Contaminiamoci d’Arte un progetto d’arte per Roma
Parte da Roma una nuova iniziativa rivolta alla cultura, ideata da Teresa e Rossana Coratella
Dal 3 al 14 giugno si terrà a Roma il progetto artistico: Contaminiamoci d’Arte, ideato dalle artiste Teresa e Rossana Coratella e sostenuto da UniDir-Credito. Un modo per risvegliare l’attenzione per l’arte, rimasta sopita in questi mesi di chiusure, un po’ come afferma la frase “distesi sui sogni di quello che verrà”, che accompagna l’evento.
Il progetto vuole combattere l’immobilismo artistico-culturale di questi mesi e far riscoprire la bellezza dell’arte e delle manifestazioni che accompagnano la vita di Roma, capoluogo artistico italiano. Abbiamo rivolto alcune domande alle artiste artefici di questa iniziativa, Teresa e Rossana Coratella.
Benvenute sulle pagine di CulturSocialArt. Come nasce l’idea di Contaminiamoci d’Arte?
ROSSANA E TERESA: Dopo un anno così faticoso ci è venuta spontaneamente. Ci siamo guardate intorno e abbiamo capito che il virus non può e non avrebbe dovuto fermare l’arte. Quindi, abbiamo deciso di regalare a tutti, alla nostra Roma, un messaggio di speranza. Una sorta di ” guarigione” per l’anima, perché il futuro possa essere contaminato solo dalla bellezza delle parole e delle immagini. Dunque, l’invito è a “contaminarsi d’arte” attraverso un linguaggio universale, che non conosce confini o chiusure ma che è potenzialmente per tutti. Fuori dagli spazi convenzionali, proprio per rafforzare l’idea che l’arte non abbia definizione. E chissà che questo non sia solo l’inizio. Oggi Roma, domani chissà…
In cosa consiste?
R. e T.: Verranno affissi 500 manifesti d’arte e poesia in tutta Roma. Il nostro obiettivo è arrivare anche nelle periferie, alle famiglie, ai bambini, a chiunque vorrà lasciarsi abbracciare ed emozionare dall’arte. Siete tutti invitati a “contaminarvi”!
Presentando il progetto alle realtà istituzionali, penso al Municipio, per esempio e alla UniDir-Credito BNL, com’è stato accolto?
R. e T.: Il progetto è piaciuto alle istituzioni perché offre alla città e ai suoi cittadini la possibilità di fruire gratuitamente e liberamente di un messaggio importante: non dobbiamo arrenderci ma ricostruire insieme. Per una città come Roma, che è un museo a cielo aperto, abituata al grande flusso turistico, alla sua storia e cultura, fermarsi ha pesato molto. Forse, in un primo momento, abbiamo apprezzato il silenzio di una città che non ci ricordavamo, ma adesso dobbiamo affrontare il futuro. Ripartire, non dimenticandoci di quello che è stato.
UniDir Credito, che opera nel mondo bancario, ha promosso l’evento, ricordandoci che economia, lavoro e cultura possono e devono essere strade parallele e con obiettivi comuni. L’arte, in questo senso, può essere un collante. Uno spartiacque unico.
L’evento parla di libertà, dell’arte che libera: quanto importante è per voi questo ideale e come lo trasformate in arte?
R. e T.: Si può stare a casa, in lockdown, con i colori alternati del semaforo ma niente deve impedire al cuore e alla mente di fermarsi. Ecco, crediamo che la libertà sia non fermarsi. Rimanere fedeli a noi stessi, produrre emozioni, condividerle. Tutto quello che siamo oggi sono il bene e il male che abbiamo vissuto. Allora l’arte ti libera se puoi raccontarti. Se c’è qualcuno disposto ad ascoltare, ad immedesimarsi, a provare emozioni…
Avvicinare l’arte a tutti, perché l’arte è per tutti e di tutti. Quali altri passi si potrebbero fare per far ciò? Quanto si dovrebbe investire in termini umani ed economici?
R.: Si potrebbe fare tantissimo e con poco sforzo.
L’arte nelle scuole, ad esempio, non dovrebbe fermarsi allo studio empirico. I ragazzi hanno bisogno di sperimentare, di sfogarsi, di mettersi alla prova. Sarebbe interessante abilitare le scuole a percorsi d’arte, poesia o musica che spronino giovani e giovanissimi ad essere attivi e attenti a ciò che accade, fin da subito, per promuovere una didattica più trasversale. E poi il territorio. Noi abbiamo la fortuna di vivere in una città-museo. Ma la stessa città ha molte contraddizioni, spazi vuoti che potrebbero essere adibiti alla cultura, all’espressione artistica. Roma potrebbe essere un polo di manifestazioni. Un traino per molte altre realtà.
T.: Bisognerebbe investire nella formazione al bello sin dalla prima infanzia, per costruire la consapevolezza che il bene artistico è strumento di crescita e di sviluppo. In questo modo si favorirebbe l’effettiva democratizzazione dell’arte come godimento dello spirito, per il quale si è dato a tutti gli strumenti per apprezzare queste opportunità.
Questo 2021 potrebbe essere considerato un anno di rinascita, che è la parola utilizzata da molti artisti di musica, teatro, cinema, arte, come vedete voi la rinascita e il riscatto, in questo caso, dell’arte e dell’artista in generale?
R.: L’artista senza emozioni non può rappresentare l’arte. Ecco perché, nonostante i duri mesi di convivenza con il Covid, l’arte può e deve raccogliere l’insegnamento.
Non sempre è sorrisi e gioia, ma la sofferenza può aiutarci a guardare la vita con una prospettiva diversa. Per esempio, costruendo a partire dal dolore. Rinascere per me che sono un’artista è affrontare la situazione, trovarne la motivazione, costruire il bello dal brutto. Di certo è che “non torneremo più“…
Tutto questo a patto che sia vero. Nel senso di veramente sentito…
T.: L’idea che in ogni caso un movimento culturale possa essere la leva per una effettiva “rinascita” è nelle cose. È da un profondo ripensamento delle relazioni umane, che dovrebbero essere improntate ai valori della solidarietà e dell’inclusione, del capio alla latina, che si potrebbe dare a tutti un proprio spazio e quindi parlare di vera rinascita. E questo l’arte può farlo. Proprio per questo mi sono specializzata con un master all’università Roma Tre in arteterapia, perché credo che l’arte possa essere anche terapeutica.
Cosa augurate al vostro progetto e all’arte in generale?
R.: Di alleggerire, arricchire, espiare.
T.: Che possa essere una ventata d’aria fresca dopo mesi di isolamento e chiusure.
Grazie per essere state con noi e in bocca al lupo per Contaminiamoci d’Arte!
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