Giuseppe de Candia riarrangia Ci stiamo sbagliando in synth pop
Ci stiamo sbagliando, il successo di Luca Carboni riarrangiato in stile synth pop dal giovane cantautore Giuseppe de Candia
Giuseppe de Candia cantautore pugliese, omaggia con un riarrangiamento synth pop un brano di Luca Carboni “Ci stiamo sbagliando”, datato 1984 anno in cui il cantautore bolognese pubblicò il suo primo album. Un brano che racconta di ansie, speranze, pensieri della generazione di quegli anni, che, secondo de Candia, può essere ascoltata con gli stessi sentimenti dai giovani del 2021.
Genere italiano, musica di ispirazione cantautoriale, tanta voglia di esprimersi anche attraverso le sperimentazioni, di cui la generazione odierna si fa portavoce, questo è lo stile di de Candia, a cui ho rivolto alcune domande e lo ringrazio per essere entrato a far parte delle nostre interviste.
Il tuo riarrangiamento è dedicato ai giovani di oggi, perché? Cosa vuoi dire loro con questo brano?
Crescendo mi sono reso conto che i miei coetanei (e anche i ragazzi più giovani) raramente ascoltano la musica d’autore che considerano “del passato”. Per me invece è stata un’ispirazione importante e la ritengo fondamentale anche per la musica contemporanea. Le generazioni cambiano, com’è normale che sia, e spesso i ragazzi sono convinti che quelle canzoni che hanno fatto innamorare i loro genitori non possano far innamorare anche loro, ma se invece si fermassero ad ascoltarle veramente forse ci troverebbero molto della loro vita, dei loro amori e delle loro storie, anche ad anni di distanza. “Ci stiamo sbagliando” è un brano molto attuale e credo che sia in grado di parlare a qualsiasi generazione di cosa voglia dire essere giovani, avere la possibilità di sbagliare proprio perché si è giovani, come nessun altro testo potrebbe farlo oggi.
Non è l’unico brano di quegli anni, o del passato, che potrebbe essere contestualizzato nella realtà odierna, cosa ti ha attratto maggiormente di questa canzone?
Mi ha attratto la semplicità con cui Carboni racconta la giovinezza e come questo racconto sia in grado di declinarsi attraverso storie e generazioni differenti. Il testo lo trovo poetico proprio per questa sua semplicità che permette a tutti di rispecchiarsi in esso. Ci permette di guardare agli errori della giovinezza come una risorsa, qualcosa da ricordare con tenerezza piuttosto che qualcosa da rimproverarci. Ci sono molti brani d’autore che possono essere ancora attuali, ma volevo sceglierne uno che trasmettesse la gioia di essere giovani, liberi dal peso degli errori, leggeri ma reali come le parole scelte da Carboni per il testo.
Nel video che accompagna il brano, ci sei tu e una bambola di plastica, perché quest’ultima?
Nel brano vengono menzionate le fate: quel verso mi ha fatto venire in mente la precisa scena di un uomo che balla con una fata sulle note della canzone. Tuttavia, crescendo bisogna accettare che le fate non siano reali. Ci immaginiamo le fate come esseri perfetti, forse perfetti come vorremmo essere noi. Quindi ho scelto di rappresentare questa fata esattamente così: bellissima ma irreale. Può essere vista anche come un simbolo di qualcosa che inseguiamo senza capire la sua vera natura: un amore irrealizzabile che vorremmo forzare a diventare perfetto, o la bellezza irraggiungibile che la nostra generazione insegue disperatamente, senza capire quanto sia in realtà fasulla.
Cosa credi possa dirti Luca Carboni dopo aver ascoltato il tuo riarrangiamento?
Non so proprio immaginarlo, spero che possa piacergli perché lui è in assoluto l’artista che più mi ha ispirato nel mio percorso. So che anche lui ultimamente ha sperimentato la strada del synth pop, allontanandosi un po’ dal genere acustico, quindi spero che questa unione di contemporaneità e musica d’autore possa piacergli. Ovviamente la versione originale è inarrivabile, ma ho fatto del mio meglio per rendergli grazie (nel mio stile) per avermi formato come artista.
Quanto è importante per i giovani di oggi, la musica italiana? E loro si avvicinano a questa?
La musica è un mezzo espressivo fondamentale praticamente per tutti i giovani. Quante volte capita che i ragazzi si sentano capiti davvero solo dal proprio artista preferito? E forse oggi se un adolescente non viene a contatto con la musica italiana in famiglia è difficile che la scopra autonomamente, le classifiche ci raccontano che il genere più apprezzato oggi è ben diverso. Certo, è normale che sia così perché i gusti musicali di ogni generazione raccontano quelle che sono le esperienze condivise, i timori, le speranze di quella generazione. Nella società contemporanea tutto invecchia a una velocità impressionante, quello che esce oggi domani è vecchio, ma credo che se i ragazzi avessero la possibilità di scoprire anche quella musica che magari considerano “vecchia” sarebbero piacevolmente sorpresi dal rispecchiarsi e dal riscoprirsi all’interno di essa.
Quale sarà il tuo prossimo progetto?
Mi piacerebbe pubblicare un nuovo disco. I due dischi che ho pubblicato fin ora sono stati molto sperimentali, adesso mi sento cresciuto da un punto di vista musicale e di scrittura. Continuo a scrivere e ho diversi pezzi nuovi nel cassetto, che vorrei far uscire in un album di inediti al momento giusto. Esattamente come tutti i giovani, sono un individuo in continua trasformazione ed evoluzione. Vorrei dunque esprimere questa mia crescita con la musica, che è il mezzo che più preferisco per veicolare le mie emozioni e i miei pensieri.
Grazie per aver risposto alle domande e in bocca al lupo!
Grazie a voi, sono state domande molto interessanti e profonde.
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