A teatro “La donna che disse no” di Saraceno

La donna che disse no - Foto Sissi©
La donna che disse no – Foto Sissi©

Portare in scena testi forti, ad intenso impatto sociale, è alquanto difficile, soprattutto a teatro. Ne sono consapevoli gli stessi attori, autori, registi che si occupano di quest’antica arte spesso votata alla denuncia. Ma portare gesti di violenza, forte e decisa, resta ancora un azzardo che spesso sono solo i più giovani ad osare o chi, ormai famoso, fa della sua celebrità una carta in più per poter attrarre gli spettatori.

Tra i baldi sfidanti si annovera la compagnia Onirika del Sud che vede Pierpaolo Saraceno autore, regista e attore, insieme a Mariapaola Tedesco, attrice, gli artefici dello spettacolo “La donna che disse no” andato in scena in prima nazionale al teatro Palladium dell’Università di Roma 3.

Il racconto portato in scena, è quello di Franca Viola, la donna che nel 1965, in una Sicilia dura e legata fortemente alle tradizioni, osò opporsi ad esse e grazie alla sua battaglia, riuscì a smuovere le coscienze delle giovani donne, della società e successivamente del legislatori. Un grande risultato, anche se per vedere una modifica reale, bisognò aspettare il 1981 con l’abolizione della legge 544 dal codice penale, che permetteva allo stupratore di non essere condannato se sposava la donna che aveva violentato, un primo passo verso un rispetto maggiore per le donne in Italia.

La donna che disse no - Foto Sissi©
La donna che disse no – Foto Sissi©

Saraceno s’ispira a questo fatto, dedicando ad una piccola grande donna siciliana, il suo estro in una rappresentazione che unisce dolcezza, amore, fragilità a violenza, furia, disperazione. Questo mix di sentimenti si alterna sul palco in modo decisamente convincente e soprattutto coinvolgente, anche grazie alla brava Mariapaola Tedesco che esprime pienamente queste caratteristiche donando al personaggio quella forza e convinzione che riescono a esprimersi non solo attraverso le parole, ma anche nella presenza scenica. Intensi sono anche i momenti che vedono la Tedesco in scena insieme a Saraceno nel confrontarsi con il rapporto prima di amore e poi di violenza. Le scene, anche quelle “forti”, sono accompagnate da una perfetta scelta musicale.

È interessante la scelta di mostrare la sofferenza della donna, per poi mostrare anche la sua giovane età legata ai giochi, alla spensieratezza, a un sogno a cui erano legate tutte le giovani di quell’età e di quel periodo. È pur sempre difficile riuscire a spiegare ciò che accade in una parte dell’Italia che resta fortemente legata alle vecchie tradizioni. E questo compito sembra soddisfatto pienamente dal susseguirsi della scena che esprime le valenze artistiche sia di Saraceno che della Tedesco.

Lo spettacolo merita per intensità, recitazione, offerta scenica, argomento, prestazione, è all’altezza di un pubblico attento, capace di farsi coinvolgere nella trama che appare sul palco. Bello, no, forse di più, un piccolo gioiello del teatro. Sicuramente un lavoro che premia l’impegno e vede la crescita dei due attori, che sono maturati e cresciuti dal loro “Radio Aut La voce di Peppino Impastato” dell’anno scorso, legato, anch’esso alla figura di un piccolo grande uomo, qual’era Peppino Impastato e che ha visto la compagnia ricevere premi e riconoscimenti. Per questo nuovo spettacolo ci auguriamo ancora molte emozioni.

A coronare lo spettacolo, anche le splendide foto che l’artista Daniele Manzella, ha scattato ai due attori, in un interessante servizio proteso a raccontare ancora una volta, la storia de “La donna che disse no“. Anche le musiche originali di Concetto Fruciano sono belle e intense.

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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