Tobia Ravà espone a Roma Antichi futuri

Il passato è nel presente e ci prepara al futuro: la kabbalah di Ravà
Fino al 1° maggio sarà possibile visitare la mostra Antichi Futuri, Divine Armonie di Tobia Ravà, alla galleria Exclusive Urban Art di Roma. Curata da Federico Veneziani e Nicole Calo, la mostra racconta il lavoro dell’artista nello studio della kabbalah.
I lavori di Ravà sono particolari e legati alla ghematrià o gimatreya permutazione lettera – numero e i concetti della kabbalah, ricezione che giungono dalla tradizione mistica del pensiero ebraico. I suoi quadri, come le sue sculture, sono opere che ricreano volti, paesaggi, oggetti, servendosi dell’unione di questi elementi. Le lettere e i numeri, formano un linguaggio codificato e non casuale che, unititi fra loro, danno forma alle visioni dell’artista. Questi, infatti, utilizzando le 22 lettere dell’alfabeto ebraico, i numeri relativi alla traslitterazione, riproducono significati etici, spirituali e numerologici. Il lavoro di Ravà è quello di porci messaggi racchiusi all’interno delle sue opere.

Il lavoro esposto è frutto di uno studio che va oltre alla semplice rappresentazione perché rappresenta un percorso etico-filosofico che arriva da lontano ma, allo stesso tempo, è contemporaneo. Non è solo confronto con il passato, ma fusione all’interno del mondo moderno. Per questo motivo la mostra è denominata Antichi Futuri: il passato si intreccia inesorabilmente con il presente e, come nel continuo ricercare di sé stessi, i concetti si rielaborano mantenendo fissi i propri fulcri.
Cosa accade allora con questi intrecci? Semplicemente nascono Divine Armonie, grazie al magico incontro tra l’antico e il futuro. Il percorso del lavoro di Ravà si intreccia con quello del recupero di valori quali bellezza e rispetto dell’ambiente che tornano prepotentemente attuali nella società odierna, che appare limitare il rispetto per tutto. Il passato diventa un momento essenziale, insieme ai saperi dell’uomo, per produrre conoscenza e saperi.

Sembrerebbe un lavoro immane, eppure, guardandolo con gli occhi dell’artista, appare qualcosa di fattibile e ben delineato. I paesaggi sono raffigurati attraverso i colori in cui dominano il rosso e il blu, non soltanto sulla tela, ma anche nelle sculture. I due colori, così fortemente opposti e decisi a scontrarsi, rappresentano le diversità al culmine che, amalgamate, possono convivere e condividere il passato, attraverso il presente e proiettarci nel futuro.
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