Money Money Money chiude InCorti da Artemia
Alessia Ferrero con il suo monologo chiuderà la rassegna diretta ma Maria Paola Canepa
L’ultimo corto che domenica 21 aprile salirà sul palco del festival InCorti da Artemia, diretto da Maria Paola Canepa, sarà Money Money Money, scritto, diretto e interpretato da Alessia Ferrero. I soldi sono ciò che rendono la vita facile agli uomini, più competitivi, sicuri di sé, motivati al successo, e le donne? A raccontare il corto Alessia Ferrero.
Salve. Perché si è iscritta a InCorti da Artemia?
Salve e, intanto, grazie per l’opportunità. Mi sono iscritta al bando perché conosco un’artista che ha partecipato alla scorsa edizione e i suoi racconti entusiasti dell’esperienza mi hanno invogliato a conoscere la realtà del Centro Culturale Artemia e, per l’accoglienza e l’attenzione ricevute finora, non posso che confermare quell’entusiasmo e contentezza che avevo riscontrato nei racconti della mia collega.
Sono all’inizio della mia carriera e questo è il primo testo scritto, diretto e interpretato da me e sentivo la necessità e volontà di testarlo e ho pensato: quale migliore opportunità di InCorti?
Cosa si aspetta dal festival?
Mi aspetto di imparare molto. Come dicevo, sono all’inizio della mia carriera e qualche esperienza l’ho già avuta ma mai completamente da sola. C’erano sempre altri interpreti con me, o la regia o l’iniziativa di qualcun altro. Invece questa volta mi sono “buttata” da sola e, con la giusta dose di eccitazione, ansia e adrenalina, non vedo l’ora di confrontarmi con tutti gli altri artisti.
Parliamo del suo corto. Money Money Money ricorda un successo degli Abba che parla di differenze economiche, lei a cosa si è ispirata e perché?
Mi sono ispirata per il 50% proprio a Money Money Money degli Abba e per il 50% a Chicago, il musical. È andata così: stavo provando a scrivere un testo liberamente ispirato a Cell Block tango e ai racconti delle carcerate del musical e ho pensato “sono quasi tutte colpevoli, sono giustamente condannabili ma tifiamo comunque per loro, perché?” Perché hanno sbagliato, ma all’interno di un contesto sociale che può giustificarne non il gesto ma le ragioni.
Ho aperto Spotify ed è partita Money Money Money degli Abba, di cui sono grande fan. Da lì, ho avuto l’ispirazione: probabilmente oggi una donna molto ambiziosa che voglia affermarsi nel mondo degli affari e che voglia fare soldi ha non pochi ostacoli da superare. Tutte le difficoltà che anche gli uomini possono incontrare in un percorso così difficile e poi, proprio loro, gli uomini. E così è nato Money Money Money, il racconto di una giovane donna ambiziosa che per arrivare all’apice crede che la strategia migliore sia comportarsi come un uomo.
Davvero il mondo della ricchezza può donare l’assoluta felicità o è solo illusione, parvenza? Perché?
Credo che il mondo della ricchezza possa dare una grande mano a essere felici. La canzone degli Abba dice “All the things I could do if i had a little money” (quante cose potrei fare se avessi un po’ di soldi), ed è un pensiero che faccio spesso anche io. Personalmente però credo che la vera felicità si raggiunga quando si ha con chi condividere la propria ricchezza, sia pecuniaria sia interna; che sia in una relazione, in una famiglia, su un palco… Da soli si può essere felici ma assolutamente…no.
Lei racconta di una donna che prova a essere uomo per accedere alla ricchezza e se ne pente, perché? Quali sono le sostanziali differenze?
Senza svelare troppo, posso dire che il suo pentimento è dovuto al rimpianto, che è una cosa che personalmente mi spaventa molto. Questa donna si pente di aver giocato la partita con i panni di un altro, in questo caso di un uomo, perché pensa: “forse se non lo avessi fatto sarebbe andata diversamente”.
L’errore e le delusioni sono sempre dietro l’angolo, quindi forse conviene essere sempre se stessi, se no, oltre alla tristezza per qualcosa che non va come vorremmo bisogna aggiungerci anche il rimpianto… In più, nel caso della mia storia, la protagonista pensa che, forse, un apporto femminile in un mondo di uomini non avrebbe fatto male, anzi. Lungi da me il generalizzare o condannare tutti gli uomini, per carità, però credo che nelle donne sia più facile trovare determinate caratteristiche e inclinazioni che farebbero tanto bene al mondo del lavoro, della politica e chi più ne ha più ne metta, solo che è talmente difficile arrivare a determinati livelli che alcune donne pur di farcela “diventano anche loro uomini” ogni tanto, ed è un peccato.
Se avesse la possibilità di gestire un capitale sostanzioso, lei che cosa farebbe?
Oltre a comprarmi una bella villa con piscina, sarei ipocrita a dire che non mi piacerebbe, se avessi davvero un capitale sostanzioso da poter condividere con la società, investirei il più possibile nell’istruzione e nel portarla dove non c’è. È un diritto fondamentale per gli individui e per le società.
Grazie e in bocca al lupo!
Grazie mille a voi, davvero! E viva il lupo!
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