La prima passeggiata nello spazio: 12 aprile 1961

immagine da web

Il primo astronauta a sorvolare la Terra, a vederla dall’alto dello spazio è stato Yuri Gagarin, eroe mondiale, ma particolarmente in Russia che oggi celebrano una festa in suo onore.

Il 12 aprile 1961 un uomo sfidò lo spazio, il tempo, la paura e volò al di là delle nuvole, al di là dell’atmosfera: Yuri Gagarin. Il suo fu un viaggio incredibile nello spazio, dopo che la povera cagnolina Laika fu spedita nel 1957 nello spazio e che non superò questa esperienza. Erano gli anni della guerra fredda URSS contro USA, c’era la corsa alla conquista dello spazio, solo uno degli scontri che mettevano le due superpotenze in contrapposizione.

Yuri Gagarin raccolse la sfida del suo governo, ma anche quella dei tanti studiosi e scienziati che si misero al lavoro per arrivare primi nello spazio, per raggiungere una meta tanto ambita come la conquista dell’universo. Eh, sì, sembra proprio una delle didascalie dei fumetti fantascientifici che ci hanno accompagnati da bambini. L’uomo alla conquista dell’universo. Eppure, anche se gli Stati Uniti avevano dalla loro la forza e l’appoggio degli stati europei, la prima nazione a mandare un uomo nello spazio fu l’URSS. Yuri Gagarin, l’astronauta che passeggiò per primo nello spazio, l’uomo che fece ritorno a casa, divenne un simbolo mondiale.

Per la “madre patria” fu un eroe tanto da ottenere moltissimi riconoscimenti nazionali tra cui il titolo di “Eroe dell’Unione Sovietica” oltre a molti altri riconoscimenti internazionali. A lui è dedicata una festa nazionale che ancora oggi è punto d’orgoglio per tutti gli astronauti, non c’è bisogno che aggiunga in particolar modo per i russi. Tutti i giornali raccontarono di quella straordinaria missione facendo diventare Gagarin un eroe mondiale. Molti paesi lo invitarono e accolsero con particolare gioia, tranne gli Stati Uniti, a cui non fu permesso di accedere, perché la sua popolarità avrebbe potuto intaccare quella americana.

Una delle frasi che si ricordano dell’uomo, mentre guardava la terra dall’alto dell’universo è “Il panorama è assolutamente bello e nuovo… la superficie terrestre cambia colore mentre viene illuminata dal cielo nero, dove posso vedere benissimo le stelle”.

Ci vorranno circa otto anni perché gli Stati Uniti approdassero sulla Luna, posto ancora oggi non raggiunto da altro equipaggio di astronauti e Neil Armstrong esprimesse la celebre frase: “Questo è un piccolo passo per (un) uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”.

Da allora sono moltissimi gli astronauti che hanno viaggiato nello spazio, che hanno intrapreso la studi, fino ad arrivare alla costruzione della base spaziale al cui interno lavorano scienziati provenienti da ogni nazione, a stretto contatto anche americani e russi. Ben 570 astronauti, di cui una settantina donne, si sono avvicendati in questo panorama immenso, sognando di poter, un giorno, navigare nei meandri dell’universo e raggiungere altri mondi.

Dopo un’esperienza simile, dinanzi alla bellezza della terra, il pianeta azzurro, ogni astronauta, ogni componente delle missioni non può che esprimere un pensiero unico e inequivocabile che dovrebbe essere condivisibile: dall’alto non solo la Terra è bellissima, ma non presenta confini, non presenta divisioni, poiché è la casa di ognuno di noi.

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Sissi Corrado

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