L’Artigogolo, un’edizione da record
I testi premiati di questa edizione sono di Spinato, d’Elia e Salvucci, Rovai
L’edizione del premio L’Artigogolo 2023 può essere citata come quella dei record. Quest’anno alla commissione giudicatrice sono arrivati ben 121 testi da esaminare e tra cui scegliere i vincitori di questa manifestazione che ormai si è aggiudicata un posto tra i numerosi premi del settore letterario e teatrale.
Un lavoro che ha visto premiare la dedizione, l’impegno e l’amore per la cultura e il teatro delle organizzatrici, Cecilia Bernabei e Angela Telesca, che portano avanti la manifestazione, insieme al DOIT Festival, con grande coraggio. Anche quest’anno è stato l’Ar.Ma Teatro diretto da Daria Veronese ad ospitare la premiazione del concorso che si rivolge a testi di nuova drammaturgia italiana ed estera.
Il premio infatti, prevede una pubblicazione a cura della ChiPiùNeArt Edizioni S.r.l.s. e contributi in denaro per la promozione dello stesso. Non solo, ma i vincitori e i segnalati de L’Artigogolo possono accedere in concorso, alla successiva edizione del festival DOIT.
La premiazione si apre con la vincitrice della scorsa edizione de L’artigogolo, la toscana Tiziana Giuliani che legge un estratto del testo Sventrati. Vivere – sopra, un testo civile che ricorda la strage di Via dei Georgofili a Firenze di cui quest’anno ricorre il trentesimo anniversario. Di quella sera e delle giornate che ne seguirono resta un ricordo intenso ed emozionante, in particolare per le persone che persero la vita per colpa della mafia. L’attentato non fu sconvolgente solo per i fiorentini, ma aprì scenari sempre più indicativi sul rapporto Stato – mafia e sulle ombre che esso ha tessuto negli anni. Un testo che vuole sottolineare la lunga e difficile strada che deve percorrere la giustizia nel perseguire mandanti ed esecutori di stragi simili.
Il vincitore dell’edizione de L’Artigogolo 2023 è il testo Consacrazione a Maria di Gianpaolo Spinato. Una sorpresa sicuramente per la giuria che, come da concorso, ha letto i testi rigorosamente in forma anonima e alla fine si è ritrovata, unanime, a premiare Spinato con la seguente motivazione: “La scrittura risulta lucida e coerente nella creazione di un immaginario ben preciso e di un contesto che serve anche da chiave di lettura, sebbene i livelli interpretativi risultino molteplici, così come le sfaccettature di un personaggio che si muove tra piani spaziali e temporali diversi. La struttura reca già in sé la sintesi di un’impostazione registica ben delineata che giunge chiara e definita nelle azioni e nelle intenzioni.
Il monologhista, sofferente, utilizza un linguaggio crudo, caustico e invettivo, non sempre di facile decifrazione, che coinvolge il lettore e lo porta a tornare più volte indietro per soffermarsi sulle riflessioni salienti e sui tanti rimandi che rendono il flusso della narrazione esteso oltre i confini della percezione di un io narrante, per ramificarsi nella condizione umana e nell’inguaribile malattia che attanaglia l’uomo contemporaneo in una claustrofobica discesa agli inferi. Viene in mente la profezia di Svevo; vengono in mente le immagini di “Metropolis” e certe considerazioni di Pasolini. Quando il libro vedrà la luce, continueranno a emergere rimandi e interrogativi.”
Spinato è apparso emozionato e molto contento di ricevere il premio, elogiando il lavoro delle organizzatrici e il clima che si respira a L’Artigogolo. Un riconoscimento che premia il lavoro e l’organizzazione dello stesso. L’autore ha letto un estratto del testo suscitando curiosità sull’intera storia che narra di Maria.
Quest’anno una menzione speciale è stata assegnata al testo Papille S.r.l. di Tiziano Rovai con la seguente motivazione: “Testo arguto, originale e intelligente, tiene alta l’attenzione del lettore. Le citazioni, più o meno velate, il ritmo veloce e l’accostamento a tematiche attuali rendono il lavoro scorrevole e adatto a un pubblico di qualsiasi età.
Nonostante l’apparente leggerezza dei personaggi, nel tessuto narrativo si innestano questioni spinose riguardanti il mondo giovanile e lavorativo. La struttura è ben costruita e i caratteri delineati con cura. L’ironia costante sostiene con brio il dipanarsi delle vicende, senza per questo distrarre da una riflessione più approfondita sulla nostra società contemporanea”.
Il giovane Rovai ha letto una breve parte del testo, in compagnia delle organizzatrici, che si sono prestate a sostenere questo piccolo estratto di drammaturgia che porta alla conoscenza e approfondimento della difficile relazione che esiste tra giovani e lavoro. Un tema che, almeno nella parte che il pubblico ha potuto ascoltare, è trattato con arguzia e ironia.
Un’altra menzione speciale è stata assegnata a Circe di Corrado d’Elia e Chiara Salvucci. Il loro testo scaturisce dal desiderio di raccontare uno dei personaggi mitologici più interessanti della figura di donna del periodo greco. La motivazione infatti cita: “Il testo, dalla struttura coerente, presenta uno stile molto gradevole alla lettura, scorrevole, agile e poetico.
Gli spunti di riflessione sono molteplici, nonostante la narrazione si innesti su un personaggio non estraneo al teatro e ai rimaneggiamenti. Circe, simbolo per eccellenza dell’istinto e della seduzione, si racconta in prima persona, nel bene e nel male, nel buio e nella luce, nella forza e nelle debolezze, in una veste inconsueta, senza nascondere nulla di sé. Ripercorre, in tredici brevi capitoli, i punti salienti della sua esperienza fino ad approdare alla coscienza della rinascita ciclica che la rende parte virente dell’infinito scorrere della natura.”
Anche d’Elia e Salvucci hanno letto un estratto del loro lavoro, focalizzandosi sulla figura di Circe, donna fiera quanto moderna per la visione di un’epoca molto antica. Sono molte le sfaccettature con cui si può leggere, infatti, il personaggio della maga che sottometteva gli uomini al suo volere.
Al termine della premiazione organizzatori, ospiti e spettatori si sono fermati per chiacchierare e continuare a parlare di cultura allietati dal rinfresco offerto dall’organizzazione.
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