di una vita vissuta intensamente, tra gioie e dolori, avvicinandoci alle numerose emozioni che condividiamo con il mondo, ma che, probabilmente, possiamo ritrovare in una sola, quella che ogni essere, terrestre o meno, cerca intensamente: l’amore. Unico elemento che unisce le storie è una sedia, ma ognuna di loro narra cose diverse: si parla di un campione di wrestler in declino, il segreto della coppia perfetta, un viaggio nel mito dello spaghetti western, un rapporto conflittuale tra padre e figlia, le metamorfosi di una creatura aliena e un addio al nubilato.

Tra queste storie ci va di sottolinearne alcune che ci hanno particolarmente colpito, in negativo o positivo. Cominciamo con il positivo: Mimmo Strati racconta il rapporto con una figlia distratta, oppositiva, abituata a vincere e che rimane di sasso quando le dinamiche, anche se involontariamente, cambiano. Lui quasi si perde in un momento di inadeguatezza, perché non sa come comportarsi, fino all’evento culminante, che la obbliga ad essere più presente. Un rapporto difficile, quello fra un adolescente e suo padre, quest’ultimo alla disperata ricerca di insegnare qualcosa alla figlia, ma in quale modo?

Divertente, spasso, irriverente in alcuni tratti, la confessione della coppia perfetta, presentato da Alexandra Filotei Una valigia, la romanità e la sfacciataggine di chi vive cercando sempre la parte migliore. Certo, la vita non è fatta solo di gioie e momento sereni, ma la confessione di questa ragazza ci fa sorridere e riflettere su tanti piccoli episodi che rendono la vita unica.

Una nota molto positiva la facciamo per l’omaggio al grande Sergio Leone e ai suoi film che qui vengono ricordati non solo con aneddoti e informazioni, ma anche attraverso quella che è stata, ma lo è ancor oggi, la splendida colonna sonora della filmografia western del grande regista italiano. Un cameo interessante e ben articolato, da apprezzare di e con Francesco Trifilio.

Ciò che abbiamo apprezzato di meno, però, è stato il monologo del giocattolo/campione di wrestler. Anche se ben interpretato da Robert Madison, non ha lasciato nulla di particolarmente emozionante allo spettatore, nulla di introspettivo.

Tutti gli attori in scena hanno dato prova di un lavoro ben sviluppato e concreto, ma ben distinto da monologo a monologo, secondo temi ed emozioni presentate. Brava anche Elena Rossetto che ha dato prova non solo di una buona recitazione, ma anche di un’ottima gestione fisica della scena.

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Edgar

Paolo Grassi diceva “Il teatro per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore”. Se volete vedere delle belle immagini vi consiglio i musei. In scena abbiamo bisogno di attori che sappiano emozionare.

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