Sanremo 2023 – la critica

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Bello il Festival ma le riflessioni sono d’obbligo

Siamo alla serata finale del 73° Festival di Sanremo, il festival della canzone italiana, presentata ancora una volta da Amadeus, quest’anno con Gianni Morandi e, in ogni serata, una co-conduttrice diversa: Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paola Egonu, Chiara Francini.

Se ne parla molto bene e ci sono molti apprezzamenti per la musica, con nomi di tutto rispetto che sono saliti sul palco sanremese per cantare e portare la propria musica in questo Sanremo 2023. Una delle cose più belle che ho visto sul palco è stato l’omaggio che il presidente Sergio Mattarella ha voluto fare alla canzone popolare italiana. E sì, perché alla musica italiana il Presidente della Repubblica lo fa sempre partecipando alla prima della Scala di Milano, ma mai a Sanremo che è molto più popolare, se vogliamo metterla in questo modo.

L’intera Rai si è mobilitata per seguire le cinque puntate del festival, dal 7 all’11 febbraio. Cinque serate lunghissime che hanno monopolizzato il primo canale della rete ammiraglia la sera e non solo. In questa settimana non c’è stato programma, talk show e di intrattenimento della Rai, che non sia stato incentrato sul Festival. Per i non amanti del Festival unico sbocco le altre reti, o i canali tv pay, oppure chissà, qualche estimatore si sarà affidato alle vecchi VHS o DVD.

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Qualche riflessione, però va fatta e con attenzione, ricordando che, sebbene sia vero che il Festival rispecchia la società di oggi, quindi il nostro paese, non è detto che alcune cose non possano essere contrastate, riviste, o essere spunto di riflessione attenta per il futuro.

Una delle cose più brutte, che sia da artista o meno, è stato il gesto di Blanco, un gesto non accettabile da nessuno perché se sei su un palco del genere, così grande e importante, certe cose non le fai. Giustificarlo ancora peggio: immaginate se a scuola un ragazzo che ha studiato non riesce a fare un’interrogazione o un compito e prende un brutto voto, è autorizzato a distruggere la scuola? Fosse anche per una sedia o un vetro? E di esempi se ne possono fare tanti. Sappiamo solo che la “pazienza” di fermarsi e rivelare il problema, non l’abbiamo, troppo abituati ad esprimere la “rabbia”, perché fa più effetto, fa più bello. Dovremmo fare il contrario, ma non riusciamo a comunicarlo ai nostri ragazzi, perché siamo troppo impegnati a giustificarli in tutto.

E li abbiamo così abituati ad essere giustificati perché giovani, inesperti, poco pronti, tanto da non essere in grado di accogliere le critiche che piovono loro addosso. Ariete, giovane e sicuramente non ancora pronta a calcare da big un palco come quello di Sanremo, si meraviglia delle critiche per la sua cover, dove ha steccato e, toccando un brano come quello di Franco Battiato, era normale ricevere da estimatori dell’artista e della musica le dovute critiche. Ragazzi e ragazze che non conoscono la storia di Sanremo, che già in passato ha ostentato le critiche ai cantanti anche dallo stesso Teatro Ariston. E per non andare troppo lontano, basti pensare alle tantissime critiche che dovette subire Raf, professionista della musica e del palco, quando durante la manifestazione del 2015 fu fischiato dal pubblico in teatro e bersagliato dal web per la sua esibizione. Eppure lui era salito sul palco con la febbre alta per non venire meno al suo impegno con il festival. Questo è professionismo! Forse la differenza tra big e giovani era dovuta anche ad un certo modo di affrontare un palco come quello di Sanremo che è internazionale e in Eurovisione.

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Parlando della manifestazione, invece, possiamo dire che ormai è diventata non la propaganda dei programmi della Rai. Sul palco non solo la musica, ma tante, troppe serie tv della Rai, vetrina dell’azienda che pubblicizza le sue produzioni. Sarebbe stato più carino pubblicizzare un po’ di cinema internazionale o tanti musicisti in più, più che tv, di cui vediamo le pubblicità ogni volta sulla stessa rete.

Ultimo, ma credo il più importante appunto, lo faccio sulla serata delle cover. I cantanti in gara, insieme ad alcuni artisti, hanno preparato delle cover di canzoni famose degli anni passati. All’inizio della serata è lo stesso Amadeus che spiega le modalità per il voto. Ogni cantante ha un codice, tutti dettati all’inizio, ma cosa assurda, il presentatore invita gli spettatori a votare già all’inizio della serata, la coppia e la cover che preferiscono. Una serata assurda per i voti che dovranno poi far parte della classifica finale del festival: come faccio a votare un brano che non ho ascoltato? Come faccio a dare un giudizio alla performance se non l’ho vista, ascoltata? Lo faccio per simpatia del cantante? Della coppia? E che giudizio do? Quello delle case discografiche?

Questo tipo di votazione è assurda, forviante e poco attinente alla realtà. Ci sono coppie da cui ci si aspettava di più e altre, invece, che hanno fatto delle bellissime sorprese. Senza pensare alla perfetta sintonia di musica che non è stata assolutamente premiata. Ci sono giovani che sanno cantare molto bene e lo dimostrano proprio nella cover, in particolare per chi fa rap o trap, penso a Lazza, Mr. Rain, ma anche ad altri artisti come i Coma_Cose, altri, invece, che non possono esprimere con la loro voce, più di quello che danno. È una critica che constata la realtà delle cose e per questo va accettata. Una domanda invece a quelle che possono essere considerate le regine della serata cover, lo ha decretato il pubblico in sala, Giorgia ed Elisa: a quando un disco insieme?

Poi ci sarà sicuramente il meglio, perché c’è tanto ancora da dire e da commentare in note positive che vedono il Festival di Sanremo protagonista di questa settimana.

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Sissi Corrado

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