Lo straordinario spettacolo di Flashdance a Roma

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Straordinario, dinamico, emozionante. Di cosa stiamo parlando? Ma di Flashdance il musical, in scena fino al 10 febbraio al Teatro Olimpico di Roma. Sul palco, nelle vesti della protagonista Alex, Valeria Belleudi, già vista in altri lavori, come “Sister Act”. Accanto a lei  Lorenzo Tognocchi, nella parte di Nick, anche lui proveniente da un percorso di tutto rispetto, che lo ha visto corista di Ellie Goulding agli MTV Euro Music Award nel 2015 e in altri musical andati in scena in Italia.

La regia, invece, è affidata a Chiara Noschese, che dal 2016 collabora con il Teatro Nazionale, per spettacoli come “The Blues Legend”, “Il piccolo principe” e l’attuale Flashdance.

I numeri sono tutti a favore di questo spettacolo che nella stagione 2017/2018 è stato visto da oltre 70.000 spettatori, vincendo anche  il premio come Miglior Musical dell’Anno, assegnato dal festival calabrese Fatti di Musica 2018.

Forti di questi numeri, lo spettacolo ha ripreso a girare per i teatri italiani, fermandosi a Roma, ahimè, solo per 5 giorni. Davvero pochi per uno spettacolo che porta in scena una vera forza della natura. A partire dal corpo di ballo e quindi dalle coreografie, che animano la scena immediatamente. Si potrebbe dire “un inizio con il botto” data la grande energia che questi giovani portano entrando in scena. Ed è subito musica ad alti livelli, con un ritorno, lo diciamo con orgoglio, a quelle canzoni e successi degli anni ’80.

Flashdance il musical è, infatti, la trasposizione in musical di uno dei film più famosi di quegli anni. Era il 1983 quando il film uscì nelle sale cinematografiche, interpretato da una giovane e bravissima Jennifer Beals nel ruolo di Alex, la regia di Adrian Lyne e la sceneggiatura di Tom Hedley e Joe Eszterhaz. Campione d’incassi in Italia e con una colonna sonora da Oscar: What a feeling, Maniac, Gloria, Man Hunt, I love Rock’n Roll, sono le canzoni in inglese che persistono all’interno dello spettacolo.

Un lavoro immenso di Chiara Noschese, che ha lavorato restituendo al pubblico un copione inedito, nuove canzoni e personaggi curandone l’adattamento e affiancandosi a un team italiano.

Coreografie, musiche e canzoni sono di Robert Cary e Robbie Roth e sulla scena appaiono anche delle proiezioni mentre il paino luci fa da cornice all’intera storia.

Un lavoro che ha portato i suoi frutti: lo spettacolo è un’immersione nella sonorità degli anni ’80, il racconto di un sogno che ha bisogno di impegno e dedizione per attuarsi, il desiderio, realizzato, di portare in scena un coinvolgimento puro.

Tra ballo, canto e recitazione, le ore passate ad assistere all’intero spettacolo, sono davvero poche, tanto che lamentarsi per la poca permanenza a Roma, di uno spettacolo così accattivante, sembra d’obbligo.

Non solo danza e canto, ma anche intermezzi e recitazioni che divertono e non annoiano il pubblico, anzi, strappano da esso applausi continui, come quelli che accompagnano le esibizioni dei protagonisti dello spettacolo.

Interessante e molto funzionale la scenografia, con le scale che diventano parte integrante della coreografia o della divisione degli ambienti.

Una vera gioia per gli occhi, osservare i salti, i voli e la dinamicità dei ballerini sul palco, sicuramente una delle parti migliori dello spettacolo, ricco di tutto quello che dovrebbe avere un musical. Particolare è anche l’intensità delle voci che accompagnano la musicalità dello spettacolo. Un plauso a questo lavoro davvero bello, interessante e ricco di performer bravi.

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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