Gianfranco Vergoni ci riporta al Km 12, presso gli studi della RCA

Come sarebbe il mondo senza musica? Se un giorno, i nostri figli o nipoti, crescessero in un mondo senza note, come potrebbero comprendere le emozioni, come esprimerebbero i loro sentimenti? È la domanda che Gianfranco Vergoni si è posto, scrivendo una drammaturgia per il teatro, tesa a raccontare della musica italiana, o meglio, di quella che ne è stata il simbolo per anni, la RCA Italiana. La storia comincia in un futuro ipotetico, dove i sentimenti e la musica non sono presenti. Sette giovani lavoratori, assorbiti dai social, sono inviati in un vecchio magazzino, alla ricerca della sua memoria storica. I giovani si ritrovano in questo modo, a confrontarsi con quella che viene considerata una “leggenda metropolitana”: la musica.

In questo modo la musica degli anni della RCA, ma anche le emozioni degli stessi cantanti, autori e professionisti del settore, assorbita dalle pareti dell’edificio, si risveglia nella mente e nelle azioni dei giovani operai, trasformandoli, lentamente, facendoli appropriare di sentimenti ed emozioni che, un mondo troppo tecnologico, vorrebbe far sparire.

Il tuffo nel passato e nella musica che ha reso famosa ed importante la RCA è un’esperienza unica, non solo per chi ricorda quei testi, ma anche per tanti giovani che per la prima volta si ritrovano ad ascoltare generi musicali nuovi, testi melodici, romantici, che esprimono amore e passione, vita reale e desideri. “Il mondo”, “Rimmel”, “In ginocchio da te”, “Il ballo del mattone”, “Quando finisce un amore”, ed tante altre canzoni, autori conosciuti e sconosciuti che si risvegliano attraverso la voce dei sette giovani protagonisti, animati e pronti a farsi catturare da quelle emozioni, nonostante la paura. Vergoni ci riporta sì un ricordo importante di Roma, ma lo lascia libero attraverso le operazioni del contemporaneo modo di vita dei giovani. L’importanza di apparire sempre connessi piuttosto che essere ed esprimere loro stessi, il voler controllare e farsi controllare dagli altri piuttosto che essere liberi e farsi travolgere dai sentimenti.

Un racconto che a tratti appare lontano dalla nostra epoca, eppure è così attuale nei modi, nella narrazione, nella vita dei personaggi, che sembra sconvolgente, come la poesia che esce dal racconto stesso. Si perché è di poesia che si parla, della poetica del racconto, del passato, della vita di ognuno di noi, che a suo modo esprime poesia.

Lo spettacolo si apre con una ricerca e termina lasciando nello spettatore la voglia di ricercare ancora. Bello, intenso e divertente. Facciamo però, due appunti allo spettacolo: il primo sta nella scena che presenta la volontà di legare, ad un tratto, una delle attrici mentre canta, non ne ho compreso appieno il motivo, l’altra, invece, è sul video mandato in onda verso la fine. Immagini sicuramente molto accattivanti ed interessanti, che si perdono senza la presenza di un telo o di una inquadratura del videoproiettore adeguata alla parete. Quest’ultimo punto, infatti, ha negato la bellezza di un ricordo.

In scena, come abbiamo detto, sette giovani attori e cantanti: Greta Arditi, Sofia Doria, Linda La Marca, Matteo Mammucari, Daniele Nardone, Ilaria Serantoni, Vanna Tino e Andrea Vinaccia, diretti da Emiliano Raya, che hanno dimostrato oltre a buone capacità attoriali, anche capacità canore. Ci sono interpretazioni delle canzoni, c’è la gioventù moderna e passata. E poi c’è viva la nostalgia per una casa discografica che ha dato una serie di idee, canzoni, cantanti, regalando sogni, emozioni, passioni. La nostalgia della RCA sita al km 12 di via Tiburtina, ricorda la Roma degli anni d’oro in cui la città eterna era ricca di fermento culturale.

“Km 12 Primo movimento – Una fabbrica occupata fra le nuvole” è uno spettacolo davvero interessante, bello, emozionante, curato e interpretato da giovani di passione e talento, che si avvale anche di un lavoro intenso di squadra, formato dalla direzione musicale affidata a Dino Scuderi, quella vocale a Brunella Platania, le coreografie ad Azzurra Tassa e la supervisione artistica a Chiara Noschese, mentre gli arrangiamenti dei pezzi e i suoni dello spettacolo sono realizzati dal maestro Giacomo Del Colle Lauri Volpi. La produzione dello spettacolo è a cura di Altro Spazio e Centro Alta Formazione Teatro.

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Sissi Corrado

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