Se devi dire una bugia dilla grossa

Foto di Chiara Spatti

Torna in scena la commedia di Ray Cooney con un cast stellare

Si dice che una bugia tiri l’altra come le caramelle e l’effetto dannoso delle bugie è sempre peggio di una grande indigestione. Forse ha pensato a questo Cooney quando ha scritto questa piéce di grande successo, diventata ormai un classico della commedia leggera teatrale. Andato in scena per la prima volta in Italia nel 1986, con Johnny Dorelli e Paola Quattrini, Se devi dire una bugia dilla grossa torna al Teatro Manzoni di Milano, dal 29 marzo al 10 aprile.

Si ride dalla prima all’ultima battuta! Esilarante ed elegante questo nuovo allestimento diretto da Luigi Russo si impreziosisce di un cast stellare che vede, tra gli altri, Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Paola Barale e la fantastica Paola Quattrini che ricopre per la terza volta nella sua carriera il ruolo di Natalia.

È la storia del ministro Riccardo De Mitri, interpretato dal simpaticissimo Antonio Catania, che vive con la moglie Natalia in un albergo di lusso di Roma, vicino al Parlamento. Si parte dunque dal cliché della falsità diffusa tra certi politici che “predicano bene e razzolano male”, falsi nella vita pubblica quanto in quella privata. Bugie che alimentano tradimenti, ma nessuno però consumato davvero. De Mitri vorrebbe tradire la moglie con la giovane ed attraente amante, segretaria della FAO, Susanna Rolandi, interpretata da una bellissima Paolo Barale. Per farlo cerca la complicità dell’impacciato e timido segretario Mario Girini – ruolo che fu di Johnny Dorelli, ricoperto altrettanto magistralmente in questa versione da uno strepitoso Gianluca Ramazzotti -. Non avvezzo a mentire, Mario cerca di seguire meglio che riesce le indicazioni di De Mitri, venendo però travolto dall’incalzare di eventi sfavorevoli. Incaricato di prenotare una camera per Riccardo e la Rolandi sotto falso nome, Mario viene scoperto da Natalia e così finge di averla prenotata per sé. Ma quando nella hall dell’albergo fa rientro il ministro De Mitri per nascondere alla signora il reale motivo del rientro del marito, Mario la bacia appassionatamente spingendola in ascensore. Si accende così in Natalia il desiderio erotico di tradire il marito con Mario.

Foto di Chiara Spatti

Una grande commedia degli equivoci alimentata anche da personaggi come il cameriere cinese impiccione che non capisce, o finge di non capire – interpretato da un bravissimo Marco Cavallaro che tanto ricorda uno dei personaggi di Jerry Lewis – e la solare cameriera rumena pronta a prestarsi come spalla per reggere le bugie dei bizzarri ospiti dell’albergo, così come il direttore dell’albergo tanto integerrimo quanto curioso, interpretato dal fantastico Nini Salerno.

Cresce la tensione anche per la presenza in albergo dell’avversaria politica di De Mitri, Liliana Merloni – un’elegantissima Cristina Fondi – , che impersonifica la parte della politica moralmente integra, ma anche un po’ più ingessata. La storia precipita in un’esilarante chiusura quando arriva in albergo per un equivoco il marito della Rolandi – Sebastiano Colla – un affascinante attore disoccupato.

Foto di Chiara Spatti

Anche se rinfrescato con qualche richiamo alla situazione politica e sociale del momento, lo spettacolo conserva una nota di classicità pur risultando molto attuale. Sicuramente un risultato ottenuto per la bravura impeccabile di tutti gli attori: un travolgente incalzare di battute che per due ore di spettacolo si susseguono così rapidamente da non capire se gli attori stiano recitando o improvvisando.  Ma forse un ruolo lo gioca anche l’adozione di un allestimento che molto ricorda quello della versione del 1986: un gigantesco girevole che porta di volta in volta il pubblico a seguire la narrazione tra la hall dell’albergo e le due camere.

Una comicità fresca e travolgente, mai volgare, che in pochi sanno fare.

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Chiara Spatti

Marketing & Communication Manager specializzata nel settore spettacolo. Da sempre appassionata d’arte in tutte le sue forme. Mamma di tre splendidi ragazzi. Amo viaggiare, la cucina giapponese, il profumo dei libri ed i colori dell’autunno.

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