InCorti da Artemia 2025: Quando i pesci ricorderanno, allora noi

In scena il corto sul bisogno di respirare

Quando i pesci ricorderanno, allora noi scritto da Victoria Blondeau diretto da Simona De Sarno, con Caterina Fontana, Alessandro Mannini e Damiano Venuto è uno dei corti in scena al festival InCorti da Artemia 2025, ideato e diretto da Maria Paola Canepa direttrice artistica del Centro Culturale Artemia di Roma. Il festival divenuto una piazza importante del panorama teatrale italiano, presenta al pubblico corti che potranno divenire spettacoli e che si contenderanno le preferenze di pubblico e giuria presente in platea.

Benvenuti! Il vostro corto si svolge in un acquario, con la necessità di respirare. Di cosa abbiamo bisogno per respirare?

Simona: Innanzitutto dell’ossigeno, poi dei polmoni, poi del sistema nervoso e poi del sangue che trasporta l’ossigeno alle cellule. Nel caso dei pesci respirano l’ossigeno disciolto nell’acqua. Il punto sta nel fatto che se l’aria è inquinata, non c’è via di scampo per nessuno.

Chi sono i personaggi e come li avete preparati?

In scena ci sono due comunissimi Carassius auratus e un terzo pesce di una specie differente. Il lavoro fisico è stato essenziale per dare vita ai pesci e alle loro esperienze, cercando di rendere credibile il loro stato di smarrimento e confusione, in un loop di azioni fisiche reiterate nel tempo.

Vivreste nel loop in cui cadono i protagonisti? Che cosa rappresentano?

Viviamo nel loop in cui sono i protagonisti. Purtroppo non scegli di caderci, ci nasci. In un periodo in cui la memoria sembra non essere più importante, in favore di una subdola amnesia universale, riflettere su ciò che distingue l’uomo dagli altri animali, attraverso il filtro dell’acquario, teatro di vita dei pesci, ci sembra un modo per ridare una voce alle cose giuste.

Il pesce rosso non è solo un animale che, più che domestico, definiremmo ornamentale, voluto dall’uomo in casa per renderla accogliente e vivace o per zittire i bambini che fanno i capricci di fronte alle vetrine dei negozi. Il pesce rosso è la metafora di come l’uomo può diventare – o forse già è – quando perde la memoria. Un essere incapace di dialogare con i suoi simili, che vive nella sua personale bolla senza riuscire a formare una comunità, con valori condivisi e necessità da rispettare, all’interno di un sistema mercantile dove tutto ha un costo.

Da regista su cosa ti sei focalizzata?

Sulla sempre attuale citazione plautina “Homo homini lupus”.

Quali sono le azioni, i sentimenti che vi lasciano senza respiro?

L’indifferenza e il ripetersi degli stessi e/orrori.

Come vi state preparando al debutto sul palco di InCorti da Artemia e cosa vi aspettate da questa esperienza?

Simona: Risposta banale ma mai scontata: provando. Non sappiamo cosa aspettarci, ma sicuramente non vediamo l’ora e questo ci sembra già un buon punto di partenza.

Grazie e in bocca al lupo!

Grazie a voi per questa bellissima opportunità.

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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