Il direttore artistico Marco Zordan ci parla di Germogli
Cos’è Germogli? Lo chiediamo a Marco Zordan, il direttore artistico del Teatro Trastevere
È in partenza la seconda edizione di Germogli, l’iniziativa personale del Teatro Trastevere diretto da Marco Zordan, che parte alla fine della stagione teatrale. Giunta alla seconda edizione, è un percorso che affronta il teatro insieme agli artisti sfruttando il periodo estivo per elaborare un progetto. Un po’ come i germogli, che vengono accuditi per far emergere una pianta, delicata, forte, resistente.
Germogli è una residenza creativa che seguirà i progetti che verranno selezionati tra quelli che arriveranno alla direzione del teatro. C’è tempo fino al 28 giugno per farlo e gli interessati si affrettino. Intanto, per scoprirne di più, abbiamo chiesto qualcosa a Marco Zordan, sempre impegnato nella ricerca di nuove idee, di innovazioni e di giovani.
Il Teatro Trastevere da qualche tempo ha adottato una frase: #ilpostodelleidee, quanto vale questa nel lavoro del direttore artistico e dell’intero staff?
Tentiamo di dare seguito alquanto scritto in primis per non deludere le aspettative! A parte l’ironia, cerchiamo sempre di scovare e trovare idee nuove affinché chi passi dalle nostre parti trovi un teatro in cammino ed in continua ricerca di cose nuove e diverse.
Sono tante le idee che nascono dal vostro team, una di queste è Germogli, alla seconda edizione. Che cos’è Germogli?
È un modo per incentivare la creatività. Sono residenze creative in cui noi dello staff ci mettiamo accanto alle compagnie e con discrezione ne aiutiamo la crescita. Inoltre, potendo osservare da vicino il processo creativo invitiamo anche tanti nostri “amici” ad osservarne il percorso in modo da poter condividere con più persone possibili le nuove idee nascenti.
Pensando al titolo che ha la Residenza creativa che apre a compagnie e singoli, il teatro prende la forma di un giardiniere o di un contadino, lontana dalle figure “lavorative” di oggi, perché? Come nasce questo accostamento?
Innanzitutto e un omaggio alla cultura Green, che appunto e un’IDEA nuova, che rima con la sostenibilità di un ecosistema teatrale che a volte risulta in bilico tra la possibilità e l’impossibilità di andare avanti.
L’estate è il periodo del raccolto, voi lo trasformate in quello della semina, del lavoro duro. Quale sarà il vostro modo di restare accanto a chi parteciperà a Germogli?
Parteciperemo silenziosamente alle prove per poi dare i nostri feedback.
Parliamo di creatività. Ce ne vuole tanta per molte cose. E gli artisti, oggi, ne hanno, come la mostrano?
C’è sicuramente una grossa necessità di creatività, basta guardare i social che spesso ne vanno a caccia, anzi la fagocitato addirittura. Tuttavia la sempre più facile diffusione delle proprie scoperte creative genera una sorta di appiattimento verso un’estetica comune, ecco, forse essere creativi oggi significherebbe essere un po’ fuori dal mainstream.
Quali sono le cose più creative che hai visto fare ad artisti in questo periodo? E c’è un attore, attrice, che ti ha stupito particolarmente per la sua creatività?
Sono rimasto colpito dal lavoro di Stalker teatro, performance urbane che riportano il valore dell’atto artistico a qualcosa di catartico, di sciamanico, molto interessante.
Partite il 4 luglio, finite all’equinozio d’autunno, cosa legano queste due date a Germogli?
La prima determina l’inizio del mese di luglio che come si sa non dei più trattabili, soprattutto al chiuso. Simbolicamente il 21 settembre finisce l’estate ed il tempo morbido della creatività lascerà il posto a quello della rappresentazione, e per questo ci siamo dati questa scadenza.
Come saranno organizzati i due giorni di restituzione al pubblico?
Li vedo un po’ come un momento di incontro, informale, dove si viene ad assistere ad una nuova nascita, non perfetta, ma finalmente viva e vera.
Il Teatro Trastevere è sempre accanto ai giovani, alle innovazioni, lo dicevamo all’inizio, il posto delle idee. È difficile portare avanti questo progetto?
Sicuramente ci vuole tenacia per mantenere la barra dritta verso i propri principi e non verso le proprie convenienze, ma nei giovani ci sono sicuramente le su citate IDEE e sicuramente un desiderio di un trampolino di lancio, e quello proviamo ad essere noi.
Tu spesso ti dividi tra il ruolo di attore e quello di direttore artistico, come vivi questa specie di “sdoppiamento” ti ci ritrovi? Quali sono le parti più facili e difficili di entrambi i ruoli?
Diciamo che il lavoro di direttore mi aiuta in quello di attore, mi dà modo di osservare e parlare molto di teatro e questo poi mi serve sulla scena, mi dà consapevolezza. Di sicuro il ruolo dell’attore e molto più ludico e divertente, ma vedo entrambi in un’ottica di servizio: ecco questo aspetto li accomuna.
In Germogli opterai più per Marco attore o per Marco direttore artistico?
Direttore Direttore, assolutamente!
Grazie per essere stato con noi! In bocca al lupo!
Per mandare progetti a Germogli ci sarà tempo fino al 28 giugno, utilizzando la seguente mail selezione@teatrotrastevere.it con una breve descrizione e il curriculum vitae della Compagnia.
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