Corsivo per donna, il nuovo spettacolo di Luca Milesi
Luca Milesi torna in scena con Corsivo per donna insieme a Maria Concetta Liotta al Teatro Porta Portese di Roma
In scena il 20 giugno al Teatro Porta Portese di Roma, Corsivo per donna, dialogo semiserio sulla coppia al tempo del virus, scritto e diretto da Luca Milesi, con Luca Milesi e Maria Concetta Liotta. Tornano in scena Milesi e Liotta con uno spettacolo che racconta una storia di coppia con situazioni umane al limite, nate in pandemia e in maniera tragicomica.
Bentornato a Luca Milesi sulle pagine di CulturSocialArt.
Si ritorna in scena dopo il lockdown. Quali sono le emozioni e le aspettative per questo ritorno sul palco?
Negli ultimi tempi mi sono spesso chiesto se sarò ancora capace di emozionare e forse non sono il solo ad essermi fatto questa domanda. Ma avvicinandomi a quel giorno cresce anche l’aspettativa di scoprire se il teatro dal vivo abbia o meno conservato l’importanza quasi sacrale del proprio ruolo, che nasce dall’essere una cerimonia.
Lo spettacolo con il quale ritornerai in scena, scritto, diretto e interpretato da te, si chiama “Corsivo per donna”, com’è nato?
“Corsivo per donna” è nato dalla voglia di scoprire se nel mondo dopo il lockdown del 2020 esistevano ancora delle storie vere e proprie o solo un cumulo di macerie fatte esclusivamente di situazioni, cosa ancora più probabile dopo questo secondo anno di chiusure a singhiozzo e di privazione della sera come della notte.
Perchè hai dato questo titolo allo spettacolo?
I personaggi non hanno nome e scrivere in corsivo la parte femminile era un espediente per distinguerli, da qui un titolo che racchiude però anche un omaggio al mondo femminile, particolarmente colpito dalla pandemia: il corsivo è un tipo di scrittura che rimanda alla delicatezza, alla profondità dei sentimenti.
In scena sarai con Maria Concetta Liotta. Come sono i due personaggi che porterete in scena?
In scena si vedranno due figure che, seppur vivissime, esprimeranno con la loro fisicità e le loro azioni il vuoto e il non-senso di un lungo periodo di ibernazione.
Il testo parla anche di ciò che abbiamo vissuto, della vita da “reclusi”, quali sono le positività che questo periodo ci ha permesso di evidenziare e quali, invece, i lati negativi?
Sinceramente io di aspetti positivi non ne ho visti. Qualcuno diceva che la pandemia ci avrebbe reso migliori, ma sinceramente non capisco perché mai questo sarebbe dovuto accadere. Che il mondo non sia migliorato credo sia visibile dalla paura diventata coinquilino nella vita di molti fra noi. Perché mai poi una disgrazia sanitaria dovrebbe essere foriera di conseguenza positive non si capisce. Forse la “spagnola” lasciò un mondo migliore con i suoi cinquanta milioni di morti?
Cosa ricorderai con malinconia, del periodo di chiusura totale?
La privazione della notte.
Ci sono momenti di grande lavoro, e momenti più rilassanti, quali sono quelli che preferisci e perché?
Non riesco mai a godere di un momento di relax se non dopo aver compiuto fino in fondo il dovere che lo precedeva.
Grazie e in bocca al lupo per il tuo spettacolo!
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