Trittico d’Artista: Paolo “Makka” Maccari

Il primo artista della rassegna Trittico d’Artista presenta Trilogy

Paolo “Makka” Maccari è il primo artista di Trittico d’Artista, l’appuntamento con l’arte, un sabato al mese, presso il locale Officine Beat di Roma. Ad organizzare l’evento e a curarne il tutto, Andrea Alessio Cavarretta che ha ideato un format presentato da Stefania Visconti, coinvolgendo Kirolandia, CulturSocialArt e le stesse Officine Beat in una collaborazione artistica, insieme a Giovanni Palmieri. Questa è l’organizzazione, poi ci sono gli artisti e, come dicevamo, il primo a presentare il suo Trittico è stato Makka, autore di acquarelli dai toni delicati che risaltano sulla tela. Makka non è un artista da sempre, ha cominciato da “adulto” a dedicarsi alla pittura, ma con l’arte, gli schemi, i colori, ha una grande esperienza, nata e cresciuta con il suo precedente lavoro: faceva l’architetto.

Oggi i suoi lavori stanno riscuotendo molto successo e interesse da parte del pubblico e della critica, tanto da essere menzionato e apprezzato dagli stessi. Un modo di vivere l’arte in maniera molto più artistica, da parte di un autore che sente la bellezza, apprezza la vivacità e non si nasconde alla sua fantasia. Il 18 dicembre 2022 Trilogy, il nome che ha dato alla sua esposizione, è stato svelato al pubblico presente alle Officine Beat e quello collegato in diretta su Facebook. Abbiamo fatto due chiacchiere con l’artista, una carrellata di domande a cui il simpatico e ironico artista ha risposto divertendoci non poco.

Benvenuto! Tu hai aperto la rassegna Trittico d’Artista alle Officine Beat. Com’è stato essere il primo espositore di questa particolare rassegna?

È un progetto che mi ha subito incuriosito, ho accettato al buio per la fiducia che ispirano gli ideatori di Kirolandia, Andrea e Giovanni che ho conosciuto alla serata del Premio La Karl di Pignè.

Ero curioso di chi poteva seguirmi e la direzione artistica che avrebbe preso l’evento, ma già con il secondo artista capisco che siamo sulla buona strada.

Durante il format ti è stato dedicato un cocktail, ti è mai capitato? Cosa hai pensato?

Sorpresa ed onore: un gin tonic aromatizzato a fiori del Butterfly pea. Il drink perfetto per un aperitivo con quella farfallona di Stefania Visconti. Cosa potevo volere di più?

Trittico perché sono rimaste esposte all’interno del bistrot, tre tue opere, autoritratti che ti vedono protagonista. Come sono stati scelti?

Ho voluto portare la mia tecnica abbinata al mio volto, per essere presente agli avventori del Bristot anche quando ero assente.

Perché chiamare la tua esposizione Trilogy?

Ho giocato con la presunzione di portare dei gioielli e come le pietre preziose, la mia tecnica è fatta di tagli e sfaccettature.

I tuoi sono dipinti ad acquarello, cosa ti ha attratto di questa tecnica?

L’acquarello mi affascina per l’anarchia dell’acqua che si espande a suo piacimento e per le sfumature.

Nella vita sociale di oggi, troppi contrasti, dobbiamo tornare alle sfumature.

PH artista Marzio Picchiarini

Da cosa ti fai ispirare per i tuoi dipinti?

Dal mio vissuto, sono nato nel 1965, ho attraversato 5 decadi e ne ho un bel po’ di bagaglio culturale, ho diversi interessi, diverse comunità che frequento.

Hai cominciato a dipingere in età adulta, come hai vissuto questo momento?

Davvero una sensazione di sorpresa che continua già da una decina d’anni.

Com’è cambiata la tua vita oggi?

Forse avrei trovato una certa serenità anche solo arrivando all’età della maturità ma credo che l’impegno artistico faccia la sua bella parte.

Da ragazzo ti sei mai immaginato nelle vesti di artista?

Sono già andato abbastanza oltre la mia immaginazione dell’epoca.

Ripensando alla tua vita, rifaresti lo stesso percorso o ti avvicineresti prima alla pittura? E perché?

È una domanda spigolosa, il disegno è arrivato al momento giusto. Evidentemente dovevo fare questo percorso con tutte le esperienze maturate ed accumulare conoscenza per arrivare ad esprimermi in questa maniera.

Consiglieresti ad altri di seguire sempre le proprie aspirazioni?

Le aspirazioni forti e sincere hanno bisogno di consigli?

Sostegno sì ma svicolo pure dai consigli alle amiche sul colore dello smalto alle unghie, figurati su scelte di vita altrui che potrebbero ritorcermi contro.

Sperimenteresti altre tecniche? Quali e perché?

Olio su tela e spray art.

Il mondo dell’arte è sempre stato parte della tua vita, sei anche architetto e hai seguito la professione per anni. Cosa c’è nei tuoi quadri di architettura?

Sento “mio” il disegno geometrico che parte dalle linee rette e si ammorbidisce nelle curve.

Sei un personaggio anche molto attivo sui social. Questi sono sempre considerati in maniera negativa. Si possono utilizzare in modo alternativo? Come?

I social hanno sicuramente riempito un vuoto che esisteva se hanno questo successo, è il nostro specchio oscuro, io ne ho solo che avuto che benefici, il mio presente artistico lo devo ai social che mi hanno dato ispirazione e supporto.

Arte, architettura, digitalizzazione, cosa hanno in comune e come le utilizzeresti tu nel mondo artistico?

Dici che esistono lettori che arriveranno a leggere fino a questo punto?

Sai che è una domanda a cui trovo difficile rispondere, tirerò fuori la letterina che è in me e risponderò come al gioco preserale di Canale 5 “Passaparola”!

Pensi che il tuo carattere sia schematico come ciò che dipingi o sei molto più estroverso e libero?

Mi trovi così presuntuoso che io possa dare un giudizio sul mio carattere?

Ci sono artisti che ti ispirano e perché?

Ho tre amici dei social a cui mi sono ispirato quando ho iniziato: Cosimo Capanni, Stefano Cipollari ed Adriano Lepri.

Nel mondo dell’arte ti conoscono come Makka, da cosa deriva questo nome?

L’ha coniato David Pompili, anche lui artista che stimo. È stato un colpo artistico, il suo al quale sono veramente grato.

Cosa pensi che ti abbia dato l’arte? E tu all’arte cosa doni?

L’arte mi ha fatto risparmiare un sacco perché grazie alla pratica quotidiana evito la psicoterapia.

Questa seconda domanda invece devi rivolgerà all’arte!

Qual è il dipinto che ha chiesto maggior impegno nell’essere ideato e realizzato?

Ancora nessuno perché faccio cose veloci, coloro disegni.

Qual è invece quello che hai in mente e non hai ancora realizzato?

Nessun disegno ha grande gestazione, li penso e li faccio in velocità. In 8 anni dall’inizio ho spaziato abbastanza nei soggetti da rendermi già soddisfatto.

Quali sono i prossimi progetti e lavori che ti vedranno protagonista?

Posso fare come gli attori che dicono sempre la bugia “evito di rispondere per scaramanzia”?

Grazie per essere stato con noi!

È stato un piacere vero, spero di aver risposto con leggerezza accurata

Kirobaci!

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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