Massimo Licari ci racconta di Maria Antonietta

Maria Antonietta, personaggio storico dalle tante sfumature

Maria Antonietta capitolo 22 diretto da Massimo Licari, è lo spettacolo in scena il 9 settembre alle ore 19.15 per il Festival Teatramm’ al Teatro Marconi di Roma. In scena Alberto Ritondo, Daniele Bertolino, Massimo Parrinello, Eleonora Bongiorno, Cinzia Bochicchio, Marilena Colicchia, Nadia Zannelli, Azzurra Giardiello, Caterina De Vita, Stefania Parrinello. Testo di Eleonora Bongiorno, luci di Massimo Licari, costumi di Marina Giarda, il trucco è di Sofia e Alessia Licari, l’organizzazione di Skenè Aps.

La storia è quella della regina Maria Antonietta, vissuta tra lo sfarzo e le frivolezze alla corte di Francia, andando a riscoprire cosa si cela dietro quell’apparente comportamento. A parlare dello spettacolo il regista Massimo Licari.

Dalla Sicilia un testo su Maria Antonietta, regina di Francia, in dialetto siciliano e in parte in italiano, un testo ironico. È una rivalutazione della figura di Maria Antonietta?

È stata una scelta, dice l’autrice Eleonora Bongiorno, di una rivalutazione sul personaggio di Maria Antonietta. Tanto discussa come Regina di Francia, tanto amata ma tanto odiata dalla corte e dal popolo.

Volendo mettere in risalto i sentimenti sinceri della stessa. Valorizzando gli aspetti caratteriali spesso non considerati.

Il testo cosa mette in risalto della ragazza e della donna che ha governato la Francia del ‘700?

Il testo mette in risalto il sentimento puro di una giovane Austriaca, con una spietata voglia di essere amata dalla madre. Una giovane indisciplinata, sognatrice, piena di animo e forti incertezze. Diventa donna appena arriva in Francia, ma piccola per coprire un ruolo di tale importanza. Delfina e poi Regina, moglie di un Re che non è riuscito a soddisfare le sue esigenze di femmina e di donna.

L’assenza d’amore negli anni l’ha costretta a farsi circondare da individui estranei alla sua natura, per il desiderio di dimenticare, ma, è stato più un fallimento morale. La consolazione primaria, quindi è il cibo, per riempire quello spazio vuoto dentro di lei, ma che, ahimè la porterà successivamente allo sfracello. Il testo mette in grande evidenza, come l’assenza d’amore possa rovinare una bambina, una ragazza, una donna.

Un mondo, quello femminile visto in modo accusatorio allora, per le scelte della regina. Cosa è cambiato nel modo di giudicare una donna oggi? E com’è cambiata, se lo è, la vita della donna?

Cos’è cambiato nel mondo di giudicare una donna oggi? E se è cambiata la vita di una donna? Belle domande!

Io credo, dice l’autrice, che la donna è sempre stata, e l’ho riconferma oggi, più collaborativa, organizzativa, pacifista ma anche rivoluzionaria. Più attenta al sociale, ai sentimenti, rispetto all’uomo. Ci sono studi che lo confermano con esempi concreti. Sempre stata cosi!

E l’uomo. “non tutti”, che non accetta, forse perché è sempre stata vista come il sesso debole. Quindi la donna di oggi, rispetto a quella di ieri non è mai cambiata, a parte la libertà che ha oggi di poterlo dimostrare.

C’è mai stata la possibilità di guidare al meglio le donne che hanno il difficile compito di affrontare la società ricomprendo ruoli molto importanti? Penso a Maria Antonietta, ma anche a Elisabetta d’Austria, a Lady Diana, oggi anche a alla principessa Kate e non solo…

Di tutta l’erba non ne faccio un fascio, ma dal mio punto di vista, queste grandi donne non sono state affiancate da uomini con spalle langhe. Anzi direi che queste donne hanno avuto spalle più larghe rispetto a 10 uomini messi insieme.

Da regista, invece, cosa ha chiesto agli attori?

Da regista ho chiesto agli attori di sentirsi “personaggio” facente parte della vita di questa donna, solo nel momento in cui il sentimento, la comprensione, la devozione li avrebbe fatti emozionare al tal punto da concepire il grande dolore di Maria Antonietta.

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Sissi Corrado

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