I racconti di Dioniso, la nuova rassegna romana

I direttori artistici Lorenzo De Santis e Silvia Ponzo ci raccontano la rassegna de I racconti di Dioniso

È partita la prima edizione de I racconti di Dioniso, una rassegna che unisce il teatro classico ai luoghi caratteristici della città di Roma, immersi in quelli che sono il patrimonio naturale del comune che in estate si popola di eventi e turisti.

Gli eventi ci porteranno indietro nel tempo grazie all’architettura del Parco Archeologico dell’Appia Antica, di cui il Complesso di Cecilia Metella sarà il fulcro, e del Parco Archeologico di Ostia Antica e precisamente nel fossato del Castello di Giulio II. Location particolari che faranno da cornice alla rassegna ideata Opificio03 e Il Demiurgo attraverso i direttori artistici, rispettivamente Lorenzo De Santis e Silvia Ponzo, e Francescoantonio Nappi. Per conoscere meglio la nuova rassegna romana, abbiamo rivolto alcune domande a Lorenzo De Santis e Silvia Ponzo che ringraziamo per il loro tempo.

È partita la I edizione de I racconti di Dioniso, con spettacoli che andranno in scena nelle splendide cornici del Parco archeologico dell’Appia Antica e del Parco archeologico di Ostia Antica. Cosa avete pensato e provato, nel ricercare le location adatte a questa manifestazione e cosa vi ha spinti a scegliere proprio queste?

Lorenzo De Santis, direttore artistico della rassegna: Quando noi di Opificio03 siamo nati nel 2019, abbiamo fin da subito puntato sulla realizzazione di spettacoli in luoghi non teatrali. L’intento è quello di portare i siti archeologici al centro della scena, non come mero scenario ma come estensione del progetto artistico, veri e propri personaggi di pietra che occupano, invadono e impreziosiscono la rappresentazione. Questo connubio tra arte e spettacolo indubbiamente conferisce una grande potere suggestivo alle opere teatrali proposte in scena e, al tempo stesso, racchiude l’occasione di scoprire o riscoprire alcuni dei tesori che ci circondano.

Quando abbiamo scoperto l’Avviso pubblico per il sostegno a progetti di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso lo spettacolo dal vivo promosso dalla Regione Lazio, ci siamo scambiati un’occhiata di complicità… era proprio quello che faceva al caso nostro! Da lì, siamo partiti con la scelta dei luoghi. Avevamo una lista di tutti i luoghi di elevato interesse culturale del Lazio e ci siamo trovati concordi nello scegliere siti archeologici che potessero rispecchiare al meglio le nostre esigenze. Abbiamo contattato i Parchi Archeologici dell’Appia Antica e di Ostia Antica e Villa Adriana a Tivoli sperando che almeno uno si dimostrasse disponibile ad ospitarci…  ci hanno risposto addirittura in due!

Dallo spazio alla rassegna in programma, qual è il filo conduttore della manifestazione?

Silvia Ponzo, direttrice artistica della rassegna: Il ricco cartellone mette al fulcro l’obiettivo di sfruttare l’universalità del testo attraverso 16 spettacoli diversi ed eterogenei. Il filo conduttore della rassegna sarà il teatro classico che ben si sposa con i suggestivi ambienti che ci ospiteranno. Ma, attenzione, non teatro classico inteso come “antico” ma che racchiude esponenti di ogni epoca che hanno impreziosito la storia del teatro mondiale. Spazieremo da Shakespeare a Molière, da Euripide a Oscar Wilde, da Dante a Durrenmatt per proporre agli spettatori una vera e propria stagione teatrale estiva. Un’altra cosa che accomuna tutti gli spettacoli della rassegna è la struttura scenografica essenziale: soltanto corpi, voci, oggetti di scena per evidenziare senza alcun orpello la magia dei siti archeologici.

Tirare su una rassegna non è sempre facile, tutt’altro, quali sono stati gli ostacoli più complicati da superare e quali, invece, le cose che sono state realizzate così, senza nessuno sforzo?

L. D. S.: Purtroppo, siamo costretti ad ammettere che nessuna cosa ci provoca alcuno sforzo, soprattutto in questo mestiere! A parte gli scherzi, questa è la prima rassegna che organizziamo e per noi è tutto una novità. Ci siamo resi conto che un evento di questa portata implica un grande sforzo organizzativo che poi si dirama in molte altre faccende come, ad esempio, tenersi in contatto costante con i responsabili dei siti archeologici, pianificare la promozione e la pubblicità, contattare tutte le compagnie ospiti, organizzare l’allestimento dei propri spettacoli, richiedere tutti i permessi del caso e così via. Inoltre, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Noi siamo focalizzati su questo progetto da un anno ormai, ci stiamo impegnando al massimo e, superato questo rodaggio, in futuro saremo sicuramente molto più pratici e veloci… almeno lo speriamo. Alla fine, comunque, l’applauso del pubblico ci ripagherà di tutta la fatica.

Opificio03 allestirà e realizzerà anche delle nuove produzioni che andranno in scena in prima nazionale. Come gestite la messa in scena di nuove opere con l’impegno della manifestazione?

S. P.: Non è per nulla facile. Il 25 giugno, a Villa dei Quintili nel Parco archeologico dell’Appia Antica, ha debuttato la nostra prima nuova produzione di quest’anno: “L’Anfitrione”. Poi sarà il turno de “Le baccanti” il 10 settembre e de “Le idi di Marzo” il 23 settembre sempre a Villa dei Quintili. Fortunatamente, non siamo soli nell’organizzazione della rassegna. Ci sono i compagni de Il Demiurgo, che noi consideriamo i nostri genitori artistici, e molti altri collaboratori che ci sostengono o ci sostituiscono molto degnamente quando ci concentriamo nella preparazione e nell’allestimento delle nuove produzioni. Senza il loro aiuto, la rassegna de I racconti di Dioniso non esisterebbe e per questo non smetteremo mai di ringraziarli.

Cosa vi ha spinti a scegliere gli altri spettacoli che andranno in scena?

L. D. S.: Quando abbiamo valutato quali spettacoli inserire nel cartellone, ci siamo concentrati nel capire se rispecchiassero al meglio la mission della rassegna. Alcuni di questi, li abbiamo visti e apprezzati in passato e abbiamo convinto le compagnie ad inserirli a tutti i costi nel nostro cartellone. Altri, invece, saranno vere e proprie novità… e ci saranno anche un paio di sorprese che non vi vogliamo ancora svelare. Nella scelta finale, è stato fondamentale anche il contributo di Franco Nappi, il nostro collega de Il Demiurgo.

Il vostro è un lavoro di sinergia tra l’Opificio03 e Il Demiurgo, com’è nata la vostra collaborazione?

L. D. S.: Abbiamo già detto che consideriamo il Demiurgo e soprattutto Franco Nappi i nostri genitori artistici: se non ci fossimo mai incontrati “I Racconti di Dioniso” non esisterebbero. Ci siamo conosciuti a fine 2019, pochissimo tempo dopo la nascita di Opificio03. Noi eravamo dei novellini freschi di diploma accademico, Franco aveva già una realtà affermata. Gli abbiamo chiesto di collaborare: ci siamo presentati con vari progetti, con l’entusiasmo dei neofiti.

Non avremmo mai pensato che Franco accettasse. E all’inizio nemmeno ne capivamo il perché. Cosa mai avrebbe potuto fare Opificio03 per il Demiurgo? La risposta è la cosa più importante che ci ha insegnato Franco: il teatro si fa insieme, le realtà vivono solo se collaborano, le idee si moltiplicano e fioriscono nello scambio, la condivisione del lavoro crea nuovo lavoro. E noi crediamo fermamente in questo modo di creare teatro.

Insieme a voi anche altre collaborazioni, in un’estate, quella romana, sempre ricca di eventi e manifestazioni. C’è posto anche per il teatro classico? E sarà un’attrattiva anche per i giovani?

S. P.: Quali ambientazioni migliori delle splendide location del Parco Archeologico di Ostia Antica e del Parco Archeologico dell’Appia antica per “riportare a casa” alcune storie del mondo antico? Prima dell’Accademia in recitazione mi sono laureata in lettere classiche: il teatro e il mondo greco-romano sono sempre stati al centro del mio percorso formativo e della mia ricerca. Convincere Lorenzo a creare una rassegna che avesse al suo centro il teatro classico non è stato poi difficile, anche lui è sempre stato affascinato dalla storia antica.

Il teatro classico è l’origine di tutto. E nonostante sia l’origine ha già in sé tutti i grandi temi che si svilupperanno nei secoli a venire: parla dell’uomo nelle sue dinamiche e nelle sue emozioni più profonde e ancestrali. Per questo rimane sempre vivo, sempre attuale e attualizzabile, sempre fonte di nuove letture e sempre pronto a nuove rivisitazioni. Con le nuove produzioni di quest’anno: Anfitrione, Baccanti e Idi di Marzo, speriamo di proporre al nostro pubblico tre nuovi punti di vista di questi capolavori antichi.

Cosa vi aspettate da I racconti di Dioniso?

L. D. S.: Questa è senz’altro la domanda più difficile! È il nostro primo festival, la nostra prima grande occasione per cimentarci in qualcosa di importante. La nostra più grande speranza è che “I Racconti di Dioniso” non siano un punto di arrivo ma un punto di inizio, un’esperienza ripetibile che diventi un appuntamento fisso con l’arte, la storia e il teatro, un modo per celebrare quegli spazi di inestimabile valore che riempiono la nostra capitale e la nostra penisola… e farli riscoprire al pubblico.

Grazie per essere stati con noi e in bocca al lupo!

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Sissi Corrado

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