InCorti da Artemia: Lidi Precari
Sarà in scena il 16 aprile per il Festival InCorti da Artemia
Conosciamo le quindici compagnie che hanno superato la selezione per partecipare al festival InCorti da Artemia, organizzato dal Centro Culturale Artemia, la cui direzione artistica è di Maria Paola Canepa. Il 14, 15 e 16 aprile le compagnie saliranno sul palco del teatro per quindici minuti, attraverso i quali presenteranno un corto dello spettacolo. Abbiamo intervistato Lidi Precari, in scena con lo spettacolo C19H28O2 (o come avere le palle), domenica 16 aprile e a cui diamo il benvenuto.
Salve, da dove viene la vostra compagnia?
Ciao! La nostra compagnia, Lidi Precari, viene da Roma, più precisamente dalle aule dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, triennio 2019/2022.
Chi sono i partecipanti al concorso?
I partecipanti a questo progetto sono Leonardo Cesaroni, 23 anni, attore di Roma; Paolo Sangiorgio, 24 anni, attore di Roma; Sara Younes, 26 anni, attrice italo-libanese di Pescara; Riccardo Rampazzo, 23 anni, autore e tecnico di Padova.
Come compagnia, quali sono, in generale, i generi che mettete in scena e perché?
Con assoluta coscienza di come si muove la società e del suo precario equilibrio, Lidi Precari cerca di formare il più possibile un gruppo che sia intercambiabile, contaminato da tutte le persone, di qualsiasi disciplina artistica, abbandonando la singolarità e prendendo atto della collettività come unica e forte presenza per vivere, creare e divertirsi. Non si firma più come un solo uomo, ma come una comunità, sempre pronta ad accogliere, aiutare e collaborare.
In coerenza con questa filosofia, abbiamo sempre cercato di rendere i nostri progetti il più possibile contaminati da diverse discipline e linguaggi. Ovviamente grande enfasi va al testo e alle dinamiche del teatro di prosa (vedi La difficoltà del MBEB), ma non abbiamo paura di giocare anche con il vocabolario della danza contemporanea (M-23), del mimo (Il Pettirosso), del canto e della composizione sonora (C19H28O2).
Ci sono particolari spettacoli che vorreste portare in scena?
Una discussione fondamentale per Lidi Precari riguarda le questioni di genere. Abbiamo esplorato le loro dinamiche in diversi progetti che ci piacerebbe spiccassero il volo, in particolare tre scritti dell’autore Marco Tè (anche fondatore, assieme a Giovanni Cannata e Leonardo Cesaroni, del collettivo) racchiusi nella Trilogia sul Genere: una Discussione di Tutt3.
Il primo capitolo La difficoltà del MBEB andato in scena come studio al Teatro India di Roma si trova ora in una nuova fase di lavorazione anche con il supporto di collettivi romani LGBTQIA+. Il secondo capitolo è M-23, selezionato alla prima fase del bando di Carrozzerie n.o.t. per Powered by REF. Ultimo capitolo, Una sera, ha debuttato in forma di studio al Teatro Basilica di Roma il 6 aprile 2023. Per ultimo Il Pettirosso, progetto supervisionato da Giorgio Barberio Corsetti e sostenuto dalla Fondazione Enrico Castellini e dall’A.N.A.D. “Silvio d’Amico”, firmato Riccardo Rampazzo.
Cosa rappresenta per voi partecipare con dei corti teatrali ai festival?
Siamo relativamente molto giovani, i nostri lavori hanno e avranno bisogno di sempre più pubblico per essere valutati e messi alla prova. Questo tipo di festival sono un’opportunità straordinaria per raggiungere l’essenziale, andare al cuore di un progetto e capire cosa riesce ad arrivare al cuore del pubblico. Inoltre, un format che prevede una sana competizione fra compagnie, testi e linguaggi diversissimi fra loro, non può che aggiungere vita a questo settore che rischia sempre di più di essere perso di vista, soprattutto dai giovani.
Qual è la tematica che affronterete con il vostro spettacolo?
C19H28O2, la formula chimica del Testosterone. Parliamo quindi di mascolinità, cerchiamo di capire cosa fa di un maschio, un maschio; anche a costo di entrare nella sua chimica, di farsi spazio fra le sue molecole, solo per capire che, forse, la mascolinità (come anche la femminilità) non esiste.
Cosa vi ha spinti a partecipare a InCorti da Artemia?
Ricercando quale ambiente potesse essere più indicato per presentare il nostro lavoro, una scelta obbligata era proprio InCorti da Artemia. Ci ha attratto soprattutto la dimensione Nazionale del festival: confrontarci con compagnie provenienti da esperienze e tradizioni anche fuori dal contesto della capitale non può che aggiungere prestigio e valore alla competizione.
Inoltre, la presenza di un premio speciale determinato dal voto del pubblico è stato un criterio fondamentale: dopotutto, per chi dovremmo raccontare le nostre storie se non per il pubblico, soprattutto di non addetti ai lavori?
Cosa vi aspettate dal concorso?
Sicuramente la scrematura effettuata dalla giuria in fase di selezione ha lasciato accedere al festival i corti più forti e incisivi. Ci aspettiamo quindi di trovare una proposta molto valida anche dagli altri concorrenti, tale da rendere questa gara la più agguerrita e divertente possibile. Noi non saremo da meno. E che vinca il migliore!
Cosa, invece, pensate di poter portare voi al concorso attraverso il vostro lavoro?
Il nostro primo scopo è quello di raccontare una storia semplice che sia terreno fertile per una discussione che possa anche trascendere dalle dinamiche del palco. Ricordiamo che lo scopo del nostro lavoro non è cercare consensi o vincere premi, ma generare discussioni. Un confronto sui temi da noi proposti non solo con il pubblico, ma anche con le altre compagnie, sarebbe, per noi, come vincere un premio a parte, tanto prestigioso quanto gli altri.
Cosa rappresenta per voi il teatro e cosa rappresenta per la società?
Alla base di Lidi Precari ci sono due concetti fondamentali: lo scambio e la precarietà della propria esistenza, sia in termini lavorativi che sociali. Il Teatro è per noi l’insieme di questi due concetti: un rito imprescindibilmente collettivo che muore nel nascere, vive il tempo di un sorriso, di una lacrima, d’un applauso e poi scompare, senza la pretesa impossibile d’essere ricordato nelle pagine della storia. Il Teatro è, quindi, presente, adesso e mai più. Lidi Precari cerca e cercherà sempre, di portare tematiche attuali, far conoscere, informare e farsi portavoce di una diversità e di una pluralità che rispecchi la società e la civiltà del domani. Ecco perché teniamo tanto all’opinione del pubblico: è a loro che dobbiamo presentarci, è con loro che dobbiamo confrontarci e sono le loro storie che dobbiamo raccontare!
Ora come ora, il teatro interessa a pochi. Questi pochi sono sia creatori che spettatori. Ci si autofinanzia, ci si autocelebra. Lidi Precari ambisce a un linguaggio abbastanza autentico e onesto da raggiungere la sensibilità di chi non è abituato al teatro, di chi non conosce il teatro, ma che il teatro, dopo averlo incontrato, non potrà più dimenticarlo.
Qual è l’augurio che fate a voi, ai vostri colleghi che si esibiranno sul palco, ai giudici e agli spettatori?
L’augurio è quello di incontrarsi e di rendere queste serate le più cariche di significato possibili. Di non lasciarci distrarre dall’assegnazione di un premio, ma puntare a raccontare storie nel modo più vivido e sentito possibile. In questo modo, sì, in questo modo faremo finalmente teatro.
Grazie per essere stati con noi!
Grazie a tutti! Ma soprattutto… grazie a te, Sissi!
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